Mafia capitale, Riesame: "Carminati in affari con la 'ndrangheta. Rotolo e Ruggiero pericolosi per la collettività" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, Riesame: “Carminati in affari con la ‘ndrangheta. Rotolo e Ruggiero pericolosi per la collettività”

Da anni la Mafia di Roma è in affari con la grande malavita calabrese. Una «intesa» negli affari che veniva messa in atto anche nella Capitale. È quanto ribadiscono i giudici del tribunale del Riesame nelle 42 pagine di motivazioni alla decisione di respingere la richiesta di scarcerazione per Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, i due indagati di Mafia Capitale, arrestati il 9 dicembre scorso, ritenuti l’anello di congiunzione tra la ‘ndrangheta calabrese e il clan guidato dall’ex Nar. In base a quanto scrivono i magistrati, Carminati con Salvatore Buzzi (altro presunto esponente del clan, ndr), aveva costituito la cooperativa Santo Stefano, onlus destinata a gestire l’appalto per la pulizia del mercato Esquilino. «La nascita della cooperativa – si legge nel provvedimento del tribunale – avrebbe costituito la conferma del rapporto tra l’associazione mafiosa romana e il clan Mancuso che aveva già portato a proficui affari in Calabria». Rotolo e Ruggieri «sarebbero stati di fatto accreditati su richiesta di Buzzi presso la famiglia Mancuso che come proprio referente per le attività a Roma aveva indicato l’imprenditore Giovanni Campenni». In numerose conversazioni intercettate dai carabinieri del Ros, emerge come Rotolo, dipendente della cooperativa 29 giugno fin dal 2009 e Ruggiero, dipendente della stessa cooperativa salvo poi passare formalmente dal 2009 alla Roma Multiservizi, spa presieduta da Franco Panzironi, siano definiti ‘ndranghetisti da Buzzi. Parlando dei due indagati, il Riesame scrive che si tratta di «soggetti pericolosi per la collettività e da sempre gravitanti nell’ambito di organizzazioni criminali organizzate». I giudici ricostruiscono la storia criminale dei due a cui viene contestata l’associazione per delinquere di stampo mafioso. Su Ruggiero, in particolare, il tribunale scrive che «sin dagli anni 90 aveva frequentazioni con elementi di spicco della ‘ndrangheta calabrese e in particolare con Girolamo Mole detto U Gangiu» mentre Rotolo «risulta collegato, e non solo per ragioni di parentela, con il clan Piromalli di Gioia Tauro». Per il riesame, «entrambi gli indagati trasferitisi a Roma non hanno evidentemente perduto i contatti con la criminalità organizzata calabrese tanto da avere accettato l’incarico da parte di Buzzi di prendere contatto con la cosca Mancuso di Limbadi». Per i magistrati romani, i due «avevano a disposizione anche armi».

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