Patrimonio, il maxi-emendamento sulla vendita degli immobili in Commissione. Danese: "Case ai rom? Se hanno i requisiti" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Patrimonio, il maxi-emendamento sulla vendita degli immobili in Commissione. Danese: “Case popolari ai rom? Se hanno i requisiti”

Svuotare i campi, in linea con il programma elettorale del sindaco Ignazio Marino e le richieste dell'Unione Europea. È questo il piano dell'assessore al Sociale

– Il maxiemendamento che andrà a modificare la delibera sulla vendita di circa 600 immobili del Campidoglio, in discussione in questi giorni in assemblea capitolina, sarà discusso e votato non in giunta ma in commissione capitolina Patrimonio. «Abbiamo deciso di far discutere e votare il maxiemendamento che modifica la delibera sulla vendita degli immobili in commissione Patrimonio – annuncia il capogruppo del Pd e coordinatore della maggioranza Fabrizio Panecaldo – perchè pensiamo sia il luogo in cui si possono accogliere alcune giuste istanze delle opposizioni. Sono persuaso che alla fine anche l’opposizione apprezzerà la bontà del provvedimento e in ogni caso saprà valutare le innovazioni che la maggioranza ha apportato. Il presidente della commissione Pierpaolo Pedetti, a cui va la mia riconoscenza e quella di tutta la maggioranza, sta facendo un grandissimo lavoro di sintesi».

– Svuotare i campi rom, in linea con il programma elettorale del sindaco Ignazio Marino e le richieste dell’Unione Europea. È il piano dell’assessore al Sociale di Roma Francesca Danese che punta a chiudere «diversi» insediamenti, «alcuni» dei quali «vanno avanti da 15 anni, entro il 2018. Le romane e i romani non possono più sostenerli economicamente – dice chiaramente -, a fronte di una qualità di vita pessima al loro interno e disagi denunciati dai cittadini». «Lavoriamo a un piano strategico per la fuoriuscita dai campi – annuncia Danese in un’intervista con l’ANSA – per condividerlo poi con giunta e maggioranza». Dove andrà chi ci vive attualmente? «Stiamo studiando famiglia per famiglia, caso per caso, su come poter fare. I numeri sono alti ma noi non creeremo un campo bis più decoroso. Possiamo studiare una strategia di intervento rispondendo anche alle indicazioni che ci vengono dall’Ue, che mette a disposizione anche fondi specifici a tal fine». «Ci sono famiglie all’interno dei campi rom che hanno fatto richiesta nel 2012 di case popolari – spiega -. Se ne avranno diritto, in quanto cittadini come tutti gli altri, ma senza corsie preferenziali, entreranno in graduatoria e vi potranno accedere». L’assessore, che ha la delega a due delicati settori dell’amministrazione capitolina, il Welfare e la Casa, è a lavoro anche per «firmare un’intesa con la Guardia di Finanza ed incrociare i loro dati con i nostri. L’obiettivo è scovare chi non ha diritto a vivere nelle case popolari e ci abita togliendo questa possibilità a chi ne ha bisogno. Lo stesso vogliamo fare anche nei campi rom dove abbiamo già scovato qualche caso di persone con proprietà immobiliari. Nell’ottica della chiusura dei campi, costoro dovranno lasciarli e andare a vivere a casa loro». Sul fronte case popolari è in arrivo anche una ricerca per analizzare la tipologia delle persone che ne fanno richiesta. «Forse abbiamo tanti appartamenti troppo grandi a livello di metratura» mentre «sono aumentati i piccoli nuclei familiari e gli anziani soli. Puntiamo ad un’offerta a misura, che possa anche ampliare la possibilità di dare alloggi». Fa passi in avanti anche il piano per fare uscire la gente dai residence attraverso il buono casa: «Al momento abbiamo già 200 richieste – riferisce Danese -. Credo che a marzo consegneremo i primi buoni. Sto incontrando enti, piccoli proprietari e sindacati perchè voglio fare una trattativa: il Comune farà da garante il bonifico partirà direttamente dal Campidoglio diretto ai proprietari». E ancora: «A Roma deve ripartire anche il sistema della prevenzione a partire dalle dipendenze e dalle tossicodipendenze dei giovani fino all’alzheimer. Abbiamo dei dati allarmanti anche sul gioco di azzardo, sia tra i pensionati sia tra i giovanissimi che giocano on line, e vorremmo intervenire attraverso sportelli ad hoc, peraltro già previsti da una legge regionale in tutti i municipi», continua la responsabile del Sociale che, dopo il terremoto innescato dall’inchiesta su Mafia Capitale, sottolinea: «Roma è piena di associazioni, cooperative per bene che sono capaci di lanciare con i territori una nuova fase. legalità e giustizia sociale possono stare insieme».

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