Terrorismo, l'83% dei romani teme un attentato. Gli esperti: "Lupi solitari ma strutturati" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Terrorismo, l’83% dei romani teme un attentato. Gli esperti: “Lupi solitari ma strutturati”

– L’83% dei romani ha paura di eventuali attacchi terroristici durante il Giubileo. Lo rileva un’indagine presentata oggi durante il convegno «Terrorismo e Giubileo, Roma si mobilita». La minaccia principale viene ravvisata nel terrorismo islamico (52%). Le domande poste dopo gli attentati di Parigi rivelano pure come il 48% degli interpellati dichiari «di non conoscere immigrati e di non volerli frequentare». Alcune domande, che – stando ai promotori dell’indagine – sono state poste a un campione di 3000 cittadini attraverso telefonate, sono state ripetute due volte. Prima e dopo gli attentati di Parigi, quando è peggiorata la percezione della sicurezza nei romani. Ad esempio, prima degli attentati in Francia era il 65% a pensare che Roma non fosse all’altezza per evitare attacchi terroristici, percentuale poi lievitata all’83%.- «Il terrorismo è cambiato e il rischio a Roma c’è come in qualsiasi capitale occidentale. Alla luce degli eventi di Parigi, non sono nuclei ad attaccare ma lupi solitari strutturati. Non conoscono il Corano e non hanno una formazione coranica approfondita, gli ideali Isis non sono dettati dal loro spirito. I potenziali attentatori possono essere manipolati, ma possono esserlo anche in senso buono per non farli cadere nella rete. A Parigi hanno usato una tecnica vecchia, la guerriglia, mescolata al martirio». Lo ha detto Sabrina Magris, presidente dell’Ècole Universitarie Internationale, durante la conferenza ‘Terrorismo e Giubileo. Roma si mobilità.- «A Parigi – ha spiegato Magris – non hanno usato le moderne chat come ci si sarebbe aspettati ma le memory card delle PlayStation, lasciate come dei pizzini in giro per la città, per passarsi le informazioni. L’antico sistema delle ‘gocce mortè. La Siria non è troppo lontana e non è troppo difficile arrivare in macchina, molti dei terroristi possono arrivare via terra e su questo non ci si è concentrati abbastanza». Secondo Francesca Fanti, sociologa e ricercatore dell’Ècole Universitaire Internationale: «Il lupo solitario ha due obiettivi: il riconoscimento da parte di quella società da cui spesso si sente rifiutato, e la comunicazione, sotto un’ideologia che molto spesso è apparente. Il lupo solitario strutturato viene addestrato da un’organizzazione, indottrinato. Potenzialmente può condurre un lavoro più ‘pulitò e più letale. Con le nuove metodologie di comunicazione possono eludere i controlli. Uno degli errori dell’intelligence è stato trattare i lupi solitari strutturati come lupi solitari, quindi individui già attenzionati magari, ma considerati meno pericolosi».

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