Primarie, il minisindaco Fantino: "Il Pd non parla di programmazione" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Primarie, il minisindaco Fantino: “Il Pd non parla di programmazione”. Orfini: “Nessuna paura per i dem”

«Tutta questa volontà di parlare dei candidati prima ancora di discutere dei programmi la dice lunga sullo stato dell’anima del Pd». Lo afferma all’Adnkronos il presidente del municipio VII di Roma Susi Fantino (Sel) sull’ipotesi che il Pd faccia le primarie per i ‘minisindaci’ solo dove il presidente dem uscente non si ricandiderà. Fantino, secondo la quale «non ci sono le condizioni per poter prendere in considerazione» l’ipotesi di primarie di coalizione nel municipio VII, pensa comunque che non si ricandiderà. «Noi come presidenti di municipio di Sel e insieme ai presidenti del Pd abbiamo fatto la scelta di mettere al centro la città e la domanda di servizi, di riqualificazione e di welfare locale in base a un’esperienza che ritenevano fosse la più seria e abbiamo pensato a un’iniziativa al Brancaccio – sottolinea Fantino – Iniziativa che è stata stroncata da una volontà che ha dimostrato disinteresse per una città vessata non solo da mafia capitale ma anche dall’ottusità del governo nazionale che non ha voluto prendere in carico le sorti della città, anche dal punto di vista economico».«Oggi Morassut e Giachetti si fanno i complimenti ma di cosa si vogliono far carico su mandato dei cittadini, dei temi e dei programmi non si sta parlando», osserva Fantino che aggiunge: «Non ci sono le condizioni per poter prendere in considerazione» l’ipotesi di primarie di coalizione nel municipio VII. «Come si fa a far parte di una coalizione al VII municipio se manca un programma? – continua – E con quale autonomia il Pd del municipio VII potrebbe decidere di produrre, ammesso che lo voglia fare, un programma con Sel del VII municipio andando contro alla linea cittadina?». «Io ho intenzione di chiudere la mia esperienza amministrativa, al momento non ci sono le condizioni per immaginare un altro tipo di futuro – conclude spiegando il perché non pensa di ricandidarsi alla guida del municipio – La situazione non mi spinge a immaginare una prospettiva anche di continuità con un’esperienza difficile, ma che ha visto tutti i presidenti di municipio molto impegnati».«Dopo la retorica della buona amministrazione nei Municipi romani, dove Pd e Sel stanno portando a termine un esperienza di governo in un quadro politico e amministrativo difficilissimo, ora per un gioco interno alle correnti dem si vuole procedere a primarie di partito per scegliere i candidati presidenti. Ci sembra un ulteriore passo verso la rottura di ogni possibile dialogo». Così il segretario romano di Sel Paolo Cento. «Siamo di fronte ad un emergenza cittadina come i fatti di ogni giorno dimostrano – spiega -, e anziché ragionare su come affrontarla, si continua con il solito vecchio schema delle primarie più per regolare i conti interni che per governare Roma in modo nuovo». – «La decisione sulle primarie per i minisindaci a Roma verranno prese seguendo regole che già esistono, coinvolgendo gli iscritti; se ci sarà accordo nella coalizione e se sarà tecnicamente possibile, si terranno lo stesso giorno di quelle per il candidato a sindaco. Questo, in sintesi, l’orientamento che esprime, su Facebook, il commissario del Pd di Roma Matteo Orfini. »Il Partito democratico – ricorda Orfini – ha deciso di fare le primarie per scegliere il candidato sindaco a Roma. Quando lo annunciammo molti si preoccuparono, immaginando che le primarie potessero essere elemento di divisione. Il modo in cui è iniziato il confronto, il rispetto reciproco, la pacatezza e la serietà che contraddistingue i candidati è la miglior dimostrazione di quanto quelle preoccupazioni fossero sbagliate. Il Pd è il partito che in Italia ha introdotto le primarie e non può averne paura«.«In queste ore -prosegue Orfini- si è aperta una discussione surreale sull’utilizzo o meno di questo strumento anche per la selezione dei candidati nei municipi. Abbiamo statuto, regole (e buon senso) che normano questi passaggi. Ieri ho convocato i nostri presidenti di municipio e ho chiesto loro la disponibilità a ricandidarsi in quel ruolo, perché ritengo quelle esperienze un patrimonio di buon governo dal quale è utile ripartire. È prassi che quando un amministratore uscente si ricandida, se il giudizio sul suo operato è positivo, si sceglie di non ricorrere alle primarie, che invece si svolgono dove una ricandidatura non c’è o dove il giudizio non è positivo». Continua Orfini: «Nelle prossime ore discuteremo questa ipotesi con la coalizione. Il 12 e il 13 Febbraio convocheremo in ogni zona i nuovi circoli municipali, perno del nostro nuovo modello organizzativo, per completare il lavoro programmatico avviato in questi mesi, e per consultare e coinvolgere gli iscritti su queste decisioni. Come è normale fare. E come prevedono le nostre regole. Naturalmente se possibile da un punto di vista organizzativo (cosa obiettivamente non semplice) e previo accordo della coalizione, le primarie dei municipi si svolgeranno contemporaneamente a quelle per il sindaco».

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login