Promettono un lavoro da baby sitter ma la costringono a prostituirsi: due persone in manette | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Promettono un lavoro da baby sitter ma la costringono a prostituirsi: due persone in manette

– Un lavoro da baby sitter ed ua sistemazione migliore. Con queste false promesse una ragazza bengalese è stata sequestrata, violentata e ridotta in schiavitù e costretta a prostituirsi da una coppia di connazionali, arrestata dalla polizia. Lunedì scorso si è presentato al commissariato Viminale diretto da Antonio Pignataro, un giovane che ha raccontato agli agenti che da una settimana la sua ragazza non rispondeva alle sue telefonate ed ha presentato una denuncia di scomparsa. Gli investigatori hanno avviato una serie di attività investigative e all’alba di ieri hanno individuato l’abitazione a sud di Roma, dove la ragazza era sequestrata. I poliziotti hanno accertato che la ragazza era stata segregata e chiusa a chiave in una stanza dell’appartamento da una coppia di cittadini del Bangladesh, marito e moglie che l’avevano costretta con violenza e minacce a prostituirsi. La ragazza era stata avvicinata dai suoi aguzzini all’interno di un bar di piazza dei Cinquecento. Approfittando dell’appartenenza alla medesima comunità, i due le avevano promesso un lavoro da baby sitter e la disponibilità ad offrirle in locazione un alloggio migliore rispetto a quello attuale, convincendola così a seguirli nella loro abitazione. La ragazza, una volta giunta all’interno dell’appartamento, era stata aggredita, malmenata, minacciata di morte qualora avesse tentato di fuggire nonchè costretta a prostituirsi. Per la giovane è iniziato così un vero e proprio calvario e nonostante avesse più volte chiesto aiuto ai vari clienti che accedevano all’interno dell’appartamento, subiva da alcuni di questi violenze ed umiliazioni durante le pratiche sessuali. La coppia, di nazionalità bengalese, di 29 anni e di 27 anni, è stata arrestata per sequestro di persona, riduzione in schiavitù e induzione alla prostituzione. Proseguono le indagini per individuare i clienti che, malgrado la richiesta di aiuto da parte della vittima, non hanno denunciato quanto stava accadendo.

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