Addio a Giovanni Berlinguer, l'ultimo saluto del mondo della politica | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Addio a Giovanni Berlinguer, lontano dalle scelte di Renzi. L’ultimo saluto del mondo della politica

Non solo uomo politico ma anche scienziato e professore di Medicina Sociale a Sassari prima e alla Sapienza di Roma, poi. L’Università romana, dove per anni è stato docente di Fisiologia e Igiene del lavoro, non ha dimenticato Giovanni Berlinguer e ha deciso di dedicargli un ultimo, laico, saluto. Questa mattina, nell’Aula Magna dell’ Ateneo capitolino si è svolto il funerale laico a cui hanno partecipato, al fianco dei familiari, amici e colleghi di Giovanni, morto nella notte tra domenica e lunedì scorso: dal vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, al vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli, dal presidente del Pd, Matteo Orfini, al capogruppo Pd al Senato, Luigi Zanda. E poi ancora Massimo D’Alema, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e i parlamentari Bindi, Finocchiaro e Fassina. A ricordarlo, nei discorsi commemorativi, sono stati il figlio Mario, il rettore Eugenio Gaudio, Walter Veltroni, Achille Occhetto, Fabio Mussi e diversi docenti universitari. «Se ne va un’altra persona che ha salvato l’Italia e che ha combattuto le buone battaglie – ha detto l’ex sindaco di Roma ed ex segretario del Pd Veltroni -. Era un dirigente politico intelligente e moderno, una persona mite e forte. Ha portato molto nella cultura della sinistra perchè fu tra i primi a far capire il valore della scienza e della modernità», mentre l’ex premier Massimo D’Alema, partecipando alla cerimonia, ha voluto sottolineare come, nonostante «ciascuno abbia fatto le scelte che ha fatto…siamo rimasti legati alla nostra storia». Perchè Giovanni Berlinguer, già parlamentare comunista e fratello dello storico leader del Pci, Enrico, decise di non entrare a far parte del Pd. Una scelta che, secondo l’ultimo segretario del Pci Achille Occhetto, è da motivarsi col fatto che Giovanni «aveva un forte senso di comunità e dell’attenzione al lavoro collegiale. Allo stesso tempo era un grande fautore dei diritti e del valore dell’individualità. Il vero mistero è saper unire due cose: il senso del valore dell’individuo e la cooperazione di gruppo e questa era la sua filosofia», una filosofia che «assolutamente no», non è presente nel partito di Renzi. D’accordo con questa visione anche il cugino Luigi, ex ministro dell’Istruzione: «io ho ha aderito al Partito democratico e sto cercando di contribuire al suo cammino. Lui non condivideva non tanto la soluzione quanto forse le scelte intorno al presidente Renzi. Però se si fa un partito poi bisogna accettare la democrazia interna di questo partito». Anche la Camera e il Senato hanno commemorato Giovanni Berlinguer. «L’Italia – ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini – ha perso un importante testimone del dibattito democratico». E. intervenendo a Palazzo Madama, il senatore del Pd Walter Tocci ha chiosato: «È venuto a mancare una figura preminente della Repubblica italiana, uno dei suoi migliori politici».

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