Zingaretti si sfila per il dopo Marino: "Il mio compito è il buon governo" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Zingaretti si sfila per il dopo Marino: “Il mio compito è il buon governo”

Stavolta no. Nicola Zingaretti, l’eterno ‘nome fortè del Pd romano e non solo, quello che sempre viene sussurrato nei corridoi della politica capitolina nei casi d’emergenza, non salterà dal treno in corsa della Regione Lazio per salvare il Campidoglio orfano di Ignazio Marino. «Queste scelte si fanno una volta nella vita, e io l’ho già fatta – ha detto il governatore, rompendo il silenzio dopo alcuni giorni – Il mio contributo sarà dimostrare che quando governiamo lavoriamo bene». Ma a via Cristoforo Colombo, ben lontano dal Marco Aurelio, ha chiarito lasciandosi alle spalle una sua vecchia ambizione, quella di guidare la Capitale. Perchè l’ex presidente della Provincia di Roma, cinquant’anni compiuti proprio ieri, da Palazzo Senatorio è stato solo a un passo. C’era già stata, persino, la discesa in campo ufficiale. Piazza San Cosimato, Trastevere, caldo pomeriggio del 16 luglio 2012, sul palco Ettore Scola, Johnny Palomba; amici, sostenitori e quadri di partito sotto al palco. In maniche di camicia, Zingaretti lanciò la sua sfida a Gianni Alemanno. Ma si mise di mezzo lo scandalo dei fondi regionali di cui ‘Batman’ Fiorito diventò il simbolo, e cadde la giunta regionale di centrodestra. «Di fronte a quelle vicende – ricordava oggi – il Pd e il centrosinistra mi chiesero di cambiare e di affrontare quella che fu definita una emergenza democratica. Io, condividendo quell’analisi, non ci pensai due volte: rinunciai alla candidatura e mi buttai nell’avventura regionale». Ma sono scelte, appunto, «che si fanno una volta nella vita». Ruolo istituzionale, dunque, che però non vuol dire passivo. Sulla strategia prossima ventura Zingaretti sembra già avere idee chiare, e le ha messe subito sul tavolo: come da indicazione di Matteo Renzi, bisognerà per forza confrontarsi con le Primarie, «di cui penso molto bene», e la coalizione dovrà essere «larga, la più ampia possibile, fatta di cittadini, di forze politiche» e basata sulla «costruzione di un progetto di governo». Bisogna, per il governatore, dare la parola a Roma e anche «ai tanti eletti, ai consiglieri, ai presidenti dei Municipi ma anche ai deputati e ai senatori». Superare il correntismo dando vita a «un progetto collettivo e non pensato nelle ‘stanzè, perchè non se ne può più di avere tanti gruppi». Una «assunzione di responsabilità», insomma, in cui il Pd «dovrà essere protagonista – ha puntualizzato – Da noi ci si aspetta questo. Non c’è molto tempo, ma c’è il tempo per lavorare seriamente, è ora di ricominciare». Marino sembra già fare parte del passato: «Gli ho telefonato per esprimergli solidarietà – ha affermato Zingaretti – La sua amarezza è da comprendere, vista la durezza del lavoro di questi due anni. Dove ha sbagliato? Adesso è il tempo di rimboccarsi le maniche e costruire il futuro».(

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