Giubileo, varchi e zone rispetto: test sicurezza per il Vaticano | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Giubileo, varchi e zone rispetto: test sicurezza per il Vaticano

– Nessun allarme specifico ma un test per valutare le modifiche da apportare ai piani di sicurezza in vista del Giubileo: l’udienza generale di papa Francesco in Vaticano è stata oggi l’occasione per iniziare a pianificare l’evento che si aprirà l’8 dicembre prossimo e che richiamerà a Roma centinaia di migliaia di fedeli. Chi era a San Pietro questa mattina per ascoltare il pontefice, ha trovato transenne a delimitare via della Conciliazione e le strade limitrofe al Vaticano, agenti di polizia con i metal detector, varchi di accesso dove sono stati controllati tutti coloro che accedevano alla piazza. Una situazione che a molti ha fatto pensare ad un ulteriore innalzamento delle misure di sicurezza, già elevatissime, in seguito ad una minaccia specifica: d’altronde il Vaticano è e resta uno dei luoghi sensibili più a rischio essendo il simbolo della cristianità e, in quanto tale, un obiettivo dichiarato della propaganda jihadista. La coincidenza che proprio oggi cadesse l’anniversario dell’attentato a papa Wojtyla da parte di Ali Agca, inoltre, non ha fatto altro che alimentare i sospetti. Ma la realtà era completamente diversa. «In occasione dell’udienza generale – ha spiegato con una nota la polizia – la questura di Roma, unitamente degli uomini dell’ispettorato di Pubblica sicurezza presso il Vaticano, sta testando le modifiche da apportare ai piani di sicurezza riguardanti l’area circostante la Santa Sede, anche in vista del prossimo Giubileo». Perchè quei piani già esistono, e sono nella sostanza quelli predisposti in occasione dell’anno santo del 2000, ma è ovvio che vanno aggiornati sia per quanto riguarda le minacce sia per quanto concerne gli aspetti tecnici. Aspetti che vanno affrontati con il dovuto anticipo, per non farsi trovare impreparati. E non è un caso che ieri a palazzo Chigi si è tenuta la prima riunione del tavolo tra governo, autorità locali e Vaticano per mettere a punto il piano. L’obiettivo primario di chi dovrà fare in modo che tutto fili liscio, è duplice ed è, ovviamente, quello di garantire la massima sicurezza facendo però in modo che l’accessibilità al Vaticano e a piazza San Pietro non venga compromessa dai controlli. Non è pensabile infatti che si creino lunghe file di fedeli in attesa di poter accedere alla piazza per ascoltare il papa. Nè, allo stesso tempo, è possibile lasciare che chiunque vi acceda senza alcun controllo: significherebbe esporre tutti a rischi troppo alti. Non è un mistero infatti che il timore maggiore di tutti gli apparati di sicurezza sia il ‘lupo solitariò che potrebbe nascondersi tra la folla. Per questo è necessario studiare ogni soluzione possibile per ridurre i tempi dei controlli senza abbassare il livello di sicurezza, mettendo in campo tutti gli strumenti a disposizione. Il test di oggi, dunque, è servito proprio a questo: quanti varchi di accesso vanno previsti e dove vanno predisposti, quanti uomini è necessario schierare, quando deve essere ampia la ‘zona di rispettò, vale a dire quella all’interno della quale entra solo chi è stato controllato, quanto tempo ci vuole per effettuare le verifiche su una persona con i metal detector portatili, quali sono i punti strategici da presidiare con personale specializzato. Solo quando le misure verranno ritenute soddisfacenti, il piano verrà formalizzato.

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