Omicidio Marfurt, in appello riaperto il processo: “Ascoltare il test”

Riapertura in appello del processo per l’omicidio di Paolo Marfurt, il romano ucciso a Vermicino il 3 ottobre 2012 da una raffica di proiettili. La prima Corte d’assise d’appello, presieduta da Giancarlo De Cataldo, ha ritenuto necessario risentire un testimone. Si tratta di un cameriere che avrebbe assistito a una cena tra la vittima e uno degli imputati; i giudici mirano a localizzare temporalmente l’incontro, che secondo l’accusa sarebbe avvenuto lo stesso giorno dell’omicidio. Sotto processo ci sono tre persone: i romani Marco Mostarda e Giorgio Franconeri (accusati, il primo di aver fornito l’arma, e il secondo di essere l’esecutore materiale), e il calabrese Salvatore Papaianni (che l’accusa ritiene il mandante). I tre sono stati assolti nell’ottobre 2014 dalla Corte d’assise di Frosinone, con la formula dubitativa. Il corpo di Marfurt (all’epoca con diversi precedenti penali) fu trovato intorno alle 23 del 3 ottobre 2012 a pochi chilometri da Roma, nella frazione di Vermicino, vicino al suo scooter. Era stato raggiunto da una scarica di cinque colpi sparati da distanza ravvicinata, uno dei quali alla nuca. Inizialmente gli investigatori ritennero che dietro l’omicidio ci fosse stato un regolamento di conti maturato nel giro dello spaccio di droga. Dopo circa tre mesi di indagini, i carabinieri arrestarono Franconeri, Mostarda e Papaianni. E fecero luce su quella esecuzione, ritenendo che la vittima facesse affari con un’agenzia assicurativa di pratiche auto; proprio i suoi amici e soci, per l’accusa, avevano progettato l’omicidio, a causa del suo carattere litigioso e in particolare per la sua insistente voglia di arricchirsi sempre di più con quel giro d’affari. Dopo un lungo processo, nell’ottobre 2014 a Corte d’assise di Frosinone assolse i tre imputati con formula dubitativa. Oggi l’apertura del processo d’appello; a inizio febbraio l’udienza che dovrebbe portare alla sentenza di secondo grado.