Dimissioni Marino, da Forza Italia un’àncora di salvezza per Ignazio: ultima sfida per il sindaco è l'aula | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Dimissioni Marino, da Forza Italia un’àncora di salvezza per Ignazio: l’ultima sfida dell’aula

A sbloccare la situazione ci pensa Fi: il consigliere Rossin scrive per chiedere la convocazione alla presidente Baglio e un quinto dei suoi colleghi l’hanno controfirmata. Storace: "Nella faida del Pd il centrodestra valuti bene"

E alla fine fu Forza Italia a salvare il sindaco Marino. O meglio, a dargli la possibilità di mettere alle corde il proprio partito uscendo di scena non come un incapace che ha commesso una leggerezza andando a cena a destra e a manca con chicchessia a spese del Campidoglio ma come un esautorato, un defenestrato, una persona tradita da chi lo ha voluto Primo cittadino. Lui, Marino, lo ha dichiarato apertamente di voler portare la questione dimissioni in aula Giulio Cesare per un confronto diretto con la maggioranza dem; leggasi uno scontro all’ultimo sangue durante il quale il Pd avrebbe dovuto mettere la firma sulla sfiducia al sindaco che sarebbe passato da carnefice dei conti del Campidoglio a vittima di regolamenti interni. Una comparsata auspicata anche da Sel. Ma le sedute dell’Aula non si invocano, semmai si convocano anzi è la riunione dei capigruppo a doverlo fare, per Statuto. Una riunione che non è mai stata calendarizzata perchè poi, la norma può dire ciò che vuole ma è la politica a decidere e in questo caso non lo aveva ancora fatto. Oggi, finalmente a sbloccare la situazione ci ha pensato Forza Italia con un doppio assist: il consigliere Dario Rossin ha scritto una lettera di richiesta di convocazione alla presidente Valeria Baglio e trovato un quinto dei consiglieri che l’hanno controfirmata così come vuole l’art.21 comma 2 dello Statuto appellandosi a motivazioni etiche così come recita l’articolo 27. Dall’altra parte il senatore Francesco Giro responsabile del Dipartimento Enti locali di Forza Italia si è spinto fino in Campidoglio per esporre al sindaco la propria “determinata richiesta di non spiegare le ragioni delle dimissioni in stanze chiuse, ma nei luoghi deputati a questo dalle regole democratiche”. Risultato? la settimana prossima si riunirà la capigruppo per calendarizzare una seduta d’Aula durante la quale, presumibilmente, Marino interverrà.«Ignazio Marino ha dimostrato di non sapere governare e dimostra di voler rimanere tenacemente incollato alla poltrona. Il Pd vorrebbe liberarsene senza pagare dazio e sbagliando tutte le mosse. Una sceneggiata vergognosa che durerà almeno fino al 2 novembre. Ma, in questa lotta, il centrodestra deve fare attenzione a non servire assist al Sindaco o al Pd». Lo scrive in un a nota Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio e segretario nazionale de La Destra. «Le responsabilità maggiori le ha Matteo Orfini che ha visto fallire la sua spregiudicata strategiòla di conquista dell’apparato cittadino. Prima – prosegue Storace – si erge, Orfini, a difensore di Marino, arrivando a qualificarlo come »baluardo della legalità« mentre gli assessori di Marino cadevano uno dopo l’altro. Poi se ne fa boia, cercando di scrollarlo giù dalla poltrona. Senza riuscirci. Il centrodestra, quindi, calcoli bene le sue mosse, se insistere nella convocazione di Marino in Consiglio comunale: chiudere nella stessa Aula Sindaco e consiglieri del suo attuale partito – aggiunge Storace su Il Giornale d’Italia – o li farà sbranare modello leoni nel Colosseo o li costringerà ad un accordo ipocrita in zona Cesarini che sarebbe pagato solo dalla città. Marino e Pd, la pietra al collo, se la mettano da soli. Se Marino entra in Consiglio, lo fa per ricattare il Pd, si pensi al suo libro di nomi e cognomi. Magari ricorderebbe chi gli ha fatto garantire l’immunità parlamentare a Marco Di Stefano scegliendo Marta Leonori come assessore facendola dimettere da Montecitorio. Non è casuale il silenzio di Zingaretti, che sulle dimissioni del sindaco ha pronunciato solo poche parole. Sembrano avere tutti paura. Forse avrà ragione Marchini che ieri mi ha detto che ormai il fossato è scavato. Ma – conclude Storace – occorre restare con guardia alzata».

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