Vaticano, Papa: "La pace è sempre possibile, dobbiamo cercarla" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Vaticano, Papa: “La pace è sempre possibile, dobbiamo cercarla”

– La «pace è sempre possibile, sempre possibile, e dobbiamo cercarla». Lo ha affermato con forza il Papa, parlando a braccio, davanti a circa 50mila persone in piazza San Pietro per l’Angelus di Capodanno, accompagnato oggi – in videocollegamento – dai rintocchi della campana di Rovereto che suona per i morti della prima guerra mondiale e di tutte le guerre. «Mai più vi siano guerre, – ha detto in un altro passaggio – ma sempre desiderio e impegno di pace e di fraternità tra i popoli». «Leggo lì – ha detto papa Francesco indicando dalla finestra uno degli striscioni della ‘Marcia della pacè – ‘la pace è sempre possibilè, sempre possibile, dobbiamo cercarla. E di là ‘la preghiera alla radice della pacè, ecco, la pace è possibile e la preghiera fa germogliare la pace». Riferendosi poi ancora ad un altro striscione ha aggiunto: «Anche ci sono quelle belle scuole di pace, scuole per la pace, dobbiamo andare avanti con questa educazione per la pace». Citando poi il titolo del messaggio per la Giornata mondiale della pace ‘Non più schiavi ma fratellì, ha commentato: «Non più schiavi perchè le guerre ci fanno schiavi tutti, siamo chiamati tutti a costruire secondo la propria responsabilità, e ricordate bene: la pace è sempre possibile e alla radice della pace c’è sempre la preghiera, preghiamo per la pace». Prima dell’Angelus, nella messa in basilica – presenti molti membri del corpo diplomatico, vescovi e tantissimi cardinali – il Pontefice ha ammonito che non si può essere cristiani senza appartenere alla Chiesa, che il cristianesimo è concreto e non può essere ridotto a una dottrina astratta o a una filosofia: quella della Chiesa è «una missione materna rivolta a tutti gli uomini», sul modello della «testimonianza discreta e materna» della madre di Gesù, «modello di perfetta credente». Soprattutto in piazza, tra marciatori per la pace da tutta Italia, Sternsinger (che annunciano cantando il Natale, ndr) da Germania, Austria e Svizzera e giovani vestiti da Re Magi, il clima è stato molto festoso, il Papa non ha rinunciato a interagire con la folla sia rinnovando il suo invito a cercare la data del proprio battesimo, sia facendo ripetere per tre volte l’affermazione «Maria Santa Madre di Dio», come aveva fatto anche durante la messa, con dotto e divertito riferimento al Concilio di Efeso. Dietro alla festa, i fili conduttori del messaggio per la Giornata mondiale della pace: la lotta alle moderne schiavitù, in primis la tratta – battaglia cara a Bergoglio che in dicembre ha anche firmato una dichiarazione con altri leader religiosi mondiali che li impegna a contrastarla; e la pace sempre possibile, e radicata nella preghiera. Senza particolari accentuazioni nè politicizzazioni papa Francesco ha forse idealmente riassunto il percorso degli ultimi mesi, dal viaggio a Redipuglia, – dove l’omaggio alle vittime della prima guerra si è trasformato in una dolente meditazione sulla indifferenza per la vita dei fratelli, alla base di ogni conflitto; ai tanti fronti, in particolare il Medio oriente, in cui ha dispiegato la sua diplomazia per la pace fino alla mediazione per le relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Cuba, con le quali crollerà l’ultimo muro della Guerra fredda. Papa Bergoglio apre il 2015 rinnovando il suo impegno a cercare di guarire tutte le ferite, della Chiesa e della umanità, convinto che il dialogo apra strade di fraternità e il cristianesimo possa concretamente cambiare i destini e le vite delle persone. Tra le sue armi, la compassione e la misericordia, giacchè, ha ricordato anche oggi, la liberazione è sempre rigenerazione.

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