Il Macro si rilancia con nuove esposizioni | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Il Macro si rilancia con nuove esposizioni

Mentre si aprono le due grandi mostre dedicate al ricordo di Toti Scaloja a cento anni dalla nascita al pianterreno, al Macro di Via Nizza sono state inaugurate una serie di altre esposizioni nell’ottica del rilancio di questo spazio, come hanno sottolineato il sovrintendente alle Belle Arti di Roma Claudio Parise Presicce e la direttrice dei musei d’arte moderna del comune Federica Pirani. Ecco allora l’allestimento del grande salone d’ingresso con anticipazioni di tutte le mostre aperte più, al centro, la proposta di un unicum che cambierà nel tempo e che ora, sino al 13 settembre, è ‘All the possible combinations of 12 lights lighting’ del tedesco Jonathan Monk che ha predisposto tutte le luci e spie di una Vespa Pk per un’accensione in ordine casuale, ma con un ritmo preciso che propone le 479.001.600 possibilità di sequenze che la combinazione permette. Due delle grandi sale del secondo piano saranno da ora dedicate a esposizioni di lunga tenuta legate alla collezione permanente del museo, secondo un’idea, un pretesto ogni volta per creare un mini percorso, che dovrebbe anche sfociare in una pubblicazione, così che nel tempo si arriva a catalogare tutto quanto c’è nei magazzini e quel che via via va aggiungendosi come donazioni d’artista. Si è iniziato con ‘L’altra metà del Macrò, ovvero un percorso nell’arte femminile a cura di Antonia Arconti e di Paola Coltellacci aperta sino all’8 novembre, che hanno selezionato diciassette artiste di spicco nel panorama essenzialmente italiano, partendo da Titina Maselli (scorcio di trattore realistico-astratto), Carla Accardi (alcune decorazioni in ceramica per una scuola) e Giosetta Fioroni, per passare da Isabella Ducrot (grande, colorato arazzo di carta e tessuto), Elisa Montessori (rotoli di carta d’ascendenza orientale, ma con legami con la Roma multietnica), Paola Gandolfi (una ‘Clitennestrà esposta nell’ingresso del Macro), Benedetta Bonichi (un ‘Banchetto di nozzè, allestimento con figure-scheletri su lastre radiografiche e una tavola imbandita) Nedda Guidi, Rossana Lancia, solo per fare qualche nome, più alcune straniere come l’iraniana Avish Khebrehzadeh. Richiami orientali, il colore e il corpo sono i temi dominanti pur in una varietà di linguaggi e tecniche e una predilezione per l’astratto. All’ingresso alcuni foto-ritratti di Elisabetta Catalano, omaggio alla fotografa testimone della vita artistica italiana, scomparsa di recente. Sempre al secondo piano due sale si sono aperte a ‘Appunti di una generazione #1’, due personali di giovani artisti: Giuseppe Pietroniro, classe 1968, nato in Canada ma operante a Roma, con le sue forme geometriche, indagine continua di uno spazio molteplice, realistico e irreale assieme, con giochi ottici, specchi, prospettive sfalsate; e Andrea Salvino, romano del 1969 ma trapiantato a Berlino, che si rivolge con realismo all’iconografia politica e sociale, partendo da una sorta di pop art per arrivare a una pittura da olio con echi vagamente espressioniste. A febbraio gli ‘Appuntì proseguiranno con le personali di Federico Pietrella e Donatella Spazioni, mentre a giugno arriveranno Matteo Basilè e Gioacchino Pontrelli.

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login