Omicidio Esposito, la procura chiede il processo per Daniele De Santis
-Omicidio volontario e porto abusivo d’armi. Per questi reati la procura di Roma ha chiesto che sia processato Daniele De Santis, l’ex ultrà giallorosso che il 3 maggio dello scorso anno, poco prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli, ferì gravemente con un colpo di pistola Ciro Esposito. Il sostenitore azzurro morì dopo 53 giorni di agonia. L’udienza del gup è fissata per il 28 aprile prossimo e sotto processo, così come sollecitato dai pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio, potrebbero finire due tifosi napoletani, Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito, accusati di rissa aggravata. Facevano parte del gruppo, per l’accusa, che rincorse «Gastone» dopo un attacco ad un pullman di innocui tifosi napoletani. I fatti avvennero nella zona di viale Tor di Quinto, non lontano dallo stadio Olimpico. Il colpo di pistola, sostengono i pm, partì dalla pistola di De Santis nel corso della rissa scoppiata nel viottolo di accesso al Ciak Village dove De Santis viveva in quanto custode. Il proiettile penetrò il polmone di Esposito per andarsi a conficcare nella colonna vertebrale. Lesioni che apparvero subito gravissime al punto che, come confermato dal medico legale Costantino Ciallella che ha svolto una consulenza per la Procura, se Ciro si fosse salvato avrebbe comunque rischiato di rimanere paralizzato. Dal canto suo De Santis, sostiene di aver sparato per legittima difesa. Per l’ex ultrà giallorosso ci saranno conseguenze permanenti al piede sinistro legate al pestaggio subito dai napoletani. Riscontrate sull’uomo anche una cicatrice sulla fronte, forse dovuta ad un colpo subito con il calcio della pistola sottrattagli da uno dei napoletani. Nella vicenda sono coinvolti anche altri quattro ultrà romanisti sospettati di aver spalleggiato «Gastone», caschi neri in testa, durante l’assalto al bus di napoletani e fuggiti al primo accenno di reazione degli «avversari» che avevano assistito alla scena. Le loro posizioni sono state stralciate dal fascicolo principale. La giornata di incomprensibile follia di quel 3 maggio è costata cara anche al capo ultras napoletano Gennaro De Tommaso, conosciuto come «Genny ‘a carogna», anche se per fatti scollegati alla morte di Ciro Esposito. In particolare, è sotto processo per aver capeggiato un gruppo di circa 100 sostenitori azzurri concentrati in piazza Mazzini con fumogeni e petardi, intenzionati, secondo la Procura, a tendere agguati ai tifosi della Fiorentina.
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