Pd Roma, guerra sul congresso. Il commissario Matteo Orfini: "Non serve e chiuderemo i circoli falsi" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Pd Roma, guerra sul congresso. Il commissario Matteo Orfini: “Non serve e chiuderemo i circoli falsi”

Parole dure che colpiscono soprattutto chi ieri, leggi Stefano Fassina, aveva il criticato i no a questa ipotesi. «Senza promuovere una aperta e libera discussione politica - dice Morassut criticando la gestione commissariale - non si cancellerà il male del correntismo burocratico»

Non si placano gli animi nel partito democratico romano dopo che ieri una cinquantina di esponenti dell’Assemblea cittadina ha chiesto al commissario Matteo Orfini di convocare un congresso, perchè il partito nella capitale vive in una sorta di «animazione sospesa». Ma Orfini, per niente intimorito, tira dritto: «Io vado avanti, perchè chiedere un congresso adesso significa fare consapevolmente o inconsapevolmente un favore a chi ha ridotto così il partito». Il motivo è presto detto: «Non c’è più nemmeno il tesseramento, perchè le tessere che ci sono sono falsate – spiega – quindi a questo eventuale congresso chi dovrebbe partecipare?» si chiede. E ancora: «Ricordo che il partito è stato commissariato perchè era in atto una vera e propria guerra di bande». Sulla stessa linea il presidente del Pd Roma Tommaso Giuntella: «Il commissario deve avere le mani libere di fare e deve avere a disposizione il tempo che ritiene necessario per agire. Un congresso convocato adesso non porterebbe a nessuna novità e quindi sarebbe inutile convocarlo». E legge la richiesta di fare un congresso così: «Non vorrei che questa accelerazione da parte di alcune correnti venisse dopo l’approvazione della legge elettorale per mettere le mani sul partito per fare le liste elettorali. Le regole del gioco sono cambiate e questo è bene che lo capiscano tutti». Parole dure che colpiscono soprattutto chi ieri, leggi Stefano Fassina, aveva il criticato i no di Orfini al congresso. «Il Commissario continua ad alimentare una lettura del Pd romano come un indistinto grumo ‘cattivo e pericolosò» ma «sono anche evidenti, larghe e innegabili le parti sane e di qualità. Se Orfini è convinto della sua lettura, vada in Procura della Repubblica e denunci ciascuno di noi», aveva detto tacciando Orfini di «imperialismo». Anche Roberto Morassut, già assessore di Veltroni e uno dei protagonisti del modello Roma, dalle pagine di Facebook dissente dalla linea Orfini: «Senza promuovere una aperta e libera discussione politica – dice criticando la gestione commissariale – non si cancellerà il male del tribalismo nè quello di un più presentabile ma comunque deleterio correntismo burocratico. La polemica interna di queste ore lo dimostra». Di qui una proposta che va oltre il congresso: «Io credo che gli organismi vigenti del Pd romano non vadano convocati ma debbano essere sciolti e che debba invece essere convocata una grande assemblea cittadina degli iscritti». Ma, per Orfini, «la base, quella che io quotidianamente incontro non chiede congressi e assemblee». Nei corridoi del partito qualcuno suggerisce che la rinnovata stagione di guerra nel Pd romano sia legata, più che al congresso, alla nuova mappa che Orfini sta disegnando sul territorio: una struttura e un tesseramento municipale, centralizzazione e riduzioni del potere dei circoli. «Chiuderemo tutti i circoli Pd falsi di Roma – assicura Orfini – e ci saranno anche degli accorpamenti». Questi gli anticorpi contro le correnti.

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