Colosseo, Franceschini sogna la ricostruzione e intanto torna il montabelve di Domiziano | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Colosseo, Franceschini sogna la ricostruzione e intanto torna il montabelve di Domiziano

«Incredibile il Colosseo. E provate a immaginare come sarà con l’arena ricostruita». Affacciato in maniche di camicia su quelli che al momento sono i sotterranei scoperchiati dell’Anfiteatro Flavio, il ministro della cultura Franceschini guarda lontano e sorride. «Nella tutela siamo maestri, ora dobbiamo recuperare il tempo perduto anche nell’arte della valorizzazione». Proprio accanto a lui, a poche decine di metri dalle gradonate dove si accalcano i turisti, c’è la botola in legno che fra qualche settimana metterà in mostra il ‘montabelvè imperiale, prototipo fedelmente ricostruito di una delle 28 stupefacenti macchine sceniche che all’epoca di Domiziano scaricavano sull’arena, macchiata dal sangue di gladiatori e condannati, decine di belve esotiche e feroci. Un allestimento permanente, «che aiuterà i turisti a capire meglio quello che succedeva qua dentro e il lavoro che per quattro secoli si svolgeva sotto l’arena», sottolinea il ministro. Sarà il primo passo. Il vero salto arriverà con la ricostruzione della ricopertura dell’arena, progetto – chiarisce oggi il ministro accompagnato dal soprintendente archeologico Francesco Prosperetti e dalla direttrice del monumento Rossella Rea – che si conta di vedere concluso in «cinque anni tra studi e lavori», con un costo complessivo che al momento si stima «in 20 milioni di euro», recuperati da fondi nazionali e per una quota minore (4 milioni) dall’investimento per il restauro già in corso grazie al mecenatismo di Della Valle. «Immagino qualcosa come quello che ha fatto Piero Angela per Palazzo Valentini», dice il ministro prima di assistere alla dimostrazione di come funzionava nell’antichità il montabelve. Per il momento si è deciso che il calpestio dell’arena – sempre a condizione che si riesca a consolidare come si deve le mura sotterranee – poggerà direttamente sulle strutture antiche e non come si è fatto negli anni Novanta per la piccola parte di arena ricostruita su piloni di legno e cemento. Di sicuro, poi, non sarà un pavimento ‘finto anticò: «Abbiamo capito che la strada per realizzare la copertura non è un intervento mimetico», anticipa il soprintendente. Da qui l’idea del concorso internazionale, che servirà «a mettere a confronto le idee su natura e aspetto finale di questo oggetto, un appalto concorso che ci porterà il contributo dei professionisti più qualificati». Gli uffici della soprintendenza sono al lavoro, sottolinea, il bando dovrebbe essere lanciato entro il 2016. Di certo, assicura il ministro, verrà garantita al monumento «tutela massima». Anche una volta ricostruita l’arena non si potrà usare il monumento statale più visitato d’Italia per spettacoli di ogni tipo. «Ci vuole buon senso e massima precauzione – ripete come un mantra Franceschini – altrimenti anche una buona idea diventa sbagliata». Tant’è, la suggestione lanciata mesi fa è diventata un progetto concretamente avviato. Intanto, ad occupare la scena, c’è il ‘montabelvè, azionato per l’occasione anche dai due ingegneri, Umberto Baruffaldi e Heinz Beste, che l’hanno progettato e costruito inserendolo poi in quella che era la sua collocazione originale, «senza neanche sfiorare le strutture antiche», come sottolinea entusiasta la direttrice Rea. Il primo a stupirsene, nel marzo del 2014, è stato Obama: è a lui – raccontano oggi i tecnici della soprintendenza – che viene mostrato il prototipo, un modellino 1:4 finito appena in tempo per la passeggiata al Colosseo del presidente degli Stati Uniti. Lui, che per l’anfiteatro aveva ripetuto entusiasta quel suo How Big!, pare abbia apprezzato moltissimo, facendosi spiegare nei particolari da Baruffaldi i segreti di quel fascinoso meccanismo. Di fatto, un ascensore ante litteram. Seppure – e non è un particolare da poco – a trazione completamente umana.

Una grande gabbia di 1 metro e 80 per 1,40, alta un metro, che un sofisticato meccanismo di carrucole e tornio, azionati dalla forza di 8 uomini, riesce a far salire per 7 metri, dai bui sotterranei alla luce abbacinante dell’arena. Ricostruito con esattezza filologica dagli ingegneri Umberto Baruffaldi e Heinz Beste, che hanno lavorato al prototipo per 15 mesi con la supervisione della soprintendenza, torna a vivere nel Colosseo uno dei 28 montacarichi, di fatto stupefacenti macchine sceniche, che all’epoca dell’imperatore Domiziano assicuravano il sollevamento delle belve dai sotterranei per offrire uno spettacolo unico e sorprendente come in nessun altro anfiteatro dell’impero romano, funzionando anche come una straordinaria macchina del consenso. Circa 200 mila euro, spiega il direttore del monumento Rossella Rea, il costo dell’impresa, finanziata e poi filmata dall’americana Providence Pictures che così ha saldato il prezzo degli oneri concessori dovuti al monumento per la realizzazione di un documentario già distribuito negli Usa. Ora, tempo qualche settimana, il ‘montabelvè, come già lo chiama qualcuno, verrà inserito nel circuito di visita, mostrando tutti i meccanismi anche se per il momento senza ‘movimentazionè. «Una cosa davvero straordinaria e unica», commenta il ministro della cultura Dario Franceschini, che sottolinea come si tratti di un intervento reso possibile dalla collaborazione con un privato. «Sul piano della valorizzazione abbiamo molto da recuperare», aggiunge, ribadendo che si tratta di un intervento che non è assolutamente in contrasto con le ragioni della tutela «anzi, la ricostruzione è stata utile agli studi». Non «un’opera effimera, bensì un importante intervento di archeologia sperimentale», sottolinea accanto a lui il soprintendente speciale all’archeologia di Roma Francesco Prosperetti. Realizzato in legno (il prototipo fu mostrato anche al presidente Usa Obama, durante la sua visita all’Anfiteatro Flavio) il montabelve poteva sollevare fino a 300 chili di carico «cervi, antilopi, cinghiali», dice Rea, ma anche leopardi, struzzi, lupi, persino orsi, le cui ossa sono state trovate nelle fogne del Colosseo. «È importante perchè comincia a svelarci in concreto cosa potessero essere gli spettacoli del Colosseo – fa notare il soprintendente Prosperetti – La ricostruzione dell’arena, su cui stiamo lavorando dovrà restituire in chiave contemporanea questa grandiosa macchina scenica».

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