Cappella Sistina, il Papa ai clochard in visita: "Questa è casa vostra" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Cappella Sistina, il Papa ai clochard in visita: “Questa è casa vostra”

– I 150 senzatetto, invitati dall’Elemosineria Pontificia a visitare i Musei Vaticani, erano appena giunti, verso le 17.00, nella Cappella Sistina, quando si è affacciato papa Francesco, accompagnato solo da un maggiordomo. Il Papa – tra i clochard fino ad allora col naso all’insù per godere per la prima volta degli affreschi di Michelangelo – ha stretto le mani a quanti incontrava sul suo cammino e ha preso la parola dicendo: «Benvenuti. Questa è la casa di tutti, è casa vostra. Le porte sono sempre aperte per tutti». Bergoglio ha quindi voluto ringraziare espressamente mons. Konrad Krajewski, l’elemosiniere, per aver organizzato la visita, che ha definito «una piccola carezza» per gli ospiti. Il Papa ha poi aggiunto: «Pregate per me. Ho bisogno della preghiera di persone come voi». Ha quindi dato la benedizione: «Il Signore vi custodisca, vi aiuti nel cammino della vita e vi faccia sentire il suo amore tenero di Padre». Francesco ha infine salutato i presenti uno ad uno, intrattenendosi con gli ospiti per oltre 20 minuti. Per un pomeriggio, i 150 ospiti abituati a vivere per strada e a dormire in ripari di fortuna hanno potuto ammirare alcune tra le bellezze artistiche più celebri al mondo. Sono entrati in Vaticano dal cancello Petriano, e sono giunti ai Musei Vaticani costeggiando l’abside della Basilica. Dopo l’incontro con il Papa e la visita guidata alla Sistina, si sono diretti verso le 18.00 al Posto di ristoro all’interno dei Musei, e una volta consumata la cena sono usciti ancora dal Petriano. «La visita alla Cappella Sistina è stata grandiosa: quando ho visto l’affresco ho capito dove è potuto arrivare il genio di Michelangelo, quanto sia stato straordinario, una mente come oggi non ce ne sono più», ha commentato ancora emozionata Graziella, clochard di origine sarda da oltre 30 anni trapiantata a Roma. L’emozione più grande, ha comunque raccontato, è stato l’incontro «del tutto inaspettato» con Papa Francesco. «È stata una grande sorpresa incontrarlo – ha detto -. Il Papa è stato molto sorridente ma soprattutto mi ha colpito la sua umiltà. Chi altro farebbe questo? Nessuno, io vado sempre in chiesa ma non avevo mai sperimentato una umanità e una umiltà del genere». Graziella ha parlato di esperienza «irripetibile», dicendosi comunque felicissima di poterla eventualmente ripetere, anche perchè non è stato possibile in quest’occasione visitare le Stanze di Raffaello ed altre parti del museo. Alla domanda se il Vaticano con le sue numerose iniziative a favore dei senzatetto e della promozione della loro dignità stia dando anche una lezione alla politica, la donna ha replicato: «non credo, penso piuttosto che il Vaticano in questo modo stia dicendo e facendo ciò che deve dire e fare, sta seguendo la dottrina di Cristo e certo comunque in questo modo sta dando il buon esempio». La donna ha raccontato di aver appreso della visita solo tre giorni fa tramite conoscenze e di aver voluto subito sfruttare l’opportunità. «Si è mangiato benissimo – ha detto infine sulla cena -, ma il regalo più bello è stata la benedizione che abbiamo ricevuto uno per uno dal Papa». Tra i clochard più emozionati all’uscita dalla speciale visita, anche Antonio, napoletano di 65 anni senza fissa dimora. «Sono stato io quello che si è intrattenuto più a lungo con il Papa – ha spiegato -. È stata un’emozione indescrivibile, uno scambio semplice in cui gli ho detto che sono napoletano e gli ho detto che anche lui è napoletano. Così il Papa mi ha risposto ‘forza Napolì. Ed io di rimando ho replicato ‘forza Argentinà. Poi gli ho chiesto di pregare per mia suocera che da poco non c’è più e lui mi ha assicurato che lo farà». «Ma molto bello – ha aggiunto – è stato soprattutto il momento in cui ci ha detto che il Vaticano è aperto a tutti». Alla domanda se si aspettava l’arrivo tra loro del Papa, Antonio ha detto: «no assolutamente, siamo rimasti tutti colpiti dalla spontaneità della sua persona». «Lui – ha anche commentato – sta cercando di cambiare la Chiesa come si vede da questi gesti indirizzati a noi che siamo gli ultimi. Ma devo dire che la Chiesa ancora non cambia, ce ne è di strada da fare».

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