Impasse in aula sulla norma per i contributi, M5s: "La maggioranza si defila per non votare testo estraneo" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Impasse in aula sulla norma per i contributi, M5s: “La maggioranza si defila per non votare testo estraneo”

– Impasse in Aula, alla Pisana, a causa di un emendamento presentato alla proposta di legge n.244 sulla soppressione dell’Arp e dell’Ardis ora in discussione, e che di fatto prevede l’inserimento nel testo di un articolo aggiuntivo recante «Disposizioni interpretative in materia di contributi» concessi dall’Ufficio di Presidenza. A chiedere il ritiro dell’emendamento, il M5s insieme al consigliere del Gruppo Misto, Fabrizio Santori, il quale spiega: «L’ufficio di presidenza e alcuni capigruppo stanno tentando di inserire dentro una legge che parla di soppressione dell’Agenzia regionale Parchi e dell’Agenzia regionale difesa del suolo un emendamento che di fatto sana in maniera retroattiva dei fondi concessi dall’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale ad associazioni, Comuni e realtà pubbliche su iniziative che si sono svolte dal 2013 al 2015». Nel testo dell’emendamento vengono indicate le modalità di interpretazione degli articoli 2 e 3 della legge regionale del 15 Maggio 1997, n. 8 «Disciplina dei criteri e delle modalità per l’erogazione delle spese di rappresentanza del Presidente del Consiglio regionale, e per la concessione del patrocinio del Consiglio a favore di iniziative di interesse regionale». Nel dettaglio, quindi, l’emendamento recita che le disposizioni recate dagli articoli 2 («Esercizio di rappresentanza») e 3 («Modalità di erogazione dei contributi») «si interpretano nel senso che [..] i contributi concessi dall’Ufficio di presidenza […] non costituiscono spese per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza». Santori definisce questa modifica una «sanatoria retroattiva di contributi già assegnati ai Comuni». L’Udp, infatti, dal 2013 «ha deliberato fondi per circa 1,7 milioni. Ma l’anno cruciale è il 2014, perché in quel caso sono stati concessi contributi per oltre 1,2 milioni sforzando quel 20% (rispetto alle spese del Consiglio nel 2009) definito dalla legge regionale 4 del 2013 che cercava di ‘pulirè le questioni precedenti del Consiglio regionale, rispettando il decreto Monti del 2011 che concedeva il trasferimento dei fondi dallo Stato alle Regioni solo dopo avere fatto una serie di azioni di spending review, ad esempio l’abolizione dei vitalizi o la cancellazione delle auto blu». Nella legge 4 del 2013 erano incluse anche «le spese di rappresentanza, mostre e convegni; il limite era del 20% rispetto alla spesa del 2009, ma è stata notevolmente sforata, soprattutto nel 2014 ma anche nel 2015. Infatti, c’è il sospetto che gli uffici regionali non vogliano pagare queste deliberazioni già segnate a Comuni e associazioni e il Consiglio regionale, in tutta fretta, su richiesta dell’ufficio di presidenza e di alcuni capigruppo, ha voluto inserire questo emendamento dentro una legge che non c’entra nulla col bilancio e con i fondi». «Questo emendamento parla di uno ‘smarcamentò di fondi dalle spese di rappresentanza, convegni e mostre ad accordi di programma che l’Ufficio di Presidenza ha fatto per concedere questi finanziamenti, ma se noi andiamo a vedere l’accordo di programma, è di fatto la concessione di un contributo per spese, rappresentanza e convegni. Presentando 100 subemendamenti, ho rilevato un gravissimo comportamento che ho denunciato alla sezione di controllo della Corte dei Conti del Lazio, al procuratore capo della Corte dei Conti del Lazio per prevenire l’approvazione di questo emendamento. Ho chiesto di controllare tutte le azioni che sono state fatte, anche perché il bilancio del 2014 è in via di parifica. Spero che ci sia ascolto da parte della Corte dei Conti è che qualche consigliere regionale si renda conto di come sta andando la vicenda, perché purtroppo io e il Movimento 5 Stelle stiamo conducendo una battaglia solitaria e speriamo di potere ottenere questo risultato». Per Santori, «ne vale di danni erariali che possono essere fatti alle casse del Consiglio regionale, perché questi fondi sono stati già deliberati – ha concluso – e verranno pagati appena si concederà di fatto questa sanatoria retroattiva». «Se da una parte Zingaretti annuncia l’importanza di una legge che riduce i costi della Regione sopprimendo due agenzie regionali, dall’altra la sua maggioranza sembra in tutt’altro indaffarata visto che non si presenta in aula facendo mancare per due volte il numero legale». Così la capogruppo M5s in Regione Lazio Valentina Corrado. «Forse tale assenza – aggiunge – dipende dal fatto che neanche loro se la sentono di far passare un emendamento estraneo alla materia oggetto della legge inserito per eludere i limiti imposti dalla Spending Review nazionale».

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