Mafia capitale, M5s e lista Marchini all'attacco: "Il sindaco si dimetta". Sel: "Renzi ha fatto poco" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, M5s e lista Marchini all’attacco: “Il sindaco si dimetta”. Sel: “Renzi ha fatto poco”

-«Oggi non si può aprire una seduta come se nulla fosse successo, proseguendo con una legge che vi serve come il pane, è uno specchietto per le allodole, per una distrazione di massa. La Capitale e la Regione è stata scossa da una nuova ondata arresti che questo Consiglio non può ignorare, perche coinvolge un consigliere regionale, Luca Gramazio e un dirigente regionale, Daniele Magrini». Così la capogruppo M5s al Consiglio regionale del Lazio Valentina Corrado, intervenendo alla Pisana in apertura di seduta. «Non può rimanere indifferente – aggiunge Corrado- anche perchè le accuse e il quadro che emerge dalle ordinanze di custodia cautelare è agghiacciante e merita una riflessione. Dalle ordinanze e dalle interrogazioni emerge un sistema di appoggio trasversale delle amministrazioni romane, Comune e Regione, destra e sinistra, a un sistema mafioso e i reati ipotizzati sono gravissimi. I presunti reati fanno riferimento ad appalti di cui abbiamo discusso recentemente in commissione Bilancio. Questi arresti gettano l’ennesima ombra su questa istituzione e chiediamo che Zingaretti venga in Aula e non stia in giro a tagliare nastri. Venga qui a discutere dell’accaduto. Chiediamo altrimenti di sospendere i lavori in caso di sua assenza – ha concluso Corrado – perchè non possiamo proseguire come se oggi fosse una giornata normale».«Cos’altro deve accadere prima che il sindaco Marino dimostri un sussulto d’orgoglio dimettendosi?». Lo ha detto il capogruppo della Lista Marchini Alessandro Onorato in merito alla nuova ondata di arresti per l’inchiesta su Mafia Capitale. «All’incapacità di governare Roma si aggiunge una maggioranza decimata dalla magistratura. Roma merita di più: commissario ed elezioni per un nuovo inizio», ha concluso. «Dire che ce lo aspettavamo è sicuramente fuori luogo ma dire che la misura cautelare di Andrea Tassone non ci ha colto di sorpresa è la pura verità». È quanto si legge in un comunicato del gruppo M5S al Municipio X di Ostia. «Cosa altro deve accadere perchè il Sindaco Marino si dimetta? – si chiede il capogruppo M5S in Campidoglio Marcello De Vito -: anche ad Ostia con l’arresto dell’ex presidente Tassone il Pd ha dimostrato quanto sia marcio il sistema dei partiti». «Un amministratore che viene intercettato al telefono con Salvatore Buzzi, braccio ‘sinistrò di Carminati e boss delle cooperative romane, mentre chiede favori per suoi amici e conoscenti, mettendosi sotto ricatto di questo sistema di chiaro stampo mafioso poteva solo portare ad un finale come quello a cui abbiamo assistito oggi», sottolinea Paolo Ferrara, ex capogruppo M5S al X Municipio.«Un altro tassello dell’organizzazione di Mafia Capitale è stato svelato oggi grazie al blitz dei Ros che ha portato a 44 nuovi arresti e 21 indagati a piede libero. Tra loro uomini politici di primissimo piano sia alla Regione Lazio che in Campidoglio .Lo afferma Celeste Costantino, deputata di Sinistra Ecologia Libertà. »Il gruppo – prosegue – riconducibile al boss Carminati e al suo braccio destro Salvatore Buzzi, conferma come il clan, nato e radicato a Roma, avesse come principale business quello della gestione dei migranti: una rete di cooperative sociali che, attraverso corruzione e tangenti, hanno ottenuto denaro pubblico e finanziamenti per centri e servizi. Fari accesi anche sul Cara di Mineo, dove in queste ore è in corso una perquisizione. Tra i nomi degli arrestati spicca anche anche l’ex presidente del X Municipio Ostia, Andrea Tassone, territorio dove è stato riconosciuto a Roma il primo 416bis al clan Fasciani. Insomma come diciamo da tempo la Capitale è diventata un porto di mafie, ma il Governo Renzi è troppo preso dallo smantellamento della Costituzione e della scuola. In questi sei mesi dall’inizio dell’inchiesta Mondo di mezzo ben poco è stato fatto dall’Esecutivo. Non basta prevedere nuovi reati o pene più pesanti: il sistema di Mafia capitale spiega benissimo come i clan stiano, grazie a soldi pubblici e politici corrotti, gestendo un welfare parallelo, offrendo servizi, organizzando le nostre vite e arruolando manovalanza. È il momento – conclude Celeste Costantino – di rimettere al centro una antimafia dei diritti, della giustizia sociale, che abbia in nuovi strumenti di welfare, come il reddito minimo garantito, la forza per contrastare culturalmente le mafie e la corruzione«.

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