Maxi frode al fisco, a giudizio Bellavista Caltagirone | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Maxi frode al fisco, a giudizio Bellavista Caltagirone

Associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale. Questo il reato contestato all’imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone, rinviato a giudizio dal gip di Roma assieme ad altre 15 persone. Il giudice per le indagini preliminari Annamaria Gavoni ha fissato la prima udienza del processo al prossimo 3 dicembre davanti alla sesta sezione penale del tribunale capitolino. Gli accertamenti dei pm di piazzale Clodio hanno consentito di portare alla luce una galassia societaria costituita da cinquanta imprese con sede formale non in Italia e presenti in Lussemburgo, a Cipro, nel Principato di Monaco, a Madeira, in Francia ed in numerosi ‘paradisi fiscalì oltreoceano (tra cui le Isole Vergini Britanniche e le Antille Olandesi), per lo più utilizzate dall’imprenditore per l’intestazione di beni mobili ed immobili sia in Italia che all’estero – nella esclusiva disponibilità sua e dei familiari. Una maxifrode alle casse dello Stato che i pm di Roma quantificano in milioni di euro. L’indagine nel marzo del 2013 portò gli uomini della Guardia di Finanza ad effettuare sequestri per oltre 145 milioni di euro. Di fatto l’imprenditore risultava al fisco come un ‘nullatenentè. I militari della Gdf posero i sigilli in particolare a 23 immobili del valore complessivo di circa 15 milioni di euro, di cui 18 in Italia, appartamenti di lusso a Roma, Milano e provincia, Venezia ed una villa ad Anacapri e 5 in Costa Azzurra. Tra i beni mobili figurano, invece, un lussuoso superyacht di 71 metri del valore stimato di circa 100 milioni di euro nonchè un aereo privato, tipo Falcon, formalmente intestato ad una società lussemburghese, attualmente custodito in un hangar di un aeroporto estero, del valore di circa 30 milioni di euro. Le indagini dei magistrati capitolini scaturirono dalla trasmissione degli atti per competenza« a Roma da parte della Procura di Civitavecchia. »Siamo sereni di potere in dibattimento dimostrare l’infondatezza delle accuse mosse«. È quanto affermano, in una nota, gli avvocati Giuseppe Iannaccone e Giorgio Perroni, difensori di Francesco Bellavista Caltagirone. I due penalisti sottolineano, inoltre, che »in sede di accertamento con adesione, l’imposta asseritamente evasa sia stata quantificata nella somma di 17 milioni di euro«.

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