Campidoglio, Marino ci ripensa. L’assessore Cattoi: “E’ il Pd che non ha più fiducia”
– Il sindaco dimissionario di Roma Ignazio Marino è arrivato in Campidoglio. Ancora una giornata di lavoro da primo cittadino per il chirurgo dem. Nel suo ufficio di Palazzo Senatorio Marino continuerà a lavorare a progetti da portare a termine in questi ultimi 20 giorni del suo mandato che, salvo per ora ipotetici ripensamenti, scade il 2 novembre. Nei giorni scorsi il sindaco, dopo l’annuncio delle sue dimissioni, aveva infatti chiesto ai suoi assessori di concentrarsi su provvedimenti o atti che potessero essere chiusi prima del suo addio al Campidoglio. E proprio oggi pomeriggio Marino ha convocato l’esecutivo capitolino per una riunione di giunta. «Il sindaco sta riflettendo se verificare la maggioranza in assemblea capitolina». Così Alessandra Cattoi, assessore al Patrimonio e braccio destro di Ignazio Marino. «Quando un sindaco dà le dimissioni rompe un patto con i cittadini e deve rifletterci prendendosi i 20 giorni previsti per legge»,ha concluso.
«Il Pd ha detto che non c’è più fiducia quindi vuol dire che si aperta una crisi politica. Un sindaco è giusto che lasci la sua posizione solo per fatti gravissimi. E fatti gravissimi attengono alla politica e non a stupidaggini, come gli scontrini». Così Alessandra Cattoi, assessore al Patrimonio e braccio destro di Ignazio Marino, uscendo dal Campidoglio.«Che la crisi non riguarda le spese di rappresentanza mi sembra un fatto rilevante – spiega – ed è importante per il sindaco che è stato eletto dai cittadini. Questi ultimi non devono avere dubbi sul fatto che il sindaco abbia speso soldi pubblici solo per fini pubblici e non privati. Fino ad una settimana fa si pensava che il sindaco fosse stato indotto a dare le dimissioni per motivi relativi alle sue spese di rappresentanza».
– Bruno Frattasi «è un bel piano». Ha risposto così il Prefetto di Roma Franco Gabrielli a chi gli chiedeva se fosse Bruno Frattasi il nome del commissario che reggerà il Campidoglio fino alle prossime elezioni, una volta che le dimissioni del sindaco Marino saranno effettive e irrevocabili, cioè dal 2 novembre. Gabrielli non si è sbilanciato dicendo che «quando avremo chiare le cose faremo le nostre scelte: sarebbe sciocco se vi dicessi che decideremo un secondo dopo che il sindaco avrà fatto una scelta ma nella cassetta degli attrezzi ciascuno ha i suoi piani. Ne abbiamo vari». «Ieri mi sono visto con il ministro» Alfano «e abbiamo fatto delle considerazioni che sono premature fino a che non si conoscono le scelte del sindaco. E visto che il sindaco dice che sta riflettendo sarebbero anche un’indebita ingerenza», ha concluso.
– «Gli operatori dell’economia si giovano delle certezze, anche amministrative, nel medio e nel lungo periodo perchè si costruisce un sistema favorevole alla crescita. Noi siamo per la governabilità, per governi autorevoli che durino a lungo. Speriamo che quanto prima Roma possa avere questa stabilità». Lo ha detto il Presidente della Camera di Commercio di Roma Lorenzo Tagliavanti interrogato sulle possibili ripercussioni sul mondo economico di una crisi politica nell’amministrazione della città.
– «Il sindaco ha detto cose normali: la procedura è questa e io aspetto pazientemente il dipanarsi del tempo e alla fine trarremo le conseguenze». Lo ha detto il Prefetto di Roma Franco Gabrielli rispondendo a chi gli chiedeva un commento sulle parole del sindaco Ignazio Marino che ieri in conferenza stampa ha ribadito di volersi prendere i 20 giorni che la legge gli consente per riflettere sulle sue dimissioni. «Vedremo il primo novembre: se ritira le dimissioni ci saranno scenari e se non le ritira ce ne saranno altri» ha sottolineato il Prefetto e poi, a chi gli chiedeva se pensasse a un ritiro delle dimissioni da parte del sindaco Marino ha risposto: «Sono forse io il custode di mio fratello? Credo che il sindaco sia persona responsabile e sa quello che farà. Va bene la badante ma addirittura colui che interpreta i pensieri…Ciascuno fa delle scelte e poi ne risponde: io faccio le mie e lui le sue».
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