L'Anac blocca le nomine di Zingaretti per tre mesi. Il governatore: "Nessuno stop, iter non concluso" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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L’Anac blocca le nomine di Zingaretti per tre mesi. Il governatore: “Nessuno stop, iter non concluso”

La vicenda riguarda il commissario straordinario dell'Ipab Ss. Annunziata di Gaeta, fatta dal presidente della Regione Lazio senza verificare eventuali incompatibilità. Cantone: "Non stupirsi se applicate le regole"

— Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, rischia di vedere bloccato per tre mesi il suo potere di nomina. Una vicenda – «il cui iter non è concluso», specifica lui stesso – finita nelle mani dell’Anac, l’Autorità Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone. Tutto ruota attorno al nodo degli incarichi pubblici e alla legge Severino. La corruzione non c’entra. «Non c’è ombra di fatti corruttivi, ma di un mancato rispetto di meccanismi formali. Con Regione Lazio abbiamo un rapporto di vigilanza collaborativa sugli appalti», dice lo stesso Cantone, per dare precisa cornice ai fatti. Tutto discende dalla decisione di designare Giovanni Agresti commissario straordinario dell’Ipab di Gaeta, un Istituto pubblico di assistenza e beneficenza. La delibera di Zingaretti è del 17 febbraio 2015. Prima del conferimento, si è preso atto della dichiarazione con cui Agresti certifica di avere i requisiti per ricoprire l’incarico, accettato a titolo onorifico con solo rimborso spese. In realtà Agresti è amministratore di una società, Gest-Var, che gestisce 2 cliniche accreditate col servizio sanitario regionale (per una delle due, tra l’altro, Zingaretti firmò la conferma all’accreditamento tre mesi prima di nominare Agresti commissario Ipab). Ma Agresti omette questa circostanza che, legge Severino alla mano, gli avrebbe impedito di svolgere il ruolo di commissario. La storia emerge perchè Giovanni Caprio, direttore e responsabile anticorruzione dell’Ipab, segnala il caso in tutte le sedi preposte, Anac compresa. Segue un’istruttoria. La responsabile anticorruzione della Regione Giuditta Del Borrello avvia accertamenti. Agresti si dimette, Zingaretti dichiara nullo il conferimento della nomina. L’Anac, fatte le proprie verifiche, interviene con una delibera che dà conto dei fatti e affida al responsabile anticorruzione della Regione il compito di accertare, garantendo un contraddittorio, responsabilità ed eventuali sanzioni, ossia il divieto di nomina per 3 mesi che potrebbe colpire Zingaretti. Al di là del caso singolo e del peso politico, visto il ruolo nel Pd del suo protagonista, sono le considerazioni generali dell’Anac a far riflettere. La delibera mette in luce molte criticità delle disposizioni attuative su inconferibilità e incompatibilità degli incarichi. La legge, infatti, si affida ad automatismi che non sempre consentono di accertare a posteriori la reale natura di un’omissione o una dichiarazione mendace. Non a caso l’Anac ha chiesto, nel dossier Zingaretti-Agresti, di accertare eventuali profili colposi. C’è poi il nodo sanzioni senza gradualità: i tre mesi di stop al potere di nomina valgono a prescindere dall’incarico. Non solo. Se scatteranno, a comminarli sarà il responsabile anticorruzione dell’ente, la Regione, e quindi la stessa Del Borrello. L’Anac richiama bene nella sua delibera il corto circuito politico-istituzionale che si può generare, perchè in linea generale si pone il problema dell’effettiva autonomia di un dirigente nei confronti dei vertici politici dell’ente in cui opera. A chiedere una revisione della legge è anche il segretario del Pd Lazio, Fabio Melilli. «Se venisse sospeso il mio potere di nomina per aver revocato una nomina fatta sulla base di un’autocertificazione falsa – dice dal canto suo Zingaretti – ci troveremmo di fronte a una profonda illogicità». Resta da capire perchè i controlli sui requisiti di Agresti non siano stati fatti dagli uffici regionali prima di conferire l’incarico. E perchè beni dell’Ipab siano stati attribuiti a una fondazione denominata Alzaia diretta dallo stesso Caprio che ha denunciato la vicenda e che, tra l’altro, a luglio ha lasciato la direzione dell’Ipab. C’è da scommettere che gli accertamenti dell’Anac sulla gestione della struttura non siano finiti.

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