Corruzione, Anac: "In Campidoglio sistema marcio". Marino: "Io contro mi fermò il Pd" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Corruzione, Anac: “In Campidoglio sistema marcio”. Marino: “Io contro, mi fermò il Pd”

– Lo scontro, ormai senza esclusione di colpi, tra Ignazio Marino e il Pd, torna protagonista della politica romana e nazionale. Ad innescare la scintilla, questa volta, è un rapporto dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) sulla gestione del Comune di Roma dal 2012 al 2014 (periodo che comprende anche i primi diciotto mesi della giunta Marino) che rivela «la sistematica e diffusa violazione delle norme e il ricorso generalizzato e indiscriminato a procedure prive di evidenza pubblica». «Quella fotografata da Cantone è una realtà fortemente radicata, fatta di sistematiche violazioni che la mia giunta ha combattuto – rivendica l’ex sindaco defenestrato dal suo partito – Una lotta titanica interrotta con la decisione del Pd di determinare la caduta del sindaco». L’affondo arriva nel giorno in cui sfuma l’incontro previsto tra Marino e il candidato sindaco di Sinistra Italiana Stefano Fassina e si allontana anche l’ipotesi di primarie a sinistra del Pd. L’ex primo cittadino di Roma, che il 31 marzo presenterà uno scottante libro sulla sua esperienza nella Capitale, sarebbe orientato a ripresentarsi autonomamente alle elezioni. Nonostante l’appello di un gruppo di eletti e amministratori Sel di Roma a non farlo. Per l’Anac il ricorso nell’amministrazione comunale a procedure prive di evidenza pubblica porta con sé «l’incremento di possibili fenomeni distorsivi che agevolano il radicarsi di prassi corruttive». Tanti gli ambiti nei quali vengono riscontrate irregolarità: dalla manutenzione delle strade ai servizi per i disabili, dagli ospizi agli affitti delle case, dalla macellazione della carne alla tutela del verde pubblico, dall’acquisto di nuovi software alla gestione dei canili. Marino rivendica «con orgoglio» di essere stato lui a volere la collaborazione con l’Anticorruzione, «anche firmando nel luglio del 2015 con lo stesso Direttore dell’Anac il primo Protocollo di Vigilanza Collaborativa fra Comune di Roma e Anac». E sulla delicatissima questione interviene pure il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone: «Per il giudizio penale serve la sentenza, per il giudizio amministrativo non dobbiamo aspettarla. Non si può più contestare il giudizio che a Ostia ci sia la mafia o che ci siano sistemi di corruzione in certi ambienti, e questo lo possiamo dire senza aspettare le sentenze definitive. Oggi – afferma Pignatone – Cantone riconferma sul piano della verifica amministrativa la conclusione delle indagini penali su Mafia Capitale. Non parlo dei processi che sono in corso e per cui arriveranno le sentenze, ma è emerso un quadro di ‘maladministration’ che era sotto gli occhi di tutti ma che senza le indagini non sarebbe mai emerso». Rassicurazioni arrivano, invece, dal ministro dell’Interno Angelino Alfano: «Sovrintende sulla macchina del Campidoglio il commissario straordinario, la cui attività è essa stessa, a nostro avviso, garanzia di vigilanza, legalità e trasparenza. La sua attività si avvarrà anche del recente rapporto del presidente Cantone sulle sistematiche distorsioni che sembrano emergere nelle procedure di carattere contrattuale e che richiedono urgenti misure correttive».

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