Israele apre le sue porte partendo da Roma | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Israele apre le sue porte partendo da Roma

Nove porte ‘tecnologichè per raccontare un piccolo ma assai vitale e complesso Paese, Israele. È ‘Open – A Door To Israel’, la mostra inaugurata dal viceministro degli Esteri israeliano Tzipi Hotovely e dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini al Vittoriano. Roma è infatti la prima tappa mondiale di questa esibizione itinerante che ha il fine di mostrare attraverso filmati ed installazioni interattive le molteplici facce della personalità di Israele, facendo materialmente aprire al visitatore nove porte tematiche: si può quindi entrare in una famiglia israeliana, una scuola, fare i dj, scoprire le tecnologie di cui Israele è ormai capofila e persino giocare a racchettoni su una spiaggia. La rassegna, che è gratuita, resterà aperta fino all’11 febbraio, per poi iniziare un tour globale che la porterà in diversi paesi tra cui Francia, Usa, Cina, Polonia, Russia, Giappone, Argentina e Brasile. A sottolineare l’importanza della ‘primà romana, la presenza del viceministro degli Esteri Hotovely per la quale ‘Open’ «racconta la molteplicità di Israele, in tutti i suoi colori e diversità, una forza dinamica e vitale per il bene di tutto il mondo, un popolo che ogni giorno infonde vita nella famiglia, nella democrazia, nella comunità… ma anche una mostra con cui celebriamo l’amicizia tra Italia ed Israele». Per il ministro Giannini, la mostra evoca tre concetti, «Creatività, Mediterraneo, Giovani ed investimento sul futuro. La prima è la parola chiave della nostra identità comune, la radice euromediterranea; il secondo è la cornice complessa che, con serietà e responsabilità dobbiamo riportare alla dimensione del dialogo e non a quella del conflitto; e il terzo concetto è quello che occorre sviluppare al meglio, attraverso la cooperazione scientifica e la diplomazia, ma anche attraverso la conoscenza reciproca tra i nostri ragazzi, grazie ai molti programmi di scambi già attivi». Nelle immagini che sbucano dalle porte davvero una carrellata che da un’idea della diversità interna di questo Paese: dagli ortodossi che ballano al Gay pride di Tel Aviv, dalla preghiera degli arabi di Israele agli sport, dalla sanità alla cucina. Con idee come ‘Speranzà e ‘Fare in modo che accadà in primo piano. Open è anche accompagnata da un filmato in cui si mostrano momenti della vita israeliana, con singoli personaggi che vengono evidenziati da un piccolo schermo mobile – anche qui la tecnologia è in primo piano – fino alle immagini di una compagnia di danza che alla fine si inchina a ricevere l’applauso del pubblico.

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