Comunali, il gran rifiuto di Bray alla sinistra: sfida Fassina-Marino per l'anti-Giachetti | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Comunali, il gran rifiuto di Bray alla sinistra: sfida Fassina-Marino per l’anti-Giachetti

bray rinuncia«In una situazione in cui sarei un ulteriore elemento di divisione, non sarò candidato alle prossime elezioni amministrative». Il secondo no di Massimo Bray alla candidatura per il Campidoglio arriva di domenica mattina, via social network, e assottiglia la cordata che si sta formando a sinistra del Pd. Ora, in ballo, restano Sinistra Italiana e Ignazio Marino. La scelta tra l’ex primo cittadino e Stefano Fassina, attualmente già candidato, potrebbe passare per una consultazione in stile primarie da tenersi in aprile ma anche no. Il passo indietro dell’ex ministro della Cultura, infatti, potrebbe anche preludere ad accordo Marino-Fassina che non passi dai gazebo. I due dovranno discuterne nei prossimi giorni. Anche se il candidato di Sinistra Italiana, ad oggi, non sarebbe disposto a fare un passo indietro senza la consultazione popolare. Quanto a Bray, dopo giorni in cui il suo nome era stato fatto circolare come papabile per un corsa ‘anti-Giachetti’, si tira indietro. «La difficoltà di questa scelta – spiega su Fb – si accompagna alla consapevolezza di aver sempre deciso autonomamente, in assoluta indipendenza e libero dalle dinamiche di cui sembrano soffrire la politica e i partiti e che ritengo siano tra le cause della sempre maggiore lontananza dei cittadini dalla partecipazione attiva alla vita pubblica». «Al contrario – a suo parere – un progetto per rigenerare Roma deve basarsi sulla capacità di ascolto e di dialogo, sulla centralità della cultura, sui valori di libertà e sulla politica dei grandi ideali, scelte fondamentali, antidoti a quelle prepotenti pulsioni illegali che hanno assunto carattere dominante». Infine, un ringraziamento alle «donne e agli uomini che in questi giorni» gli «hanno chiesto» di candidarsi alle elezioni per sindaco di Roma. «Ringrazio le ragazze e i ragazzi che in forme differenti mi hanno sostenuto con entusiasmo, fatto sentire la loro stima sincera, l’amicizia fatta di valori e di passioni ma non sarò candidato». Da Sel, il vicepresidente Massimiliano Smeriglio spera ancora che Bray «cambi idea. Mi spiace molto, avrebbe portato un carico di competenza e una visione alta capace di spostare la campagna elettorale dalle polemiche rancorose tra partiti e correnti alla centralità di Roma, alla sua grande bellezza, al suo diritto al futuro. Una candidatura forte e competitiva da far dialogare con le altre già in campo a sinistra. Sono sicuro – il suo commento – che questa mattina Matteo Renzi tirerà un sospiro di sollievo». Se il progetto di primarie con Marino dovesse concretizzarsi, in rappresentanza del partito di Vendola, ci sarà anche Gianluca Peciola, ex capogruppo in Campidoglio. Sul fronte dei renziani, il primo a plaudere al chiarimento del numero uno della Treccani è il parlamentare Michele Anzaldi: «Correttezza e lealtà Massimo Bray gli fanno onore: avere le proprie idee non significa picconare il partito. Ora tutti uniti con Roberto Giachetti».

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