Giubileo, Fisichella: "Riparare i pellegrini dall'abusivismo". Vaticano: "Anno Santo per carcerati" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Giubileo, Fisichella: “Riparare i pellegrini dall’abusivismo, niente a che vedere con il 2000”. Vaticano: “Anno Santo per carcerati”

Niente a che vedere con il grande giubileo del Duemila: «ogni confronto è privo di significato». Piuttosto il giubileo della misericordia indetto da papa Francesco cercherà di portare «la misericordia nella vita quotidiana della Chiesa, »nella quotidianità dei nostri gesti e delle nostre testimonianze«. Mons. Rino Fisichella presentando ai giornalisti finalità, calendario, logo e organizzazione dell’Anno santo della misericordia, che si aprirà l’8 dicembre 2015 per concludersi il 20 novembre 2016, è sicuro del carattere fortemente spirituale che avrà l’evento. A favore di questa prospettiva giocano anche i rapidissimi tempi di preparazione: l’idea è nata da un »moto dello Spirito« di papa Francesco in una udienza privata con Fisichella, lo scorso 29 agosto. Tempi rapidi, organizzazione agile e concentrata sulla fede, dovrebbero caratterizzare l’evento, probabilmente grazie e indicazioni in tal senso del Papa. La collaborazione con l’Italia è a buon punto, la prossima settimana ci sarà un incontro »bilaterale« per definire eventi e sicurezza. Il calendario delle celebrazioni romane con il Papa – ogni diocesi avrà un suo giubileo con sue celebrazioni e iniziative – prevede diverse giornate giubilari: il 6 novembre 2016 quella dei carcerati, di cui verranno definiti i dettagli, e che se si definirà la partecipazione di alcuni detenuti alla messa del Papa sarà una prima volta; il 22 febbraio 2016 quello della curia romana. »Mettendolo in calendario – ha risposto Fisichella a una domanda in tal senso – non abbiamo minimamente pensato alla riforma della curia, (allo studio del C9 e che porterà una nuova costituzione, ndr), ma solo al fatto che ‘ecclesia semper reformandà vale anche per la curia. Di specifico – ha aggiunto – non posso dire di più, se non che si terrà il giorno della festa della Cattedra di Pietro«. Ancora il 24 aprile quello degli adolescenti, il 5 settembre – festa di Madre Teresa – quello dei volontari. È prevista la selezione di un gruppo di »missionari della misericordia«, indicati e approvati dai vescovi. Intitolare il giubileo alla misericordia, ha detto mons. Fisichella, esprime un »forte legame con il Concilio«, come scrive anche il Papa nella bolla di indizione, e indire questo giubileo vuole aiutare a »non far diventare il Concilio un reperto archeologico«, a trovare »un linguaggio nuovo che si faccia forte anche di segni«, per quella chiesa in uscita e dalle porte aperte che papa Bergoglio ha chiesto nella Evangelii Gaudium. I pellegrini che giungeranno a Roma, ha commentato il vescovo, devono poter seguire »l’evento in modo religioso, con sicurezza, e al riparo dalle intemperie dell’abusivismo«. Ogni giorno in piazza S.Pietro,ha osservato, »affiorano macchinette per selfie, oggetti, c’è di tutto«, e la gente subisce »senza neanche rendersene conto, ora, se si fa con i turisti non c’è alcun problema, ma se con i pellegrini sì«, vorremmo per il giubileo »più preghiera, magari silenzio«. La prossima settimana ci sarà un incontro »bilaterale«: per parte vaticana, »ci saremo – ha detto Fisichella – io e l’assessore alla segreteria di Stato mons. Wells, per parte italiana il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, il sindaco di Roma Ignazio Marino e un rappresentante della Regione, ci è stato fatto il nome del vicepresidente della giunta regionale«. Nell’incontro si parlerà ovviamente di sicurezza, ma »la sicurezza più grande – ha detto mons. Fisichella – è quella che ci viene dall’Alto, che siamo sicuri sosterrà tutti quelli che sono impegnati a garantirla«. »Roma – ha detto – sarà sicuramente all’altezza dell’avvenimento«. Motto del Giubileo è »Misericordiosi come il Padre« (tratto dal Vangelo di Luca, capitolo sesto, versetto 36). Il logo, opera del padre gesuita Marko Rupnik mostra il Figlio che si carica sulle spalle l’uomo smarrito.

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