Omofobia, Gay center: "Parte civile contro l'azienda Cuomo per le discriminazioni a un trans" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Omofobia, Gay center: “Parte civile contro l’azienda Cuomo per le discriminazioni a un trans”

«L’Associazione Gay Center è stata ammessa dal Tribunale di Latina, tramite l’assistenza dell’avvocato Daniele Stoppello, come parte civile nel processo che vede imputata l’azienda Cuomo di Aprilia con l’accusa di ripetute violenze e atti di discriminazione nei confronti di un dipendente transessuale. È la prima volta che questo avviene nel Tribunale della città laziale. La ricostruzione dei fatti». Così in una nota il Gay Center. «Negli stabilimenti della ditta Cuomo di Aprilia, Simone Tamarro, all’epoca dei fatti Simona, allora operaio nel caseificio sarebbe stato oggetto di ripetuti atti di violenza e aggressioni di tipo sessuale, minacce di licenziamento, insulti, gravi comportamenti lesivi della dignità personale e del rispetto dei diritti più elementari del lavoro. Una vicenda che ha atteso anni per finire finalmente a giudizio e oggi è partito il processo contro l’Amminsitratore delegato della Cuomo e due dipendenti accusati di essere gli autori materiali delle violenze, Mauro Carosi e Guglielmo De Cupis – si legge nel comunicato – Da quando Simone aveva iniziato le cure per il cambio di sesso nei suoi confronti in azienda si è scatenata una costante azione di soprusi e violenze per indurlo a lasciare il posto di lavoro. Offese come ‘carne di porco, ti faremo impazzirè, ‘ma le lesbiche cosa usano per fare sessò, ‘sei lesbica e mezzo frociò, ‘se mi denunci vengo sotto casa e ti spezzo le gambè. Ma oltre alle ingiurie e alle violenze verbali continue, Simone sarebbe stato anche ripetutamente aggredito fisicamente con schiaffi e calci, addirittura violentato e aggredito sessualmente. Il 13 settembre del 2010, a causa di queste violenze, Simone aveva tentato di suicidarsi all’interno della mensa aziendale». «È una storia incredibile di violenza e discriminazione – dice Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, l’associazione che segue il caso di Simone a cui sta dando assistenza legale grazie al supporto dell’avvocato Daniele Stoppello – La storia di Simone merita di essere conosciuta perché ci troviamo di fronte a fatti che chiedono giustizia. Qui non c’è solo una vicenda di discriminazione ma siamo di fronte a fatti violenti e aggressioni fisiche e psicologiche».

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