Nomadi, sos centri di raccolta: spesi 8 milioni. E il Campidoglio pensa al bonus casa | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Nomadi, sos centri di raccolta: spesi 8 milioni. E il Campidoglio pensa a buoni per gli alloggi

Il Campidoglio ha ‘sprecatò otto milioni di euro nel 2014 per i centri di raccolta rom della Città Eterna. Luoghi con «spazi angusti e condizioni igienico sanitarie precarie» dove vivono letteralmente «segregate» oltre 240 famiglie. A lanciare l’sos l’associazione 21 luglio che oggi ha presentato un report con una fotografia del sistema accoglienza rom della Capitale. E intanto Francesca Danese, assessore al Sociale della giunta Marino, lancia l’idea di aprire il ‘bonus casà anche ai rom. A Roma vi sono attualmente tre centri di raccolta: il Best House Rom e le strutture in via Salaria e via Amarilli – a questi si aggiungono quattro strutture (via Cipirello, via Torre Morena, via Toraldo e l’ex Fiera di Roma) nelle quali risiedono circa 300 rom accolti dopo gli sgomberi forzati dai loro insediamenti. «Spazi segregati e privi dei requisiti minimi stabiliti dalla normativa regionale», denuncia 21 luglio, dove circa 900 persone, di cui la metà minori, vivono in «situazioni spesso drammatiche, caratterizzate da spazi angusti, mancanza di privacy e condizioni igienico-sanitarie precarie». Ad esempio il Best House Rom, sottolineano dall’associazione, è un centro «privo di finestre e punti luce per il passaggio di aria e luce naturale, e presenta stanze in media di 12mq ciascuna, dove vivono mediamente cinque persone. Secondo i dati diffusi oggi, per i centri di raccolta rom della Capitale il Campidoglio ha speso nel 2014 8.053.544 euro, il 29,8% in più rispetto a quanto stanziato nel 2013 (6.202.869 euro). Per una spesa annua a famiglia di circa 33mila euro. Il Best House Rom è tra i centri più esosi per le casse comunali »un mostro che deve essere chiuso« lo aveva definito l’assessore Danese – costato quasi 2,8 milioni di euro nel 2014, cifra più che raddoppiata, secondo l’associazione 21 Luglio, rispetto al 2013 (+122%), pari a circa 39mila euro all’anno per una singola famiglia. »La gestione economica dei centri di raccolta rom – commenta il presidente dell’Associazione 21 luglio Carlo Stasolla – rappresenta la cartina di tornasole delle politiche sociali rivolte negli ultimi anni ai rom e ai sinti della Capitale: il centro è concepito per far restare le persone accolte il più a lungo possibile. Nessuna risorsa è utilizzata per la fuoriuscita attraverso percorsi virtuosi di inclusione lavorativa e abitativa«. »Sulla questione rom si gioca la qualità della democrazia del nostro Paese – chiosa il presidente della commissione Diritti umani al Senato Luigi Manconi – È in corso una vera e propria mobilitazione dell’odio che ha come fine la messa al bando di questa minoranza«. L’assessore capitolino alla Casa e al Sociale rilancia: »Il buono casa potrebbe essere fruibile anche dai rom – dice Danese – Non è detto che una persona non possa uscire dai campi, trovare lavoro e avere una casa«. E non solo: »Ci sono molti rom che vogliono tornare in Romania – aggiunge – Per questo stiamo dialogando con il governo romeno e con gli imprenditori italiani che sono in Romania per creare un collegamento e realizzare un’attività di formazione che permetta loro di tornare là«. Intanto il ‘bonus casà a Roma è diventato realtà. Oggi in Campidoglio insieme al sindaco Ignazio Marino c’erano le prime sei famiglie che hanno usufruito della novità a firma della giunta del chirurgo dem. Il buono casa permette a chi abita in un residence di ‘affittarsì una vera e propria abitazione grazie ad un contributo di 600/800 euro al mese. In Campidoglio sono già state presentate 446 domande.

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Una risposta a Nomadi, sos centri di raccolta: spesi 8 milioni. E il Campidoglio pensa a buoni per gli alloggi

  1. gaetano47 7 maggio 2015 a 9:25

    Bene il contributo a famiglia di 600 o 800 euro mese per affittarsi la casa. Lo stesso dovrebbe essere fatto per i sfrattati o i barboni.

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