Omicidio boss Carlino, il procuratore chiede di confermare tutte le condanne | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Omicidio boss Carlino, il procuratore chiede di confermare tutte le condanne

Confermare tutte le condanne emesse in primo grado, compresi gli ergastoli inflitti al boss camorrista Michele Senese e al pregiudicato Domenico Pagnozzi. Sono le richieste del Pg Vincenzo Saveriano al processo, davanti alla prima Corte d’assise d’appello di Roma presieduta da Giancarlo De Cataldo, per l’omicidio del boss della Marranella Giuseppe Carlino, compiuto a Torvaianica il 10 settembre 2001. Il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto ai giudici di confermare anche le condanne a 30 anni di reclusione ciascuno, per concorso in omicidio, per Raffaele Carlo Pisanelli, Giovanni De Salvo e Clemente Fiore, nonchè quelle a 12 anni e 4 mesi e a 8 anni e 8 mesi rispettivamente inflitte ai due collaboratori di giustizia Antonio Riccardi e Vincenzo Carotenuto. La sentenza di primo grado era stata emessa a fine di ottobre dello scorso anno dal gup Bernadette Nicotra, a conclusione del processo col rito abbreviato; il giudice riconobbe l’aggravante della finalità mafiosa. Carlino fu ucciso con quattro colpi di pistola da Pagnozzi. Un omicidio che, secondo l’accusa, fu eseguito anche per rispondere all’uccisione di Gennaro Senese, fratello di Michele, ucciso nel quartiere di Centocelle il 16 settembre 1997. All’identificazione dei responsabili del delitto contribuirono le rivelazioni dei due pentiti, anche loro sotto processo e condannati. Secondo l’accusa, l’omicidio fu assegnato da Senese (quando era in carcere) a Pagnozzi, con cui vi era un’alleanza criminale risalente ai tempi della guerra di camorra degli anni ’80 per la comune militanza nella ‘Nuova Famiglià di Carmine Alfieri, in contrapposizione alla ‘Nuova camorra organizzatà di Raffaele Cutolo. Inizialmente, all’omicidio di Carlino si diede una connotazione di tipo passionale, ma, secondo quanto si è appreso, oggi il Pg ha sostenuto che quella motivazione, a suo avviso, sia stata solo un pretesto. Dietro l’omicidio, infatti, ci sarebbero state anche motivazioni economiche relative a fatti di droga e alla scomparsa di tanti soldi. Per la definizione del processo d’appello sono state fissate già altre due udienze, destinate alla discussione difensiva; possibile, però, che se ne aggiungeranno altre per arrivare alla camera di consiglio e alla sentenza.

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