Teatro Opera, un palco per giovani talenti | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Teatro Opera, un palco per giovani talenti

– Un’immersione nella storia della lirica romana, ma anche un ponte verso il domani. Così è stato accolto, tra scenografie meravigliose, preziosi costumi e la passione di tanti giovani talenti pronti a conquistarsi il futuro, il Ministro dei Beni Culturali e Turismo Dario Franceschini, che questa mattina ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione di Fabbrica – Young Artist Program, il nuovo progetto del Teatro dell’Opera di Roma dedicato alla valorizzazione di nuove professionalità. Interamente finanziato da privati (aziende e persone fisiche), che hanno investito usufruendo delle agevolazioni fiscali dell’Art Bonus, Fabbrica si configura non tanto come una accademia, ma come uno strumento in grado di inserire nel mondo del lavoro le tante professionalità già formate necessarie al mondo dell’opera, mettendo in relazione il know-how di chi lavora nella lirica da anni con le nuove idee dei più giovani, in un approccio inclusivo e interdisciplinare. Giunto nello storico laboratorio di scenografia dell’ente lirico romano, in un antico palazzo tra il Circo Massimo e la Bocca della Verità, Franceschini, telefonino alla mano, non ha potuto fare a meno di fotografare tutto, accompagnato dal padrone di casa, il sovrintendente Carlo Fuortes: dai sotterranei, con lo splendido mitreo di epoca romana, fino ai piani alti dell’edificio, dove sono custoditi i costumi di ogni opera rappresentata e dove vengono preparate le scenografie degli spettacoli, per il ministro è stata una piacevole scoperta, resa ancora più suggestiva dalle performance canore che hanno visto protagonisti i giovani artisti coinvolti dal progetto. «È importante che l’Art Bonus abbia motivato dei privati a investire su un progetto come questo, che guarda al futuro», ha detto Franceschini, «lo Stato investe molte risorse sulla lirica insieme agli enti locali: perché continuino gli investimenti c’è bisogno di buona gestione e di una amministrazione dinamica ma anche di puntare al futuro. È importante dimostrare che l’opera è un luogo dove si conserva la tradizione e al tempo stesso dove si fa innovazione e ricerca». E se la chiave del successo è mescolare il bagaglio artistico e culturale del passato con nuove idee e inedite prospettive, di certo questi elementi sono pienamente incarnati dal progetto: nel corso di 2 semestri, i 17 artisti italiani e stranieri selezionati nel dicembre scorso con un rigoroso concorso (a cui hanno partecipato 491 candidati da 48 Paesi) usufruiranno ognuno di una borsa di studio e potranno davvero «sporcarsi le mani» e mettersi in gioco. I selezionati rappresentano tutte le professionalità della lirica (compositori e librettisti, cantanti e pianisti, registi e lighting designers, scenografi e costumisti) e parteciperanno a tutte le attività quotidiane del teatro, frequentando masterclass e creando dalla a alla zeta due opere che poi saranno presentate al Fast Forward Festival. Un’opportunità imperdibile per ognuno dei vincitori, ma anche un impegno etico da parte dell’ente lirico romano, che vuole trovare nuova linfa vitale per il panorama musicale, non solo italiano ma internazionale. «L’opera rappresenta il nostro Paese: nel mondo si parla e si studia l’italiano principalmente per la lirica. E poi la scenografia e i costumi riassumono tutta la nostra cultura», ha detto Carlo Fuortes, «con questo progetto vogliamo trasmettere il nostro know-how alle nuove generazioni. Abbiamo bisogno di nuove idee».

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