Fimmg, caos studi medici: "Sospendere il decreto appropriatezza" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Fimmg, caos studi medici: “Sospendere il decreto appropriatezza”

– L’applicazione del decreto appropriatezza, «che introduce codicilli, numeretti e pagine intere relative a prestazioni ora non più esclusivamente a carico del Ssn, ma se giudicate non appropriate a totale carico del cittadino, esente o meno, sta creando negli studi dei medici di medicina generale il caos. Forti disagi, quasi l’impossibilità a mettere in pratica quanto previsto dal decreto, si registrano negli studi dei medici che lavorano nelle borgate come nei paesini del Lazio a Roma come a Frosinone Rieti Viterbo». Lo comunica la Fimmg Lazio, Federazione italiana medici di famiglia, che chiede l’intervento del governatore Nicola Zingaretti. «E nelle aziende sanitarie le cose non vanno meglio. In una Asl di Roma, tra giovedì e venerdì scorso, gli operatori di sportello e un medico dell’azienda sono stati messi di fronte a ricette compilate con zelo e infarcite dei previsti per quanto ignoti codici e altrettanto ignote (alla Asl) condizioni di erogabilità». Ebbene, «la ricetta non è stata accettata ed è andata a finire che l’impiegata ha detto ‘non ci capisco niente, Lei è esente, non paghi’. Eppure la ricetta era compilata in assoluta conformità al Decreto. Il perplesso cittadino è tornato dallo zelante medico curante per ricominciare tutto daccapo», dice la Fimmg Lazio. «Siamo solo all’inizio – prosegue la Fimmg Lazio – Ecco come un nobile obiettivo, eliminare gli sprechi, garantire a tutti il necessario e far pagare a tutti il superfluo, viene vanificato in mancanza di un qualsiasi passaggio concertativo, organizzativo, informativo, comunicativo, indispensabile per avviare un processo cosi complesso. In questo modo l’unico effetto che si ottiene è quello di far ritenere il decreto quello che non è, e cioè una ulteriore tappa verso la privatizzazione della Sanità. Chi opera in sanità sa perfettamente che predisporre protocolli, linee guida e indicatori senza coinvolgere chi deve applicarli significa fallire negli obiettivi. Qualcuno pensava che le multe e le sanzioni potessero surrogare la condivisione, ma se le multe avessero questo effetto taumaturgico, Roma non avrebbe una macchina in doppia fila». «Occorre riportare il processo entro i binari della condivisione. La Regione Toscana, e anche il Veneto, scrivono alle loro Asl sospendendo i criteri applicativi del decreto. È una scelta positiva, per questo invitiamo il presidente Zingaretti a prendere una posizione analoga, che eviti nell’immediato disservizi, problemi, litigi e confusione. Si sospenda anche nel Lazio l’efficacia del decreto e, nelle more, si avvii con tutti i soggetti interessati una verifica sull’effettivo impatto delle nuove norme. Siamo disponibili a un incontro anche perché il Lazio, nel lontano 2006, grazie al contributo della medicina generale, adottò il primo provvedimento sull’appropriatezza che si basava sul principio garantire il necessario e far pagare il superfluo. Tale provvedimento, agli atti della Regione, non provocò alcun disservizio, ma conseguì gli obiettivi prefissati».

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