Gioielliere ucciso, è caccia all'uomo: esami immagini video. Paura nel quartiere Prati | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Gioielliere ucciso, è caccia all’uomo: esami delle immagini video. Paura e sconcerto nel quartiere Prati

Il 70enne era stato rapinato più di una volta. La dinamica del delitto deve essere ricostruita con precisione dai militari del Reparto operativo del colonnello Lorenzo Sabatino

– È caccia al rapinatore che ieri pomeriggio nel centralissimo quartiere Prati a Roma ha ucciso un gioielliere di 70 anni, Giancarlo Nocchia, nel suo negozio in via dei Gracchi. Al vaglio dei carabinieri le immagini delle telecamere di sorveglianza della gioielleria e di altri esercizi commerciali della zona che potrebbero aver ripreso l’assassino prima o dopo il colpo. Accertamenti anche su un portagioielli con all’interno preziosi che il malvivente ha perso in strada durante la fuga. L’uomo è entrato nel negozio intorno alle 16 con parrucca e occhiali probabilmente fingendosi un cliente, secondo quanto ricostruito dai militari. La vittima ha reagito e durante una colluttazione sarebbe stata colpita più volte alla testa con un corpo contundente, non ancora ritrovato. La salma di Nocchia è stata trasferita al policlinico Gemelli per l’autopsia che chiarirà con esattezza le cause del decesso. A trovare il 70/enne morto dietro al bancone un amico titolare di un bar poco distante, entrato nel negozio assieme ad altri due conoscenti perchè avevano notato che la porta era chiusa. Sulla vicenda indagano i carabinieri del Nucleo investigativo di Roma e della compagnia San Pietro.

Faceva gioielli che erano opere d’arte e in mezzo alle sue pietre preziose è stato ucciso Giancarlo Nocchia, orafo di 70 anni vittima di una rapina oggi pomeriggio a Roma, nel quartiere Prati, centrale ed elegante. Un bandito è entrato nel suo negozio-laboratorio spacciandosi per cliente, una parrucca in testa – hanno ricostruito i carabinieri – e quando l’artigiano ha reagito l’ha colpito alla testa con un corpo contundente, lasciandolo a terra mentre svuotava le vetrine. Il cadavere dell’anziano è stato trovato da alcuni negozianti vicini che hanno notato la porta della bottega chiusa e tutto a soqquadro dentro. «L’hanno ammazzato come un animale», ha detto un amico. «Giancarlo era molto attento, diffidente, mi meraviglia che abbia aperto a qualcuno – dice il fratello Paolo -. In passato aveva subito altre rapine: tre negli ultimi anni». I carabinieri danno la caccia al killer, che scappando avrebbe perso una scatola con dei gioielli, mentre si riaccende la polemica sulla sicurezza. «Roma è violenta e insicura, Marino si dimetta», attaccano dal centrodestra contro il sindaco. Elementi importanti per individuare gli autori dell’omicidio di Nocchia potrebbero venire dalle telecamere di sorveglianza del negozio e degli altri sulla strada, via dei Gracchi. L’arma del delitto non sarebbe stata ritrovata. Alcuni operatori dell’Ama, la municipalizzata dei rifiuti, sono stati chiamati a rovistare nei cassonetti di fronte alla gioielleria alla ricerca di possibili indizi. La dinamica del delitto deve essere ricostruita con precisione dai militari del Reparto operativo del colonnello Lorenzo Sabatino. Anche l’autopsia sul corpo di Nocchia darà informazioni preziose. «Quando sono entrato nel suo negozio era sdraiato a terra dietro al bancone». A parlare è Giorgio, un amico di Nocchia. È stato lui a dare l’allarme dopo essere entrato nella gioielleria insieme ad altri due conoscenti della vittima. «Sono sconvolto – racconta Giorgio, titolare di un bar della zona – è stato ucciso come un animale. Ci conoscevamo da 30 anni. Giancarlo era un amico di mio padre e mi ha visto crescere». In via dei Gracchi conoscenti e amici della vittima si radunano sconvolti. «L’ho visto l’ultima volta sabato – dice Paolo, arrivato sul posto insieme ad altri parenti – sono sconvolto, non riesco a capire come sia possibile che l’abbiano ucciso così». «Il Maestro» veniva definito l’orafo sul sito internet della sua attività, in italiano, inglese e tedesco. «Uomo di cultura artistica», «competente nel mondo delle pietre preziose», proprio quelle che potrebbero aver spinto l’assassino a colpire con la prospettiva di un grande bottino. Quello del 70/enne ucciso è un laboratorio artigianale attivo da moltissimi anni, che produce opere d’arte. Anelli, bracciali, ciondoli, colliers e orecchini dalla notevole fattura esposti anche in vendita online e su ordinazione. Capolavori divenuti il motivo per il quale è stato ucciso. C’è paura e incredulità tra commercianti e abitanti del centralissimo quartiere Prati a Roma dove nel pomeriggio è stato ucciso durante una rapina il gioielliere 70/enne Giancarlo Nocchia, proprietario di una storica bottega di via dei Gracchi. «Siamo sconvolti» ripetono amici e negozianti fermandosi a pochi metri dall’ingresso della gioielleria dove sono ancora in corso i rilievi dei carabinieri. Giorgio, titolare di un bar a pochi metri di distanza, con le lacrime agli occhi racconta di averlo trovato lui morto entrando nel negozio assieme ad altri due amici. «Non riuscivamo a parlare con Giancarlo così siamo entrati nel negozio e l’ho trovato per terra dietro al bancone. È stato un dolore enorme perchè ci conoscevamo da trent’anni. Non era un semplice collega, era un amico vero – prosegue – conosco molto bene anche la moglie e il figlio. Capisco la rapina, ma perchè ucciderlo come un animale?». E c’è chi racconta di averlo visto l’ultima volta stamattina. «Come tutti i giorni abbiamo fatto colazione al bar – dice un commerciante – non riesco a credere che gli sia successa una cosa del genere». E tra i commercianti sale il timore che possano ripetersi episodi del genere. «Chi ha un’attività mette sempre in conto di poter subire furti o rapine – dicono alcuni negozianti – ma non di dover morire per andare a lavorare: è impensabile. E con l’estate il rischio di rapine aumenta sempre», aggiungono. A precipitarsi sul posto i famigliari del gioielliere, sposato, e padre di un ragazzo di vent’anni. «È assurdo morire cos’ – dice tra le lacrime la sorella Rita – eravamo cinque fratelli, contenti di esserci tutti nonostante avessimo raggiunto una certa età. Da oggi non è più così. Anche se dovessero individuare i responsabili non cambierebbe nulla». Ad aspettare di avere notizie sull’accaduto anche il fratello Paolo, che l’ha visto l’ultima volta sabato scorso e che racconta: «Giancarlo aveva subito altre rapine: tre negli ultimi anni. Era molto attento e diffidente, mi meraviglio che possa avere aperto la porta a qualcuno. Forse si sono introdotti sorprendendolo alle spalle al momento della riapertura dopo la pausa pranzo».

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