Mafia capitale, Buzzi accusa Zingaretti. Il governatore: "Querelo", Venafro smentisce le dichiarazioni del ras delle coop rosse | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, Buzzi accusa Zingaretti. Il governatore: “Querelo”, Venafro smentisce le dichiarazioni del ras delle coop rosse

«Nessuno chiede soldi per me» la replica del presidente, e le affermazioni dice, sono del tutto false, a partire dalla vicenda legata all'acquisto del palazzo della Provincia

Salvatore Buzzi attacca, la Regione Lazio risponde. Il presunto boss di Mafia Capitale lancia dal carcere pesanti accuse contro l’amministrazione di Nicola Zingaretti. Ma il governatore non ci sta, definisce «totalmente prive di fondamento» le testimonianze del patron delle cooperative, minaccia querele e lascia trasparire in una nota tutta la pesantezza del clima: «L’unica riflessione che già da ora mi sento di fare – la sua amara constatazione – è l’affacciarsi concreto del rischio di impraticabilità di campo per chi sta provando con dedizione e onestà a cambiare le cose in questa Regione». Buzzi, secondo una esclusiva del Tg di La7, avrebbe raccontato alla magistratura, nel corso di una serie di interrogatori, parecchi dettagli sul rapporto con i partiti e le istituzioni romane. Cita il nuovo palazzo della Provincia dell’Eur (che Zingaretti avrebbe acquistato, secondo la testimonianza, prima della sua costruzione), e sostiene che Luca Odevaine, anche lui tra gli arrestati dalla Procura di Roma nella medesima indagine, gli avrebbe riferito che in quella vicenda avrebbero preso soldi Maurizio Venafro (ex capo di gabinetto di Zingaretti, che ha rassegnato le dimissioni dopo essere stato indagato), Antonio Calicchia e l’imprenditore Peppe Cionci, per Zingaretti. Buzzi avrebbe inoltre citato anche la gara miliardaria della multiservizi regionale. «Nessuno chiede soldi per me» la replica del governatore, e le affermazioni di Buzzi, dice, sono del tutto false, a partire dalla vicenda legata all’acquisto del palazzo della Provincia «la mia amministrazione provinciale ha avuto inizio nel 2008, abbiamo portato a conclusione un iter del 2005, condividendo la scelta di riunificare dentro un unico stabile le molte sedi distaccate della Provincia di Roma. Una scelta di risparmio per molti milioni di euro, sulla quale nel dicembre 2013 anche la Corte dei Conti decise di archiviare un’indagine sul tema difendendo la scelta ». E la gara multiservizi della Regione «è ancora in corso». Ma le smentite non si fermano qui: i primi a parlare sono gli avvocati di Odevaine: «Nel corso dei suoi interrogatori – spiegano – non ha mai reso dichiarazioni del tenore di quelle riportate da alcuni organi di informazione». Più tardi arriva la smentita di Venafro e Cionci: «Affermazioni calunniose, evidentemente frutto di un tentativo disperato e ridicolo di confondere la ricostruzione dei fatti delittuosi» e chi le pronuncia «ha tutto l’interesse a mentire spudoratamente». Per parte dell’opposizione però quanto diffuso dai media nelle ultime ore può bastare a concludere l’esperienza di governo di Zingaretti: «Si dimetta oggi – taglia corto il capogruppo M5s Valentina Corrado – e lasci il Lazio libero di decidere se continuare a essere governato da chi (il Pd, ndr) ha stupito Buzzi per la propria voracità». Per il centrodestra, invece, la priorità è che il governatore venga in Aula «a spiegare alcuni aspetti di questa vicenda». «Fino alla prova del contrario reputo Zingaretti un avversario onesto circondato malissimo – il commento dell’attuale vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Storace, che nella sfida per la Regione con Zingaretti fece una campagna sul palazzo della Provincia – ma non vorrei veder vacillare le mie impressioni».

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