Sei nazioni, l'Italia di rugby zero in tutto e la Francia rinasce | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Sei nazioni, l’Italia di rugby zero in tutto e la Francia rinasce. Brunel: “Siamo stati dominati”

– E meno male che, per la prima volta, l’Italia partiva favorita. La sfida del 6 Nazioni contro la Francia in crisi, reduce da due sconfitte, è stata una autentica Caporetto del rugby azzurro, con scene da film dell’orrore sportivo conclusesi con l’onta di non essere riusciti a segnare nemmeno un punto in casa. È finita 0-29, e va sottolineato che da quando il torneo più antico del mondo ha assunto l’attuale formato a sei, e quindi dal 2000 a oggi, c’erano stati soltanto altri due zeri in fatto di punteggi e quindi questo è quasi un altro record in negativo. I precedenti erano stati quello dell’Italia sempre contro la Francia, ma a Parigi (25-0 nel 2004), e lo 0-20 di Scozia-Inghilterra dell’anno scorso. È stata quindi una delle peggiori esibizioni di sempre dell’Italrugby, che in campo non ha messo in pratica lo straccio di un’idea, se non nei primi 20 minuti, quando ha avuto il predominio del gioco ma, come spesso le capita (vedi match di quest’anno contro l’Irlanda) non è stata capace di concretizzare. Dopo gli errori dalla piazzola di Allan (poi costretto a uscire già al 14′) e del suo sostituto Orquera, che dai 40 metri ha centrato uno dei due pali, la squadra di Brunel si è sciolta, e una Francia non trascendentale e poco incline al ‘French Flair’, il gioco spumeggiante che l’aveva resa famosa, ha preso il sopravvento, anche se ha segnato i suoi primi punti soltanto al 35′, quando il pubblico dell’Olimpico cominciava già a sbadigliare per la noia o a spazientirsi per errori come il pasticcio di Morisi che sembrava lanciato in meta ai 22 metri avversari. Lo stesso Morisi, l’uomo delle due mete a Twickenham, al 38′ era costretto a uscire dopo essere stato preso da conati di vomito in campo. Agli azzurri non serviva nemmeno la superiorità in touche perchè poi risultavano incapaci di offendere, nel frattempo i Coqs, sempre molto attenti in difesa e pronti ai placcaggi, cominciavano a prendere quota grazie anche alla precisione balistica di Lopez e, nella ripresa, di Plisson, 23enne dello Stade Francais che incarna la figura di quell’apertura che all’Italia continua a mancare terribilmente dai tempi del ritiro di Dominguez. Così adesso ci si chiede quanto ancora durerà il circo mediatico e degli sponsor che si muove intorno a questa nazionale, a fine partita fischiata da qualcuno dei 65mila spettatori che, ancora una volta, hanno riempito l’Olimpico, e rimane l’amarezza di aver dovuto constatare che quello di Edimburgo è stato soltanto l’ennesimo fuoco di paglia. In attesa di chiudere il torneo sabato prossimo contro il Galles, che verrà a Roma con la possibilità di conquistare il successo finale ma dovrà segnare una marea di punti e quindi non farà sconti, non si possono che fare pensieri negativi anche in chiave mondiale, perchè a Inghilterra 2015 Parisse (oggi uscito per infortunio) e soci ritroveranno proprio Irlanda e Francia, ovvero le due squadre contro cui quest’anno hanno fatto le figure peggiori. La meta a tempo scaduto di Bastareaud, cattivo per antonomasia ed ‘energumenò del rugby francese, era l’ultima umiliazione di una giornata conclusasi con una resa umiliante, ma purtroppo specchio dei tempi.

L’Italia incassa la peggiore sconfitta casalinga al Sei Nazioni senza mai segnare (0-29) e in casa azzurra, al termine del match con la Francia, è forte la delusione. «nei primi 20 minuti abbiamo avuto il possesso e la possibilità di mettere sei punti – ricorda il ct dell’Italrugby, Brunel -, poi la Francia ha dominato la partita. Abbiamo avuto problemi in touche, nei punti di contatto e poi anche in mischia». Un passo indietro dopo il successo contro la Scozia. «Mi aspettavo una partita difficile in rapporto al contesto dell’avversario – aggiunge il ct azzurro -. Speravo di iniziare bene e prendere un vantaggio nel punteggio, poi abbiamo regalato un pò e la Francia ha preso fiducia. Abbiamo perso l’uno contro uno? Anche nella costruzione collettiva. La nostra mischia ha avuto delle difficoltà e i nostri lanci non sono stati di qualità». La Francia, che fino ad oggi aveva subito soltanto due mete, ha imposto la sua difesa. «Era il loro punto forte e hanno costruito là la loro vittoria. Oggi i francesi sono stati superiori tecnicamente», riconosce Brunel. A pesare anche l’infortunio iniziale di Allan schierato al posto di Haimona, anche lui costretto ai box. «Il forfait di Haimona era previsto – spiega il ct -. Allan ha avuto un problema nel riscaldamento e abbiamo cercato di risolverlo». Rammarico anche tra i giocatori. «Abbiamo fatto la settimana migliore dall’inizio del Sei Nazioni – dice il vice capitano Ghiraldini -. Abbiamo passato 20-25 minuti sempre nei loro 40 metri, ma non siamo riusciti a realizzare. Poi abbiamo lasciato che i francesi riprendessero fiducia». «Siamo molto delusi – rivela Venditti -. L’abbiamo preparata bene ma non è andata come volevamo ma non l’abbiamo presa sottogamba». «Non penso sia un problema di preparazione – assicura Masi -, purtroppo non abbiamo giocato al nostro miglior livello e abbiamo sofferto molto sui punti di incontro e le fasi statiche. Ora dobbiamo reagire per finire con una grande prestazione con il Galles». Sabato prossimo, sempre all’Olimpico, non ci saranno sicuramente Aguero (contusione alla cartilagine del costato) e Allan (stiramento di 1/o-2/o grado all’adduttore della gamba destra) e, se gli esami di domani non saranno positivi, probabilmente neppure il capitano Parisse (distorsione al metatarso e alla falange del piede destro con interessamento dei legamenti). Umore opposto tra i ‘Coqs’, che ritrovano il successo. «Sono molto soddisfatto, abbiamo mostrato grande aggressività contro una grande squadra come l’Italia che si era vista ad Edimburgo – spiega il ct Saint Andrè – Ottimo il match del capitano Dusautoir. Lui e Nicolas Mas hanno preso in mano la situazione». «Abbiamo dimostrato carattere della squadra, ora ci concentriamo sull’Inghilterra», sottolinea il capitano ‘Blues’.

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