Bimbo morto in metro, tre denunciati per omicidio colposo | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Bimbo morto in metro, tre denunciati per omicidio colposo

Fiori, pupazzi e qualche candela accesa. Così si presenta la fermata della metro A Furio Camillo dove ha perso tragicamente la vita Marco, un bambino di 4 anni

Roma, bambino muore cadendo nell'ascensore della Metro Furio CamilloSono tre le persone denunciate per la morte del bambino di 4 anni precipitato nel vano ascensore della stazione Furio Camillo della metro di Roma. Secondo quanto si apprende, si tratta di un addetto Atac e di due vigilantes denunciati per concorso in omicidio colposo.

Sulla vicenda sono in corso indagini dei carabinieri della compagnia Piazza Dante per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. La procura procede per omicidio colposo e ha disposto il sequestro dell’impianto. La stazione della metro intanto è stata riaperta.

Stamattina, davanti all’ingresso, c’erano fiori, pupazzi e qualche candela accesa. Diverse persone, soprattutto donne e mamme, si sono raccolte in preghiera in silenzio davanti al luogo dell’accaduto. Qualcuno ha anche lasciato un biglietto: «Un altro piccolo angelo è volato in cielo».

Sono stati ascoltati testimoni, addetti della stazione e sono al vaglio le registrazioni delle telecamere di sorveglianza. Da una prima ricostruzione sembra sia stata questione di un attimo. Il bimbo era rimasto bloccato in ascensore con la mamma ed è precipitato durante le operazioni di trasbordo. Personale della stazione li avrebbe raggiunti attraverso un elevatore parallelo che ha una porticina comunicante, una sorta di botola, ma tra i due ascensori ci sarebbe il vuoto al centro dove è precipitato il piccolo: tra le ipotesi quella che il bimbo all’apertura della porta, forse spaventato, si sarebbe lanciato verso la via di fuga cadendo nel vuoto.

«È stato un errore umano – ha detto l’assessore ai trasporti Guido Improta – un eccesso di generosità di un agente della stazione». Che, stando al regolamento, avrebbe dovuto attendere i tecnici addetti all’ascensore ma forse sentendo le urla di madre e figlio ha tentato una manovra non sicura, «una procedura non codificata». «È stato un eccesso di generosità dell’agente di stazione che poi si è trasformato in una tragedia», ha sottolineato.

Sconvolto il dipendente presente al momento dell’incidente che è stato colto da malore e assistito, assieme alla madre del piccolo, dal personale del 118. Testimoni dicono di avere visto i vigili del fuoco, avvezzi ad ogni tragedia, piangere. A recarsi alla fermata della metro anche il sindaco Ignazio Marino che ha voluto incontrare personalmente la donna ma è stato fortemente contestato da qualche cittadini all’uscita della metro con urla, insulti e espliciti «Vattene».

Poco dopo sul luogo della tragedia è arrivato il papà del piccolo. Con il casco della moto in mano e gli occhi pieni di lacrime è entrato all’interno per abbracciare la moglie. Lei, Francesca, piangeva disperata e non voleva lasciare la stazione. Poi il marito Giovanni l’ha convinta.

Sulla vicenda è intervenuto anche il prefetto Franco Gabrielli. «Il sentimento che provo è di sgomento, perché se un bambino di 5 anni muore il tema delle cause è secondario – ha sottolineato -. Esprimo la mia vicinanza a chi vive una condizione di dolore e strazio».

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