Mafia capitale, sorveglianza speciale per Carminati. Chiesta la confisca dei beni sequestrati | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, sorveglianza speciale per Carminati. Chiesta la confisca dei beni sequestrati, M5s: “Al voto, giunta coinvolta”

Sono queste le richieste avanzate dalla procura, alla sezione «Misure di Prevenzione» del tribunale di Sorveglianza, per alcuni degli indagati nell'inchiesta sulla cupola romana

Sorvegliato speciale. Così la procura di Roma vuole Massimo Carminati, che considera capo supremo di Mafia Capitale. La misura di pubblica sicurezza – che prevede tra l’altro la revoca di passaporto e patente e limitazioni di orario sulle uscite da casa – è stata chiesta al Tribunale di Sorveglianza per ‘Il Guerciò e gli altri principali indagati. Assieme all’obbligo di soggiorno per tre anni e alla confisca definitiva da parte dello Stato dei loro beni sequestrati, che ammontano a 300 milioni di euro. Le richieste dei pm Paolo Ielo, Luca Tescaroli e Giuseppe Cascini sono state fatte nella prospettiva che gli indagati tornino liberi prima di eventuali sentenze definitive. Il Tribunale si è aggiornato all’11 maggio. La sorveglianza speciale e il resto riguarderebbero oltre a Carminati – detenuto a Parma al 41 bis, il carcere duro per i mafiosi – anche Salvatore Buzzi, presunto braccio destro imprenditoriale. E poi Riccardo Brugia e Matteo Calvio, ritenuti rispettivamente capo militare e ‘picchiatorè del clan; gli imprenditori considerati collusi Cristiano Guarnera e Agostino Gaglianone; il presunto boss emergente Giovanni De Carlo; e ancora il presunto riciclatore di denaro Fabio Gaudenzi e il gestore del benzinaio di Corso Francia dove si riuniva la banda, Roberto Lacopo. Ma anche Riccardo Mancini, ex vertice di Ente Eur, scarcerato dal Tribunale del Riesame, che resta indagato. Tra i beni per centinaia di milioni di euro sequestrati dalla magistratura nell’inchiesta sul ‘Mondo di Mezzò ci sono anche le quote degli oltre 1.200 soci lavoratori delle cooperative di Buzzi. È stato chiesto il dissequestro e anche su questo il Tribunale si pronuncerà. Contrario uno dei nuovi legali rappresentanti del piccolo impero del sociale, l’avvocato Luca D’Amore, nominato dai custodi giudiziari alla presidenza delle coop ’29 Giugno Servizì, Formula Sociale e Abc. ’29 Giugno Onlus’ e Eriches 29 sono affidate a un commercialista. «Il sequestro delle quote e l’affidamento ai custodi sono garanzia per i soci che l’attività continui – dice D’Amore -. Il prefetto ci ha dato la certificazione antimafia e possiamo proseguire l’attività cercando nuovi appalti anche presso privati». I 1.329 posti di lavoro sono salvi, assicura il legale, mentre è in corso uno screening sul patrimonio della holding. Il bilancio 2013, l’ultimo, indica un fatturato di 60 milioni di euro, «ma bisogna fare delle verifiche», commenta D’Amore. Che non si pronuncia su possibili soci occulti e dice di non aver ricevuto finora minacce o pressioni per il suo delicato compito. Intanto alcuni parlamentari e consiglieri comunali romani di M5S sono tornati dal prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro per chiedere ancora lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’amministrazione capitolina. I Cinque Stelle considerano la giunta Marino «politicamente coinvolta» e vogliono le elezioni. «Il prefetto ci ha detto che la cosa non finirà, come a dire che è davvero grande», dice il deputato Alessandro Di Battista. Le verifiche degli ispettori in Comune potrebbero durare a lungo.

»Abbiamo incontrato il Prefetto ed una delle tre componenti della commissione. Abbiamo chiesto velocità al Prefetto che reputa le cose debbano essere fatte il prima possibile. Noi ribadiamo la nostra linea che è lo scioglimento del Comune per mafia«. Così il deputato del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista dopo un incontro con il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro. »Le carte che abbiamo portato riguardano il business dei rifiuti e dei campi rom – spiega -, l’emergenza abitativa, la metro C e i personaggi coinvolti di questa consiliatura e non solo della passata. Ci sono anche delle segnalazioni fatte dai cittadini con e-mail«. »La frase che ci ha detto il Prefetto è che la situazione è ingarbugliatissima e complicatissima. Il materiale da controllare e le verifiche da fare sono immani. E poi ha aggiunto ‘Non finira«, come a dire che la cosa è davvero grande». A riferirlo il deputato del M5s Alessandro Di Battista dopo un incontro con il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro. «Onestamente la volta passata il prefetto aveva detto un paio di mesi – spiega – oggi ha detto ‘speriamo nei due mesi ma non mi sento di pronunciarmi sui tempi. C’è molto da leggerè». «Il prefetto non ha escluso che si possa decidere nei termini previsti dalla legge, 3 più 3 mesi, ovvero fino a maggio» aggiunge il capogruppo pentastellato in Campidoglio Marcello De Vito. Noi riteniamo che questa consiliatura sia direttamente o indirettamente coinvolta. Ci sono persone coinvolte che si sono dimesse. Politicamente anche questa giunta è coinvolta»: così Alessandro Di Battista del M5s, a margine di un’iniziativa su ‘Mafia Capitalè sotto il Campidoglio. «Le carte che portiamo dal Prefetto si riferiscono a questa legislatura e a quella passata» ha aggiunto. «Oggi portiamo ulteriori elementi al Prefetto. Vogliamo che i romani possano di nuovo esprimersi con il voto». Così la senatrice del Movimento 5 Stelle Paola Taverna a margine di un’iniziativa su Mafia Capitale sotto il Campidoglio. «Marino può scegliere se fare un passo indietro e dare le dimissioni o trascinare il Comune fino allo scioglimento per mafia – aggiunge – Gli arresti nei municipi sono di alcuni giorni fa. C’è corruzione nel Comune».

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