Sequestrato il porto di Ostia: arrestato il presidente | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Sequestrato il porto di Ostia: arrestato il presidente

Sequestrato il porto turistico di Roma, sul litorale di Ostia, e in manette il presidente Mauro Balini assieme ad altre tre persone. È il bilancio di un’operazione eseguita dai finanzieri del Nucleo di polizia Tributaria di Roma sotto la direzione della Procura della Capitale. Gli arrestati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, riciclaggio, impiego di denaro, beni e utilità di provenienza illecita e trasferimento fraudolento di valori. Altre 9 persone sono state denunciate a piede libero. Il blitz è scattato all’alba e ha portato al sequestro di beni per oltre 400 milioni di euro tra cui immobili, come un prestigioso attico sul litorale ostiense, un catamarano di circa 20 metri, quote societarie e conti correnti bancari, posti barca, parcheggi, strutture amministrative, commerciali e aree portuali. Decine le perquisizioni effettuate, anche in tre studi professionali. Secondo gli investigatori il noto imprenditore assieme agli altri tre arrestati avrebbero pilotato il crack della Ati Spa, società che aveva curato la realizzazione del porto e che fino al 2008 concessionaria dell’infrastruttura, svuotandola completamente dei propri beni e dirottandoli su società riconducibili al patron. Le indagini della Guardia di finanza del Comando provinciale di Roma sono partite nel 2012 in seguito alla denuncia di una banca tedesca che vantava un credito di 25 milioni per un finanziamento. Per gli inquirenti, Balini, con la complicità di fidati collaboratori e professionisti, avrebbe creato un complesso schema societario per distrarre ingenti risorse patrimoniali e finanziarie all’Ati, portandola a un passivo finale di oltre 155 milioni di euro. Il «disegno criminale» sarebbe nato nel 2005 quando l’imprenditore avrebbe creato un debito fittizio nelle casse aziendali da 28 milioni di euro simulando di ripianarlo per diventare creditore e poter giustificare i prelievi di ingenti somme dalle casse in favore di altre società a lui riconducibili. A finire in manette anche Massimo Amicucci, Edoardo Sodano e l’avvocato Sergio Capograssi. Il gip di Roma, Maria Grazia Giammarinaro, nell’ordinanza di custodia cautelare scrive di «collegamenti del Balini e dei suoi accoliti con uomini politici e amministratori locali» aggiungendo che «tali connessioni hanno consentito di ottenere, anche in tempi brevissimi, autorizzazioni e ogni altro tipo di atti amministrativi necessari al perseguimento dei suoi scopi». Il gip evidenzia, inoltre, che «si può plausibilmente ritenere che Balini sia il gestore delle attività economiche e finanziarie facenti capo ad una delle strutture criminali insediate nel territorio di Ostia e che costituisca anzi il terminale apparentemente legale di quegli interessi criminali». Costruito nel 2001, il porto di Ostia si sviluppa attualmente su una superficie di circa 22mila ettari e dispone di 840 posti barca per lunghezze comprese fra gli 8 e i 60 metri. «Il porto continuerà a funzionare normalmente» ha assicurato il procuratore aggiunto di Roma, Nello Rossi, aggiungendo: «il Tribunale ha nominato due amministratori di grande esperienza che nonostante il sequestro svolgeranno tutte le attività».

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