Regione Lazio: "Migliorano i dati su femore e infarti" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Regione Lazio: “Migliorano i dati su femore e infarti”. Ma il governatore chiede di risolvere le criticità sui parti

I dati dell’edizione 2015 del Programma Regionale di Valutazione degli Esiti sanitari del Lazio (Prevale) dimostrano che c’è un trend in netto miglioramento sulla tempestività degli interventi chirurgici da frattura di femore, degli interventi per angioplastica primaria, e per la degenza post intervento di colecistectomia laparoscopica. Stazionari invece i dati relativi ai parti cesarei. Ad affermarlo il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato il subcommissario alla sanità Giovanni Bissoni, il capo della Cabina di regia Alessio D’Amato e la direttrice della Programmazione sociosanitaria Flori Degrassi. «Oggi – ha spiegato Zingaretti – abbiamo come ogni anno reso pubblici i dati delle prestazioni delle cure della nostra Regione. Emerge un dato molto positivo perchè oltre a migliorare i conti migliora la qualità delle cure e ci avviciniamo su punti molto importanti agli standard regionali. Sulle fratture al femore entro due giorni si passa dal 41% al 49%, per la cistifellea dal 61 al 67%, mentre sull’infarto addirittura dal 35 al 42%. È molto importante che questi dati migliorino – ha affermato ancora – mentre la spesa sanitaria sta tornando sotto controllo. Quindi distruggiamo il finto teorema per cui alla riduzione della spesa corrisponde una riduzione della qualità delle cure». Un punto critico che emerge dai dati Prevale 2015 sugli esiti sanitari, presentati oggi in Regione Lazio, è la proporzione di cesarei primari, che nel 2014 è rimasta sostanzialmente invariata rispetto al 2013, con la proporzione di cesarei eseguiti in donne senza precedente parto cesareo pari al 30%: si tratta di una percentuale ancora molto alta rispetto agli obiettivi posti. Anche la proporzione di cesarei primari varia considerevolmente tra le strutture analizzate: alcune strutture infatti rimangono ben al disotto del 25% pur avendo alti volumi di parti. «Ci sono delle criticità – ha commentato Zingaretti – non migliora la riduzione dei parti cesarei e su questo prenderemo dei provvedimenti perchè è evidente che ci sono ‘patologiè che vanno colpite. Non aver migliorato le prestazioni sui cesarei – ha spiegato ancora il governatore – è un dato importante, ma conosciamo i responsabili. I dati sono legati alla presenza di questi piccoli reparti di Ostetricia sparsi per il Lazio che sono una delle criticità dei sistemi sanitari e sui quali lavoreremo. Questo sistema di valutazione è la punta di diamante del sistema regionale. I dati li useremo per capire dove intervenire per introdurre cambiamenti». Inoltre nell’edizione 2015 del Prevale sono state introdotte le valutazioni dell’effettiva attivazione dei percorsi assistenziali mirati, recentemente considerati come obbligatori dalla Regione Lazio, alla gestione del paziente con patologia cronica (diabete, BPCO, post IMA e post ictus). Da queste prime analisi risultano grosse eterogeneità, tra Asl e tra distretti della stessa Asl. Ulteriore esempio è la prescrizione di antibiotici nei bambini, ad alto rischio di inappropriatezza e con un potenziale di futura antibiotico-resistenza. Si passa dal 50% di bambini tra 1 e 5 anni con almeno una prescrizione di antibiotici nell’anno successivo nella Asl Roma E all’80% della Asl di Frosinone. Positivi i dati relativi all’angioplastica primaria, un intervento salvavita nel caso di infarto acuto: si passa, si legge nei risultati Prevale 2015 presentati oggi in Regione Lazio, dal 35% del 2013 al 42% del 2014. A parità di volume di angioplastiche nella Regione Lazio, rimasto invariato tra il 2013 e il 2014, la proporzione dell’intervento di Ptca (percutaneous transluminal coronary angioplasty) eseguito in assenza di infarto acuto del miocardio (IMA), intervento a forte rischio di inappropriatezza, è diminuita nel corso degli ultimi anni a favore degli interventi più efficaci come l’angioplastica primaria, ma è ancora alta. Riguardo invece alla colecistectomia laparoscopica, la proporzione di interventi con degenza post-operatoria inferiore a 3 giorni è aumentata nel 2014, passando dal 55% del 2012, al 61% del 2013 al 67% del 2014. Si rileva, comunque, una evidente eterogeneità dei risultati tra le strutture analizzate con proporzioni di dimissioni post intervento entro i 3 giorni che variano da un minimo del 8% a un massimo del 94% e una grossa eterogeneità anche tra reparti della stessa struttura.

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