"Incomprensibili" e "attacchi strumentali". La giunta Marino si difende dopo lo sciopero dei sindacati | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Sciopero: “Polemiche incomprensibili”, “attacchi strumentali”, “un flop”. La giunta Marino si difende dopo la manifestazione dei sindacati

Il sindaco assicura: "Non fermeranno il cambiamento", ma l'assessora Danese predica "unità"

LA giunta marino 230515«Stiamo cambiando la città: abbiamo trovato Roma disastrata dall’amministrazione Alemanno e piegata sotto il peso di Mafia Capitale, trovo sinceramente stupefacente che di questi due dati di realtà nella manifestazione di oggi di Cgil-Cisl-Uil non vi sia alcuna traccia». Così in una nota il sindaco di Roma Ignazio Marino sul corteo dei sindacati contro il Campidoglio. «Noi abbiamo voluto e perseguito un cambiamento radicale nell’interesse dei cittadini, per riportare la piena legalità, per modernizzare e restituire piena dignità alla Capitale e non abbiamo alcuna intenzione di fermarci – ha aggiunto -. Sono sinceramente sorpreso che chi ha organizzato questa manifestazione lo abbia fatto quando si chiude (la discarica di) Malagrotta, si cancellano monopoli e privilegi privati, si smette di indebitare i cittadini con gli sprechi e le ruberie della cattiva politica, si aprono i varchi al mare di Ostia, si contrasta la criminalità organizzata e non quando tutto questo veniva tollerato o addirittura condiviso da una certa classe dirigente». «Mi chiedo: qual è il messaggio che si vuole dare? Mafia, monopoli, assenza di diritti sono forse le strade alle quali si gradirebbe ritornare? Ebbene si sappia che io preferisco la nuova strada che stiamo percorrendo, e non si tornerà a quel passato». «Ho sempre avuto – continua il sindaco – il massimo rispetto delle opinioni altrui e conosco la storia dei sindacati, vedo però nelle motivazioni e soprattutto negli slogan di questo corteo più segnali di conservatorismo che proposte. Il mio appello è rivolto ai cittadini: insieme abbiamo il dovere e la possibilità di trasformare e migliorare la città». «Dispiace che dalla manifestazione di questa mattina organizzata dai sindacati siano arrivate all’amministrazione solo critiche ingiuste. In questi due anni il governo della Capitale ha svolto un duro e costante lavoro per ristabilire nella città di Roma una legalità economica ed etica, presupposti fondamentali da cui far ripartire il rilancio e lo sviluppo della città». Così in una nota l’assessore alla Roma Produttiva Marta Leonori. «Proprio ieri, poi,la Camera di Commercio di Roma ha diffuso alcuni dati molto importanti che ci dicono come la prospettiva di crescita dell’economia e del lavoro non siano più, per Roma, un miraggio lontano. Per cambiare verso però, e soprattutto per fare in modo che questo avvenga, Roma ha bisogno che ciascuno faccia la sua parte, con intento propositivo e non limitandosi alle sole critiche». «Nei giorni scorsi ho incontrato i rappresentanti dei sindacati delle costruzioni e ho dato conto del lavoro svolto in questi 23 mesi e del contributo dell’assessorato alla Trasformazione Urbana all’economia della città. Nel 2014 sono stati rilasciati 572 Permessi di costruire contro i 472 del 2013. Un dato in crescita per la prima volta dopo molti anni. A questi si aggiungono i 61 permessi di costruire del piano casa con la realizzazione di 121 alloggi sociali. Sempre nel 2014 sono state gestite e ricevute dall’Amministrazione Comunale, opere pubbliche realizzate da privati per 190 milioni di euro. Nel piano investimenti del 2015 ne sono previste opere per circa 300 milioni. Solo nel 2014 sono partiti i cantieri nell’area dell’ex Mattatoio per 13 milioni di euro e abbiamo in corso il bando per la gara d’appalto di Piazza Augusto Imperatore per altri 16 milioni di euro. La crisi del settore è drammatica e siamo i primi a comprendere i disagi dei lavoratori in un momento di difficoltà che investe tutto il Paese. Non si comprende, invece, come non si vedano i fatti che l’Amministrazione Marino in pochi mesi ha messo in campo e le risposte concrete che è impegnata a dare». Lo afferma in una nota l’assessore alla Trasformazione urbana, Giovanni Caudo. «Il flop della manifestazione indetta oggi dai sindacati dimostra, ove ce ne fosse bisogno, la strumentalità dell’attacco rivolto all’amministrazione capitolina e al sindaco Marino». Così l’assessore ai Lavori Pubblici, Maurizio Pucci, commenta il corteo indetto da Cgil, Cisl e Uil per manifestare contro le politiche del Campidoglio. «Un attacco – sottolinea – che nasce da scelte ideologiche lontane mille miglia dalle preoccupazioni reali dei lavoratori romani. Stupisce infatti una contrapposizione frontale così accentuata, che non trova precedenti negli anni in cui la città è stata gettata nel disastro da Alemanno. Un disastro dal quale questa amministrazione, con coraggio e determinazione, sta cercando di uscire: abbiamo riaperto cantieri fermi da anni, fatto ripartire alcune opere infrastrutturali indispensabili per la modernizzazione della città, recuperato risorse importanti per la manutenzione. Piuttosto che attardarsi in critiche che i romani non capiscono, i sindacati farebbero meglio, memori della gloriosa tradizione da cui provengono e nella quale anche io mi riconosco, a cooperare, seppure con spirito critico, al bene della città». «Questa amministrazione sta ‘pagandò nella manifestazione di oggi un prezzo ingiusto e quasi paradossale: l’aver messo al primo punto della sua azione il rispetto delle regole, la trasparenza nella gestione del bene pubblico e il ripristino della legalità». Con queste parole l’assessore capitolino all’Ambiente commenta la manifestazione dei sindacati oggi a Roma contro le politiche del Campidoglio. «Questa priorità, voluta fortemente dal sindaco e condivisa da tutta la maggioranza, ha comportato scelte difficili, spesso, nel breve termine, impopolari – spiega -. Penso per esempio, per quanto riguarda le mie competenze, alla scelta di aver revocato le gare per la manutenzione del verde dopo l’inchiesta di Mafia Capitale. Scelta alla quale sta seguendo, inevitabilmente, un periodo di criticità che durerà solo fino all’avvio delle nuove gare, fatte nel pieno rispetto delle regole e della trasparenza. Abbiamo ereditato – aggiunge – una situazione drammatica, non solo dal punto di vista economico e dei servizi offerti alla città, ma anche dal punto di vista etico. Vorrei che ai cittadini arrivasse il messaggio che aver messo al primo punto la lotta alla corruzione nella Pubblica amministrazione è il primo passo da fare per assicurare loro equità e giustizia, perchè il prezzo della corruzione lo pagano per primi i romani, a partire dai più deboli. Il ripristino delle regole, al contrario, e l’aver voluto riportare la barra sui binari della trasparenza e della legalità crea, a lungo termine, una città sana e forte per i suoi cittadini. Non ignoriamo le richieste dei sindacati, con i quali abbiamo sempre dialogato ed è proprio per questo motivo e per il grande rispetto che ho per le organizzazioni sindacali – conclude l’assessore – che dispiace sentire le parole di oggi. Vorrei, lo ripeto, che ai romani arrivasse questo messaggio chiaro: stiamo lavorando per un risanamento che parta da dentro e duri nel tempo, al di là di chi amministra e amministrerà questa città». – «Dispiace non veder riconosciuto l’enorme lavoro di riorganizzazione dei servizi sociali e di affermazione dei diritti che questo assessorato e il sindaco Marino, insieme alla commissione e alla maggioranza, stanno portando avanti affrontando disfunzioni tecniche e morali». Così sul corteo dei sindacati a Roma l’assessore alle Politiche sociali Francesca Danese e la consigliera comunale del Pd e presidente della commissione Politiche sociali Erica Battaglia. «Siamo disponibili al dialogo e al confronto, come sempre dimostrato nell’azione di governo, ma crediamo non sia utile alimentare conflitti sociali tra persone che vivono difficoltà diverse – hanno aggiunto -. Dopo aver preso di petto un disavanzo di oltre 800 milioni di euro all’indomani della nostra elezione e attraverso un impegnativo piano di rientro, abbiamo affrontato con coraggio il tema della chiusura dei residence e della tenuta dei servizi sociali, impoveriti da anni di gestione clientelare e puramente assistenziale. La lotta alla povertà avviata con la social card, i tavoli di progettazione per una nuova domiciliarità e residenzialità, l’avvio di politiche per il superamento dei campi rom e la concertazione con la Prefettura per un piano di accoglienza che tuteli i diritti dei migranti e coniughi il diritto alla sicurezza, sono risultati che non vengono nè riconosciuti nè sostenuti da quelle forze intermedie che i sindacati rappresentano». «È solo attraverso l’unità di tutte le forze – hanno concluso – che possiamo affrontare la grave crisi economica e sociale in corso».

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