Marino a tutto campo: “Il 49% mi voterebbe: sto cambiando la città. Renzi interpreta il cambiamento”
-«Un romano su due mi voterebbe in un momento in cui io sto veramente cambiando la cultura. Il gradimento è al 49%». Così, in una video intervista a La Stampa il sindaco Ignazio Marino risponde al giornalista che gli chiede perchè il suo gradimento sia così basso, secondo i sondaggi, rispetto ad altri sindaci. «Poi -ha aggiunto Marino- una città che era un pò più abituata al medico di famiglia amico che ti fa il certificato medico, al vigile che chiude un occhio, improvvisamente si è trovata di fronte ad un’amministrazione che dice ‘no, servono le regole, con le regole vivremo meglio tuttì. Questa città si trova a cambiare improvvisamente e il cambiamento preoccupa».«Un macchinista della metropolitana di Milano con un contratto di circa 3000 euro al mese guida per 1.150 ore all’anno. Quando mi sono insediato un macchinista della metropolitana di Roma, con un contratto analogo da 3000 euro, guida 736 ore l’anno, 400 ore in meno di quello di Milano. Noi abbiamo chiesto che nel nuovo contratto venisse portato almeno a 950 ore all’anno ed è per questo che poi abbiamo avuto il 17 aprile quello sciopero su cui stiamo indagando con una commissione di inchiesta. Sono stati lasciati i treni senza arrivare a fine corsa ed io ritengo che non sia giusto». Lo ha detto il sindaco di Roma Ignazio Marino in una video intervista a La Stampa. «È giusto pagare ai macchinisti un salario alto perchè hanno la responsabilità di tante persone ma credo non sia accettabile il fatto che abbiano un contratto in cui lavorano 400 ore in meno di quelli di Milano», ha aggiunto. «Roma, come sta facendo, deve ritornare alla legalità. Aveva uno spazio straordinario come il Teatro Valle nel cuore di Roma, occupato, con le bollette che venivano pagate dai contribuenti con denaro pubblico. Questo è un reato dal punto di vista della legge e infatti la Corte dei Conti sta indagando sul perchè siano state pagate per tanti anni durante la giunta Alemanno delle bollette in un teatro occupato. Noi abbiamo seguito una strada diversa: abbiamo parlato con gli artisti, vogliamo che il teatro riapra e riaprirà a breve, lo abbiamo integrato con il Teatro di Roma». Lo ha detto il sindaco di Roma Ignazio Marino in una video intervista a La Stampa parlando della vicenda del Teatro Valle.«I Fori Imperiali, con gli spettacoli al Foro di Augusto e al Foro di Cesare di Piero Angela, dimostrano che con la cultura di può fare anche profitto. Abbiamo questa meravigliosa illuminazione notturna disegnata dal premio Oscar Vittorio Storaro. All’inizio dicevo che la decisione di chiudere al traffico i Fori Imperiali era molto popolare all’estero e molto impopolare a Roma. Oggi posso dire che è popolare anche a Roma». Lo ha detto il sindaco di Roma Ignazio Marino in una video intervista a La Stampa. – «Come amministratore mi trovo molto bene con il Pd di Renzi, collaboro con i ministri, in particolare con Padoan, Delrio, il sottosegretario De Vincenti, che stanno aiutando Roma a cambiare passo». Poi, «così come scrive il vostro giornale questa mattina con l’editoriale del direttore, io condivido pienamente quello che dice Matteo Renzi: ‘basta con un’Italia che si piange addossò. Lo ha detto il sindaco di Roma Ignazio Marino in una video intervista sul sito de La Stampa. »Se c’è una differenza forte -ha aggiunto- tra noi e gli USA è che gli USA sono orgogliosi di essere americani. Noi perchè non possiamo esserlo, se abbiamo mille motivi? Matteo Renzi sta interpretando il cambiamento. Alcune cose possono essere discusse o discutibili, ma dobbiamo scrollarci da dosso quel pessimismo atavico che ci ingabbia e non ci fa volare«.«Personalmente non mi sono mai allontanato dal popolo del Pd e, anzi, ho sempre affermato con una certa convinzione e con un certo orgoglio di essere un nativo del Pd e anche un fondatore di questo partito». Lo ha detto il sindaco di Roma Ignazio Marino in una intervista video con La Stampa pubblicata sul sito del giornale. Interpellato dal giornalista, Marino ha aggiunto: «È vero, all’inizio del mio mandato, il Pd romano – e questo lo voglio specificare – era sorpreso del mio modo di agire, perchè nel decidere le nomine io mi affidavo al curriculum delle persone».
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