Vaticano, nuova rivoluzione targata Papa Francesco: apre Castel Gandolfo | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Vaticano, nuova rivoluzione targata Francesco: apre Castel Gandolfo. In vendita i prodotti della fattoria

Ennesima ‘rivoluzionè targata Francesco: Castel Gandolfo apre ai turisti. I primi trecento arriveranno domani con il treno direttamente dalla stazione interna al Vaticano. «Io a Castel Gandolfo non vado perchè ho troppe cose da fare a Roma. Ma non voglio che queste ricchezze, queste bellezze, restino chiuse. Provvedete ad aprire le ville pontificie»: così il Papa ? ha raccontato il direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci ? ha dato disposizione ai suoi collaboratori affinchè le stanze ‘segretè della residenza pontifica ai Castelli potessero aprirsi al pubblico. «Un Papa che ha rinunciato alla sua residenza estiva per aprirla alla gente è un segno dei tempi», commenta Paolucci. «Penso all’emozione e allo stupore ? aggiunge ? ma anche alla gratitudine che ciascuno dei visitatori proverà per questo imprevisto regalo del Papa». Si potrà arrivare in treno, un mezzo popolare, secondo lo stile Francesco, e i turisti interessati potranno accedere direttamente dalla stazione dello Stato più piccolo del mondo. E in una sorta di ‘anteprimà oggi dalle rotaie pontificie è partito lo storico treno a vapore che portò nel 1964 Giovanni XXIII a Loreto, alla vigilia del Concilio Vaticano II. Domani invece un treno moderno, meno suggestivo ma più comodo, porterà i primi turisti che hanno prenotato. «Siamo, come si dice in questi casi, in overbooking», dice con una battuta monsignor Paolo Nicolini, delegato per i settori amministrativo-gestionali dei Musei Vaticani. È infatti già tutto esaurito non solo per domani ma per i prossimi tre sabati (queste visite al momento si faranno una volta a settimana). Soddisfazione anche da parte delle Ferrovie che oggi hanno inaugurato la tratta internazionale più piccola del mondo. Se infatti il treno è stato qualche volta utilizzato dai Papi, mai c’è stato un collegamento stabile che partisse da dentro la stazione vaticana. «Nei nostri centodieci anni di storia ? ha commentato l’ad di Fs, Michele Mario Elia, abbiamo accompagnato diversi pontefici in giro per l’Italia, con veri e propri bagni di folla nelle stazioni e lungo le linee. Siamo felici di mettere il nostro know how e la nostra esperienza a disposizione di questa nuova iniziativa». Progetto che, tra l’altro, debutta proprio alla vigilia del Giubileo e che quindi conta di riscuotere un interesse di rilievo. Diversi i pacchetti messi a disposizione dei turisti, dal più economico di 16 euro al biglietto ‘full’ di 40 euro che consentirà in una sola giornata di vedere i Musei Vaticani, la Cappella Sistina, i giardini, per poi prendere il trenino verso la Villa pontificia di Castel Gandolfo. Sconti famiglia e richiesti abiti decorosi. Se da circa un anno erano già visitabili i giardini Barberini, ora l’accesso è a quelle stanze che fino ad oggi erano riservate al Papa e ai suoi più stretti collaboratori. E allora, salendo gli scaloni, si arriva finanche dietro al piccolo balcone da dove i Papi hanno recitato gli Angelus. Una galleria di ritratti ‘raccontà i pontefici dal 1500 ad oggi. Ma il pubblico vedrà anche cimeli di altro genere: troni pontifici, antiche divise delle guardie del Papa, e le ?pantofole?, tra cui una rossa damascata indossata da San Pio V. All’esterno una vecchia Bmw, targata Scv1 che san Giovanni Paolo II usava per i suoi spostamenti interni alla residenza di Castel Gandolfo. «Abbiamo molta fiducia ? dice il direttore delle Ville pontificie, Osvaldo Gianoli ? che questa proposta possa incontrare il favore del pubblico. Si tratta di luoghi che sono stati chiusi per secoli». Poi il giro nella ‘Versailles’ dei Papi, l’immenso parco ricco di ulivi ma anche sculture floreali. Fino alla fattoria da dove ogni giorno partono uova fresche e yogurt bio per la dispensa di Casa Santa Marta. Tirano un sospiro di sollievo anche le amministrazioni locali (Castel Gandolfo e Albano), che senza Francesco erano rimaste in una sorta di «sede vacante». Senza il Papa il turismo era molto calato ma da domani l’ afflusso riprenderà e sarà, per la prima volta nella storia, costante.Yogurt biologici, olio, vino, uova fresche di giornata. Ma anche ricotta e miele locale. Sono i prodotti della fattoria del Papa, la campagna che produce da secoli il cibo che finisce sulla tavola dei pontefici. Da Castel Gandolfo ogni mattina all’alba parte un furgoncino con verdure, latticini e prodotti vari che forniscono la dispensa delle cucine di Casa Santa Marta. Una buona parte viene messa in vendita all’Annona, all’interno del Vaticano, e un’altra parte viene destinata ai dipendenti delle Ville pontificie. Da qualche tempo c’è anche uno spaccio ad Albano, proprio accanto alla porta della villa pontificia, aperto solo la mattina fino alle 12 e frequentato per lo più dalla gente del posto. Ma la fattoria da domani è tappa del tour turistico dal Vaticano a Castel Gandolfo e in prospettiva i prodotti che finiscono sulla tavola del Papa potrebbero essere anche venduti ad un pubblico più ampio. «Al momento i prodotti non sono venduti ai turisti. Ma non nascondiamo che potrebbe avvenire in futuro», ha detto il direttore delle Ville Pontificie, Osvaldo Gianoli, oggi presente all’anteprima dell’apertura di Castel Gandolfo al grande pubblico. Alla fattoria si arriverà con un trenino perchè il percorso da fare è di circa 5 chilometri. Tra il parco con gli alberi secolari e i capolavori dell’arte topiaria (la tecnica con la quale vengono date forme geometriche alle piante) e la campagna vera e propria, è un territorio di 55 ettari (più o meno 30 ettari giardino e 25 ettari campagna). Trentadue dipendenti, sui 55 complessivi della residenza di Castel Gandolfo, sono impegnati proprio nella parte agraria. D’altronde, a parte le coltivazioni di ortaggi, alberi da frutta e degli uliveti, ci sono decine di mucche, polli, galline, conigli, tacchini. Era stato Pio XI, negli anni ’30, a volere che una buona parte dei giardini fosse dedicata ad una vera e propria azienda agricola. Niente allevamenti intensivi e solo mangime biologico per gli animali della fattoria pontificia. Il brand gia c’è: su scatole di latte e vasetti di yogurt campeggia la scritta «Fattoria Ville Pontificie». Se si passerà alle degustazioni e alla vendita diretta dei prodotti il successo sembra annunciato.

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