Casa, "7mila sfratti previsti": il prefetto dà i numeri dell'emergenza. Movimenti: "Ancora gente in strada" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Casa, “7mila sfratti previsti”: il prefetto dà i numeri dell’emergenza. Movimenti: “Ancora gente in strada”

– Altre famiglie con bambini finite in strada oggi a Roma, nel giorno in cui prefetto Pecoraro stima in oltre 7.000 gli sfratti previsti nel 2015, mentre non si fermano le polemiche per la mancata proroga del blocco degli sfratti nel decreto Milleproroghe del Governo. «Un’odissea senza fine» l’hanno definita le famiglie sfrattate un anno fa dalle ex-scuole Hertz e via delle Acacie, collocate poi in residence gestiti per la maggior parte dalla cooperativa «29 giugno», coinvolta poi nell’inchiesta su Mafia Capitale. «Stamattina – ha denunciato il Comitato di lotta per la casa – le famiglie che alloggiavano a Fonte Laurentina che martedì scorso si erano viste cambiare la serratura di casa senza preavviso, lasciando per strada 4 nuclei familiari tra cui tre bambini, senza nemmeno un cambio d’abito, hanno poi scoperto che le case erano state svuotate dai loro effetti e cose personali (…) buttate nella cantina del palazzo». I numeri sono allarmanti e oggi il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, durante l’audizione alla commissione Affari costituzionali e Bilancio della Camera, li ha resi noti: «A Roma si prevede che anche quest’anno andremo oltre i 7 mila sfratti – ha affermato Pecoraro – gli sfratti nella Capitale nel 2013 sono stati 6299 mentre nei primi 6 mesi del 2014 siamo già oltre 3500». Un dato, ha detto Pecoraro, «che va letto politicamente» perchè «la proroga degli sfratti non è sufficiente da sola, è soltanto un provvedimento tampone». Allo stesso tempo, ha aggiunto il prefetto «l’emergenza abitativa non si risolve solo con la proroga. In questo modo si fa solo un danno ai proprietari. Per questo bisogna trovare un equilibrio tra i proprietari e gli inquilini». Poche anche le domande arrivate al Comune, appena 120, per accedere al fondo per chi è sfrattato per la cosiddetta «morosità incolpevole» (dovuta cioè all’oggettiva impossibilità di continuare a pagare l’affitto, ad esempio, per la perdita del posto di lavoro, causa sempre più frequente per l’accentuarsi della crisi economica). Dati, quelli forniti dal prefetto, che vengono però contestati dai sindacati degli inquilini. «Il prefetto continua a non capire e a generare confusione – dice Guido Lanciano dell’Unione Inquilini – innanzitutto le proroghe sugli sfratti stabilite dai vari governi si riferivano soltanto a quelli per finita locazione che sono una piccola parte rispetto al numero complessivo degli sfratti. A Roma, per esempio, quelli per finita locazione arrivano a malapena a 800. Un numero – ha continuato il rappresentante dell’Unione Inquilini – che potrebbe aumentare fino a 3.000 per la mancata proroga che metterebbe in moto le richieste di sfratto da parte dei proprietari, finora ‘dormientì proprio per l’annuale provvedimento-tampone della proroga». «Farraginosi» anche i meccanismi per accedere ai fondi per il buono-casa, ha affermato Lanciano, motivo per cui le domande sarebbero appena 120: «Le categorie che hanno diritto ad accedere a quel fondo sono molto limitate – ha detto il sindacalista – bisogna provare di essere a reddito zero rispetto al momento della precedente assegnazione dell’alloggio ma anche dimostrare che la propria condizione indigente sia temporanea. Ad esempio chi è prossimo alla pensione. Ma le condizioni delle famiglie sono tante e tutte diverse». Numeri ben più alti sugli sfratti sono quelli presentati da Action-diritti («17mila tra ingiunzioni e esecuzioni») che domani alle 9,30 manifesterà davanti a Montecitorio insieme all’Unione Inquilini per chiedere una nuova proroga degli sfratti perchè, si legge nel loro comunicato, «non concedere la proroga sugli sfratti è un accanimento ideologico sul disagio vissuto da tantissime famiglie, dietro cui si trincera il Ministro Lupi per non voler guardare la realtà dei fatti».

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2 Risponde a Casa, “7mila sfratti previsti”: il prefetto dà i numeri dell’emergenza. Movimenti: “Ancora gente in strada”

  1. Paola M. 20 gennaio 2015 a 18:28

    Come chiamare la circostanza che vede l’inquilino e non il proprietario decidere quando quest’ultimo può rientrare in possesso del *PROPRIO* immobile nemmeno dopo *DECENNI*? Anche se pensandoci bene si va oltre all’espropriazione visto che, a capo del proprietario, si perdono di fatto soli i diritti ma non i doveri. Come doveri mi vengono in mente l’ingente tassazione e la suscettibilità a essere pignorabili. Come diritti mi viene in mente il rientro del proprio immobile che non è riconosciuto, di fatto, nemmeno dopo anni, anni e anni. Entrambe le parti hanno rispettivamente già dato e già avuto con disparità al dir poco kafkiane.

  2. Paola M. 20 gennaio 2015 a 18:28

    Vediamo di evidenziare lo status quo delle locazioni private, almeno per esperienza personale oppure di quelle delle persone a me vicine. Dicasi inquilino un soggetto che può entrare in casa altrui, e decidere al posto del proprietario quando quest’ultimo può rientrarne in possesso, nemmeno dopo che sono trascorsi decenni dalla scadenza del contratto. Dicasi inquilino un soggetto che può entrare in casa altrui, non pagare, e stare da 18 mesi a svariati anni, grazie alla prassi giudiziaria, gratis sulle spalle del proprietario di turno. Se poi lavora in nero non è nemmeno lontanamente intaccabile. Come possono mai passare per vittime ed essere creduti?

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