Ghetto, il capo della polizia Pansa e il questore D'Angelo in visita al tempio ebraico | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Ghetto, il capo della polizia Pansa e il questore D’Angelo in visita al tempio ebraico: “La minaccia c’è sempre”

Una passeggiata nel cuore del ghetto ebraico per lanciare un messaggio forte e chiaro: «Roma non deve avere paura, le misure di sicurezza messe in campo consentono di stare sereni». A parlare è il capo della polizia, Alessandro Pansa, accompagnato dal questore della Capitale, Nicolò D’Angelo, e dai vertici della comunità ebraica, da Riccardo Pacifici a Renzo Gattegna. Una visita al ghetto, tra il Portico d’Ottavia e la sinagoga, per tranquillizzare residenti e romani, senza nascondere però che «la minaccia esiste». «È una minaccia di carattere generale a tutto l’Occidente – ha sottolineato Pansa – per la quale noi abbiamo valutato il rischio e adottato le misure necessarie per rendere questa città sicura». A fare da eco al capo della polizia, arrivano le parole anche del questore che ha annunciato l’arrivo nel quartiere ebraico dei pilomat, i dissuasori stradali per regolare il flusso del traffico, peraltro già presenti in alcune zone. «Dopo i fatti di Parigi – ha sottolineato D’Angelo – abbiamo ritenuto necessario rimodulare e rinforzare le misure di sicurezza anche con una ripedonalizzazione dell’area». E proprio al ghetto potranno arrivare ulteriori rinforzi dai 500 uomini inviati a Roma dal Viminale in seguito agli scontri con i tifosi del Feyenoord del mese scorso. «Se necessario rafforzeremo ancora di più questo quartiere – ha concluso – anche se c’è una vigilanza dinamica superiore rispetto al passato». «Noi siamo sempre stati abituati a vivere sotto la sorveglianza delle forze dell’ordine, che ringraziamo – ha spiegato il presidente della comunità ebraica, Riccardo Pacifici – Oggi nulla è cambiato, anzi, siamo uniti più che mai per non far vincere la paura». Una parola che oggi più volte è riecheggiata per le strade del quartiere ebraico, il quale ha risposto ostentando serenità e tranquillità, sentimenti espressi più volte sia dai vertici delle forze dell’ordine che da quelli della comunità. «Qui si può passeggiare senza alcun timore», ha ribadito più volte Pansa durante la passeggiata, mentre decine di bimbi affollavano le strade dopo una giornata di scuola. «Ecco come rispondiamo alle minacce, mantenendo serena la nostra vita quotidiana, con incontri ed iniziative», il commento di Pacifici che passando vicino alla piazza dedicata a Stefano Gaj Tachè, si ferma qualche minuto per ricordare la morte di quel bimbo di due anni, vittima, nel 1982, del più sanguinoso attentato antisemita alla sinagoga di Roma.

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