Vigili malati a Capodanno, linea dura di Renzi. I pizzardoni: “No fannulloni, pronti allo sciopero”
Il sindaco Marino tuona contro «assenze ingiustificate ed ingiustificabili». Il primo cittadino, alle prese con gli strascichi di Mafia Capitale, deve fare i conti ora con la bordata di critichedel centrodestra che ne chiede le dimissioni
Puntuale come il capodanno esplode a Roma il caso dei vigili urbani assenti durante la notte di San Silvestro. I dati diffusi ieri dal comandante dei «pizzardoni» romani, Raffaele Clemente, (83,5% di assenze tra malattia, donazione sangue e altri permessi), hanno innescato una bufera, con il premier Matteo Renzi che ha annunciato per il 2015 il «cambio di regole nel pubblico impiego» per far sì che non si ripetano mai più casi come quello della Capitale. Dura la posizione del ministro Marianna Madia che ha ventilato «azioni disciplinari» per «colpire gli irresponsabili», mentre il Garante per gli Scioperi ha acceso un faro su un sospetto sciopero selvaggio con possibili sanzioni «fino a 50 mila euro». Sul fronte interno al Campidoglio, l’amministrazione comunale ha affidato al vicecomandante dei vigili la guida di un’indagine interna per capire cosa sia successo il 31 dicembre. Solo una volta avuti gli esiti, potrà muoversi anche la Procura (dove oggi Clemente ha incontrato il procuratore aggiunto Maria Monteleone) per intraprendere eventuali procedimenti penali. Nel frattempo il sindaco Ignazio Marino tuona contro le «assenze ingiustificate ed ingiustificabili», invitando i responsabili a «rendere conto». Il primo cittadino, già alle prese con gli strascichi di Mafia Capitale, deve fare i conti ora con l’ennesima bordata di critiche, con parlamentari e consiglieri d’opposizione che ne chiedono le dimissioni, come il segretario della Lega, Matteo Salvini, che invita Renzi a «licenziare il primo problema di Roma: il sindaco Marino». Tra i più critici anche l’ex ministro Renato Brunetta, il cui nome è legato proprio alla riforma della pubblica amministrazione. «Caro presidente Renzi – scrive -. Le regole per combattere fannulloni e assenteisti nel pubblico impiego ci sono già, applicatele». Dal canto loro, i caschi bianchi difendono a spada tratta le proprie ragioni e si preparano al primo sciopero della categoria nella storia di Roma, anche se la triplice Cgil-Cisl-Uil stigmatizza i disagi sottolineando di non aver «in nessun modo dato indicazioni ai lavoratori difformi da quanto previsto dalle norme, contratti e regolamenti». «Non siamo nè fannulloni, nè ladri», sottolineano gli agenti, spiegando – in molti casi – di non aver fatto lo straordinario «per protesta». Insomma a Roma la tensione è alle stelle, frutto di frizioni che fin dal suo insediamento, ad ottobre 2013, hanno accompagnato il comandante dei vigili urbani Clemente e gli agenti del corpo di polizia locale. Il fantasma dello sciopero aleggiava sul Campidoglio già dallo scorso ottobre, dopo innumerevoli assemblee indette dai caschi bianchi. L’ultima era in programma proprio il 31 dicembre, nella notte dell’«epidemia» – come l’hanno soprannominata in molti -, ma solo una lettera della commissione scioperi ne ha scongiurato l’indizione. A far esplodere la protesta non c’è solo lo scontro sul salario accessorio (che prevede, in alcuni casi, il taglio di indennità ritenute obsolete), ma anche il piano anti-corruzione voluto dal comandante Clemente che prevede la rotazione obbligatoria dei vigili sul territorio. Loro non ci stanno al «clima poliziesco di intimidazione» e si preparano a scendere in piazza, quando mancano una manciata di giorni all’Epifania e all’attesissimo derby della Capitale. Passerà alla storia come l«Epidemia di Capodannò dei vigili urbani. Ma i caschi bianchi ci tengono a tenere alto il loro nome. Parlano di ‘fangò, di ‘calunniè e respingono quell’immagine di pizzardoni pigri e indolenti tra le strade della Città Eterna. E con il Campidoglio la ‘tregua armatà siglata in questi mesi sembra essere ormai agli sgoccioli. In vista proteste, assemblee e il primo sciopero di categoria con tutti i sindacati insieme in piazza. Le responsabilità »vanno ricercate a 360 gradi e gli abusi se accertati, puniti«, tuonano Cgil, Cisl e Uil: »Pretendiamo che sulla vicenda si faccia totale chiarezza – dicono i segretari Natale Di Cola, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini – Anche perchè le dichiarazioni di queste ore da parte di amministrazione e governo che sparano nel mucchio finiscono per alimentare polemiche che non risolvono i problemi«. Denunciano un »attacco gravissimo fatto all’immagine del Corpo«, dati sulle presenze e le assenze »rielaborati« ma soprattutto puntano il dito sulle »lacune gestionali del comandante e l’oggettivo vuoto politico del sindaco«: »In questo momento non si può gettare fango su migliaia di lavoratori – chiosa Giancarlo Cosentino della Cisl – Se oggi a Roma va ricercato un responsabile quello è sicuramente il sindaco Marino. In questo momento stiamo vivendo un forte clima di intimidazione che non è tollerabile«. L’Ospol, invece, chiede a gran voce le dimissioni del primo cittadino. »Non siamo nè fannulloni nè ladri«. Si difendono dalle accuse i vigili urbani, sempre più stanchi ed esasperati dalle continue polemiche che li vedono in primo piano. E soprattutto in negativo. Qualcuno tra i caschi bianchi ammette: »Quest’anno ho scelto di non fare lo straordinario per protesta«. Anche se i rilievi mossi finora dal Campidoglio e dal comandante del corpo della polizia municipale riguardano l’assenza dell’ultim’ora dell’83,5% dei vigili previsti in turno motivata da malattia, donazione sangue, legge 104 e altri permessi. Da una parte ci sarebbe quindi una sorta di protesta messa in atto con il ‘rifiutò di fare lo straordinario. Dall’altra le assenze ‘giustificatè con certificati per malattia e varie su cui si dovrà far luce. »Ladri e corrotti. Così ci dipingono i giornali – sbotta un pizzardone – Ovunque ci sono delle mele marce. E ce ne saranno anche nel nostro Corpo ma non facciamo di tutta l’erba un fascio. Qui c’è gente che lavora e butta il sangue ogni giorno tra mille difficoltà«. C’è un malumore neanche tanto strisciante tra i vigili. In molti non vedono di buon occhio quello che sta facendo il comandante Raffaele Clemente. Tra le mosse più contestate del numero uno di via della Consolazione la turnazione anti-corruzione e la riorganizzazione del Corpo. Malumori e insofferenze tali da spingere tanti vigili urbani a non dare la loro disponibilità per lo straordinario della notte di Capodanno: »Non possono obbligarci a farlo – spiega uno di loro – La reperibilità si fa per motivi di emergenza, come la neve, alluvioni, terremoti o altre calamità. Quest’anno era in strada solo chi aveva il turno. Niente straordinari. Quindi tutto è in regola«.
Rigore e professionalità sono le parole d’ordine di Mario Buffone, 65 anni, lo storico ‘pizzardonè, come i romani chiamano i vigili, che per 32 anni è stato sulla pedana di piazza Venezia a disciplinare ben 14 flussi di traffico muovendo le mani con i guanti bianchi d’ordinanza come se avesse una bacchetta da direttore da orchestra e per questo soprannominato ‘Il mutì della viabilità. A rischio di essere impopolare tra i suoi ex colleghi ammette: «Se fossi stato in servizio la notte di Capodanno, io Mario, non avrei mai presentato all’ultimo momento il certificato medico. Non è questa la forma per opporsi». Il vigile urbano in pensione dal 2007, tiene però a precisare che l’Amministrazione Comunale «non può fare di tutta un’erba un fascio. Un conto è se un vigile è in servizio e all’ultimo momento manda il certificato medico, altro è se è stato invitato a coprire il turno in straordinario. In quest’ultimo caso la scelta è facoltativa e il dipendente può dire ‘no graziè. Gli straordinari non devono essere un modo per sopperire alle carenze di organico». Lui, amico di Alberto Sordi – il quale rese celebre in tutta Italia la pedana di piazza Venezia interpretando il vigile Otello Celletti – e che dalla sua postazione privilegiata ha visto passare parlamentari, attori, cantanti, re, regine e anche il Papa, ha una sua ricetta per risolvere i problemi trentennali del Corpo dei vigili Urbani di Roma, «primo tra tutti la mancata equiparazione alle altre forze dell’ordine». Per l’ex ‘superpizzardonè, l’amministrazione comunale «deve responsabilizzare ogni singolo vigile urbano: se svolge bene il suo lavoro deve essere premiato, in primis economicamente, in caso contrario va penalizzato e, se si accerta che ci sono ‘mele marcè, si può anche arrivare al licenziamento. Per fare ciò l’Amministrazione, però, deve controllare ogni singolo caso e, ripeto, non fare di tutta un’erba un fascio perchè ciò è pericoloso oltre che dannoso per tutto il Corpo e per i cittadini». Ma Mario non ci sta a definire fannulloni i giovani vigili urbani: «Assolutamente no, prima di andare in pensione ho fatto dei corsi a 500 nuovi assunti e ho notato attenzione e voglia di imparare». Poco dopo che il Comandante del Corpo Raffaele Clemente si insediò interpellò proprio Buffone: «Mi chiese consigli sui nodi principali della viabilità e sull’ipotesi di andare a parlare nelle scuole ai ragazzi di viabilità proprio per spiegare che il vigile urbano non è solo quello che fa le multe, ma un amico del cittadino. Purtroppo molte delle proposte del comandante ancora non sono diventate realtà per difficoltà, credo, proprio all’interno dell’Amministrazione». Per il 65enne, che il 28 giugno del 2007, nell’ultimo suo giorno di lavoro, ricevette dall’allora sindaco Veltroni la medaglia d’argento del Natale di Roma, non è una cattiva idea nemmeno quella di far ruotare tutti i vigili urbani che tanto malumore ha creato tra i ‘pizzardonì. «In passato – spiega – ruotavano soltanto i comandanti e i vice-comandanti. Credo che sia utile la rotazione ma solo se fatta con criterio: ad esempio sei mesi fai viabilità, sei mesi sei nell’ufficio incidenti stradali e così via… solo così la rotazione è utile. Certo se ci fosse stata ai miei tempi non sarei mai stato 32 anni sulla pedana di piazza Venezia e non avrei mai potuto scrivere il libro, uscito due anni fa, dal titolo ‘Matricola 5434. Pensieri e aneddoti di una vita trascorsa sulla pedana di piazza Venezia».
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