Roma, il giudice riapre la curva sud: attesa per i tifosi | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Roma, il giudice riapre la curva sud: attesa per i tifosi

Un’apparente questione di nomi, un sostanziale messaggio politico: a due giorni da Roma-Atalanta, nel pieno delle roventi polemiche tra il presidente Pallotta e gli ultrà giallorossi, il giudice sportivo ‘riaprè una parte della Curva Sud, chiusa per gli striscioni contro la madre di Ciro Esposito. Lo spicchio di Olimpico riabilitato dopo la squalifica è quello laterale attiguo alla tribuna Monte Mario, che ospita seimila romanisti. Chi siede in Sud nel settore che una volta era considerato Distinti, infatti, non deve essere associato ai «fucking idiots» (copyright di Pallotta) che durante la gara col Napoli dal centro della Curva esposero striscioni insultanti contro la signora Leardi. A chiarirlo, su richiesta del dg Baldissoni, è stato il giudice Tosel che con una nota aggiuntiva, e dopo un supplemento d’indagine, ha evidenziato come la cosiddetta ‘Curva Sud lateralè – divisa dalla zona centrale da barriere architettoniche, e con ingressi indipendenti – non ha avuto nulla a che fare con le offese alla madre del tifoso napoletano ucciso. La decisione ovviamente è stata accolta con soddisfazione a Trigoria, ma adesso bisognerà vedere se domenica i tifosi entreranno effettivamente allo stadio, o se invece resteranno all’esterno in segno di protesta, solidali con lo zoccolo duro della Curva. Domani mattina in questura è in programma un tavolo tecnico per stabilire le misure di sicurezza e organizzative da adottare. Da quanto si apprende sarà impiegato un ‘sostanziosò numero di personale delle forze dell’ordine. La frattura tra una parte dell’ambiente e la proprietà americana, infatti, non è da sottovalutare. Pallotta, a parole e con i fatti (il no al ricorso), ha tagliato i ponti con la frangia violenta del tifo giallorosso, incassando il plauso delle istituzioni (sportive e non) ma anche le proteste di chi non si è sentito tutelato e offeso dai termini forti utilizzati dal presidente. «Pallotta…88 anni di storia…in 4 anni l’hai distrutta» è solo l’ultima scritta polemica comparsa in città nei giorni in cui invece le autorità sportive discutono sull’opportunità di vietare gli striscioni all’interno degli stadi. Per il numero 1 del Coni Malagò, che non si è detto preoccupato in vista di domenica, «fanno parte da sempre della nostra storia del tifo, del nostro folklore e delle nostre tradizioni, ma sinceramente non credo sia un dramma assurdo vietarli se questo aiuta a risolvere parte dei problemi che ci sono intorno al calcio. Anche perchè, negli altri Paesi europei calcisticamente evoluti, non sanno neanche di cosa di parla». «Striscioni sì o no? Sono tutti meccanismi che vanno visti da un punto di vista tecnico e se aiutano in una logica di prevenzione – è invece il punto di vista del presidente della Lega Serie A, Beretta -. Uno strumento di questo genere andrebbe valutato anche rispetto al tema delle sanzioni per evitare di dare un’arma impropria a delle piccole minoranze che provocano soltanto danni».

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