Gazebo Lega, vince Marchini. Salvini a un passo dallo strappo: "Adesso primarie" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Gazebo Lega, vince Marchini. Salvini a un passo dallo strappo: “Adesso primarie di centrodestra”

La leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, quinta con 955 voti (davanti a Souad Sbai di 'Noi con Salvini', 508), stizzita attacca: «Vogliamo sapere se Bertolaso è il candidato unitario. Basta un sì o un no»

Alfio Marchini vince la consultazione dei gazebo della Lega a Roma e dà lo spunto a Matteo Salvini per chiedere vere primarie che designino il candidato sindaco del centrodestra. L’imprenditore che si presenta al Campidoglio da indipendente prende 4.534 voti su oltre 15 mila schede e stacca di quasi mille Irene Pivetti, ex presidente leghista della Camera da tempo trapiantata nella capitale. Terzo Francesco Storace con 3069 voti, solo quarto Guido Bertolaso – candidato ufficiale del centrodestra – con 2203. E così il segretario della Lega Salvini, inventore del sondaggio ‘Per Roma ora parli tu’, già a risultati parziali e con i candidati ancora vicini nei voti, chiede agli alleati Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni le primarie di coalizione. Con Berlusconi, Salvini parla di persona: i due si sono sentiti (secondo alcuni il leader della Lega sarebbe andato a pranzo ad Arcore, per altri si è trattato solo di una telefonata) e hanno provato a mettere ordine nella difficile situazione del centrodestra nella capitale, con quali risultati non si sa. La leader di Fratelli d’Italia, quinta con 955 voti (davanti a Souad Sbai di ‘Noi con Salvini’, 508), stizzita attacca: «Vogliamo sapere se Bertolaso è il candidato unitario del centrodestra. Basta un sì o un no». L’ex capo della Protezione Civile taglia corto: «Non c’è tempo per discutere sul chi». Come a dire, in campo ci sono già io. Dall’altra parte gli avversari gongolano: «Il centrodestra è nel caos». Salvini si dice stupito dei voti presi da Bertolaso: «Onestamente pensavo che prendesse meno consensi». Ma il suo obiettivo è convincere il centrodestra a riaprire la partita: «Fermiamoci. Io sono pronto a un passo indietro. Così il centrodestra perde e fa il più grande regalo possibile a Matteo Renzi. Mettiamoci attorno ad un tavolo. Vediamo se non è il caso di coinvolgere tutti i cittadini in una giornata di partecipazione».Insomma, primarie di coalizione a Roma. A fargli eco il Senatùr. «A Roma è un casino, se ne esce solo con le primarie – dice Umberto Bossi -. La proposta di Salvini è giusta». Nel frattempo Marchini, l’imprenditore romano già in corsa per il Campidoglio, prova a fare di nuovo avances al centrodestra: «È giusto continuare a cercare la sintesi tra le diverse storie politiche che sono una ricchezza e non certo un limite». La prima a rispondere all’appello di Salvini è la Meloni: «Si continua a perdere tempo senza motivo – dice la leader di Fdi – Fratelli d’Italia e i romani vogliono sapere cosa intendete fare e se Guido Bertolaso è il candidato unitario del centrodestra. Basta un sì o un no. Fratelli d’Italia si regolerà di conseguenza». L’ex numero uno della Protezione civile ribadisce «ancora una volta e con più convinzione» il suo impegno per Roma: «Ho iniziato questo percorso – spiega Bertolaso – con l’intenzione di unire, non certo di dividere, e sono convinto che l’unità del centrodestra sia il punto di partenza fondamentale, da cui è nata la mia candidatura. Non c’è più tanto tempo da perdere a discutere sul chi, bensì lavorare insieme sul cosa fare per Roma». Storace, leader de La Destra e aspirante inquilino del Campidoglio chiosa: «Il centrodestra si sfascia perché hanno preteso di fare tutto da soli e non ne sono stati capaci, avendo scelto il candidato sbagliato». Il centrosinistra sta a guardare. Sel definisce le primarie di Salvini una «boiata pazzesca»; per Roberto Giachetti, candidato Pd alle primarie del 6 marzo, nel centrodestra «c’è grossa confusione». «L’unica vera consultazione popolare democratica saranno ancora una volta le nostre primarie», dice l’altro sfidante dem Roberto Morassut, che bolla anche le consultazioni online del M5s come «pantomime».

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