Papa: "I musei accolgano nuove forme di arte" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Papa: “I musei accolgano nuove forme di arte”

«I musei devono accogliere le nuove forme d’arte. Devono spalancare le porte alle persone di tutto il mondo». È l’invito di Papa Francesco nel libro ‘La mia idea di artè (Mondadori), a cura di Tiziana Lupi, in cui parla per la prima volta della sua concezione artistica. Alle riflessioni del Papa, si aggiungono nel libro undici opere che costituiscono una sorta di galleria ideale che va dal Torso del belvedere alla Cappella Sistina fino alla Renault 4 dello stesso Bergoglio, illustrate nel libro presentato oggi ai Musei Vaticani dal direttore Antonio Paolucci con l’artista Alejandro Marmo e Licia Colò coordinati dal vaticanista Piero Schiavazzi, oltre alla curatrice Tiziana Lupi. «Per il Pontefice l’arte è speranza e consolazione. Il suo testo è nello stesso tempo disarmante e seducente. Papa Francesco dice – spiega Paolucci che i musei devono essere aperti a tutti, ai più poveri ai diseredati agli scartati». E proprio l’arte fatta con i materiali di scarto dell’artista argentino Alejandro Marmo è preso come esempio. Secondo il Pontefice il ruolo dell’artista e del poeta è proprio quello «di contrastare la cultura dello scarto ed evangelizzare». «Un Papa come questo, che viene dall’America, ci mostra che radici profonde, carsiche ha la storia. Questo è l’aspetto – sottolinea Paolucci – che mi ha colpito di più». Ma c’è un punto nel quale il direttore dei Musei Vaticani si «permette» di non essere d’accordo con il Papa«. Ed è quando il Pontefice parla »di musei – sottolinea Paolucci – come raccolte polverose aperte ai sapienti e agli esperti. No, Santità i musei non sono luoghi polverosi sono modernissimi e gli esperti sono donne e uomini che sanno parlare a tutti spiegando che il museo è un luogo attualissimo. Raffaello e Caravaggio parlano agli uomini e alle donne di oggi. L’arte è sempre contemporanea. Ecco perchè – conclude Paolucci – non vedo l’ora che il Papa venga qui«. La giornalista Tiziana Lupi, che dopo la pubblicazione de suo libro ‘Il nostro Papa. La prima biografia illustrata di Francescò (Mondadori) è stata contattata direttamente dal Pontefice stabilendo con lui un rapporto di fiducia che ha portato alla realizzazione di questo volume spiega: questo è un libro del Papa, in cui parla il Pontefice. Papa Francesco si è messo a disposizione ci ha detto, a me e ad Alejandro Marmo tutto quello che voleva dire sull’arte. Gli abbiamo mostrato gli appunti che avevamo preso e scelto le opere più in linea con il suo pensiero e lui ha approvato tutto. Ha aggiunto solo un forse». La Lupi e Marmo hanno raccontato anche un aneddoto sul loro incontro con il Papa che li aspettava lo scorso 28 maggio e invece loro per errore si erano appuntati sull’agenda il giorno 29. «L’appuntamento è nato male. Papa Francesco ci ha aspettato un’ora il giorno prima ma ci ha ricevuto lo stesso con la sua dolcezza e generosità il giorno dopo anche se aveva molti impegni. E poi è stato tutto semplice come sono semplici le cose con Papa Francesco. Lui è così come lo vediamo» ha raccontato la Lupi e anche Marmo ha rievocato l’appuntamento mancato il giorno prima quando lui arrivava dall’Argentina «l’arte oltre a essere un testimone credibile della bellezza del creato, è anche uno strumento di evangelizzazione. Guardiamo la Cappella Sistina. cosa ha fatto Michelangelo? Un lavoro di evangelizzazione» sostiene il Pontefice in questo libro che è un viaggio anche in questo caso nella Misericordia a cui è dedicato il Giubileo che si aprirà l’8 dicembre. Nella galleria di opere scelte anche l’Obelisco di San Pietro e la Deposizione di Caravaggio. Papa Francesco, ci ha tenuto a sottolineare la Colò «è il più grande comunicatore che la storia dell’umanità abbia mai avuto. Utilizza un linguaggio che sembra avere una magia, parla a tutti».

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