Caos scioperi, ancora un venerdì nero per Roma. Occupati i vagoni della metro. Linea A chiusa in anticipo, autisti Atac: "Ci usano per fare cassa" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Caos scioperi, ancora un venerdì nero per Roma Occupati i vagoni della metro: linea A chiusa in anticipo. Autisti Atac: “Ci usano per fare cassa”

scene di panico, grida e insulti ai macchinisti, ma anche una rissa sfiorata alla stazione Anagnina, dove sono dovute intervenire - secondo quanto riferito dal Codacons

– I più superstiziosi non si davano pace da giorni e oggi, venerdì 17, hanno avuto le loro conferme, soprattutto a Roma. Un venerdì dalle fosche tinte, iniziato con tre scioperi indetti dal trasporto pubblico che hanno messo in ginocchio la città, mandato in tilt il traffico, ed esasperato a tal punto gli animi che centinaia di cittadini hanno occupato i convogli della metropolitana, rifiutandosi di scendere dopo che il macchinista aveva aderito allo sciopero, secondo loro in anticipo di 10 minuti rispetto all’orario previsto, fissato per le 8:30. Un episodio su cui si dovrà fare chiarezza e su cui Atac e l’Autorità di garanzia per gli scioperi, in caso venissero accertate violazioni delle norme, promettono sanzioni. Una giornata di passione per i romani, aggravata nel pomeriggio anche dal corteo dei movimenti per la casa, che ha mandato di nuovo in tilt il traffico in centro, già messo a dura prova dai tanti bus turistici incastrati tra le auto o parcheggiati in doppia fila che hanno costretto gli automobilisti a sensi unici alternati anche in strade a doppio senso. Ma è sulla metro A, ad avvio dello sciopero, che si è scatenato il caos massimo: scene di panico, grida e insulti ai macchinisti, ma anche una rissa sfiorata alla stazione Anagnina, dove sono dovute intervenire – secondo quanto riferito dal Codacons – le forze dell’ordine e l’esercito, ma anche ad Arco di Travertino e Re di Roma. Alcuni passeggeri hanno ripreso le scene col telefonino, ritraendo passeggeri imbufaliti dopo che gli altoparlanti li invitavano a «evacuare treni, stazioni e fermate». Il Codacons ha inviato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma e all’Autorità Garante sugli scioperi per interruzione pubblico servizio, attentati alla sicurezza dei trasporti e violenza privata nei confronti degli utenti. E il sindaco Ignazio Marino è stato da subito chiaro: «il diritto di sciopero deve essere garantito ma anche il diritto dei cittadini a muoversi, non accettiamo questi comportamenti». La Cisl dà la colpa all’Atac: «Il risultato della decisione scellerata dell’azienda di far evacuare i treni della metro A sono due agenti di stazione ricoverati in ospedale perchè aggrediti dagli utenti», denuncia Gianluca Donati, segretario della mobilità della Fit Cisl Roma e Lazio. Ma Atac ribatte «che non possono essere esclusi, tra i motivi che hanno scatenato i disagi, le difficoltà di accettazione da parte di alcune sigle sindacali dell’accordo che l’azienda ha da poco varato e che mira a recuperi di produttività, facendo aumentare le ore di guida dei macchinisti dalle 736 alle previste 950 all’anno». A grida vittoria è l’Ugl, il sindacato promotore dello sciopero: ha aderito il 40% dei lavoratori «e non si trattava solo dei nostri iscritti. C’è un malcontento generale sulla gestione Atac -spiega il segretario Autoferrotranvieri Ugl Roma-Lazio Valentina Iori- contro una politica aziendale che fa cassa sulle pelle dei lavoratori: il contratto firmato da Cgil Cisl e Uil a giugno prevede che in caso di assenze parte del salario venga decurtata in busta paga. Misura per ora applicata a amministrativi e bigliettai, ma il progetto è estenderlo anche ad autisti, macchinisti e operai». Ed è lo stesso assessore alla Mobilità Guido Improta a confermare i timori della sindacalista: «L’obiettivo è allargare questo metodo che sta dando ottimi risultati anche a autisti e macchinisti», la linea è insomma dare più soldi a chi lavora di più e ha fatto meno assenze. «Ma oggi – osserva l’assessore – è arrivato un chiaro segnale per rallentare il percorso di risanamento e rilancio dell’Azienda Atac che, tuttavia, va avanti».

C’è un malcontento «generale e diffuso» sulla gestione Atac. Nel giorno dello sciopero del tpl roman, tra i più eclatanti degli ultimi anni, tra treni evacuati, cittadini furenti e aggressioni in metrò, a spiegare il motivo della protesta è Valentina Iori, segretario Autoferrotranvieri Ugl Roma-Lazio, sigla che ha promosso la mobilitazione. «Tra i motivi che hanno portato alla protesta di oggi il contratto firmato il 27 giugno scorso da Atac e Cgil, Cisl e Uil – dice la sindacalista – che prevede una riorganizzazione economica per cui in caso di assenze quota parte del salario viene decurtata». Lo sciopero, che secondo l’Ugl ha coinvolto tra il 30 e il 40% dei dipendenti della municipalizzata dei trasporti, è «contro una politica aziendale che pensa di far cassa sulla pelle dei lavoratori». All’interno dell’accordo nel mirino, secondo Iori, «assenze vengono considerate anche malattie e congedi parentali. Per ora è applicato a amministrativi, verificatori e bigliettai. Ma il progetto aziendale è estenderlo anche ad autisti, macchinisti ed operai». «Abbiamo chiesto un incremento di produttività – la posizione dell’assessore ai Trasporti Guido Improta -. Ci aspettiamo delle resistenze e la giornata di oggi penso sia la prima di queste resistenze al cambiamento. C’è un segnale che i lavoratori vogliono mandare alle organizzazioni sindacali rispetto al percorso di risanamento che in maniera consapevole hanno avviato con l’amministrazione capitolina. Grazie all’intesa firmata tra Atac e Cgil, Cisl e Uil ben 1.608 dipendenti su 2.321 addetti interessati dall’accordo hanno percepito più soldi perchè hanno lavorato di più e fatto meno assenze». L’Atac, da parte sua, «sottolinea che è in corso la predisposizione della relazione da inviare all’Autorità Garante dello Sciopero e precisa che non possono essere escluse, tra le motivazioni che hanno scatenato i disagi, le difficoltà di accettazione da parte di alcune sigle sindacali della piattaforma riorganizzativa che l’azienda ha recentemente varato e che mira a recuperi di produttività, facendo aumentare le ore effettive di guida dei macchinisti dalle 736 alle previste 950 all’anno». Capitolo a parte, lo svolgimento dello sciopero. Il Codacons, che ha annunciato un esposto in Procura, sottolinea che «secondo molti utenti il servizio sulla metro A sarebbe stato interrotto a partire dalle ore 8:15, anzichè dalle ore 8:30 come previsto». Ma le responsabilità di chi sono? Su questo faranno luce gli organi competenti, intanto dalla Cisl (sigla che non ha indetto la giornata di sciopero) il segretario della mobilità della Fit Roma e Lazio, Gianluca Donati, punta il dito: «Non c’è nessuna irregolarità: lo sciopero è iniziato correttamente alle 8.30. L’unica responsabilità è ascrivibile a una cattiva gestione da parte di Atac perchè hanno comandato l’evacuazione dei treni della metropolitana per chiudere la linea. La direzione avrebbe potuto comandare al macchinista anche di finire la corsa».

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