Spaccio al Virigilio: studente ai domiciliari, proteste per l'intervento dei carabinieri | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Spaccio al Virigilio: studente ai domiciliari, proteste per l’intervento dei carabinieri

Lo studente arrestato per spaccio di droga a scuola e’ finito ai domiciliari, ma al liceo Virgilio di Roma non finiscono le polemiche, con una minoranza di studenti – e di genitori – che contesta l’ingresso dei carabinieri nell’  istituto. Un centinaio di dissenzienti – 3-400 secondo gli organizzatori – ha inscenato un sit-in davanti all’istituto, tentando di marciare in corteo ma venendo dissuaso dalla polizia. La preside della scuola nel centro storico della capitale ha tenuto invece un’assemblea all’interno. “Solo qui si discutono la legalita’ e il ruolo delle forze dell’ordine”, ha detto. Ma Sinistra italiana-Sel alla Camera ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini sulle modalita’ del blitz antidroga. L’arresto del 18/enne, colto in flagrante ieri in cortile a vendere hashish a un compagno minorenne durante la ricreazione, e’ stato convalidato dalla II Sezione collegiale del Tribunale di Roma. Nell’udienza per direttissima sono stati disposti i domiciliari per il ragazzo, che ha un precedente analogo. Nel 2013, minorenne, fu trovato con mezzo chilo di hashish e il Tribunale dei minori dispose la messa in prova. Oggi il processo e’ stato aggiornato al 13 aprile. Lo studente, difeso dall’ avvocato Alessandra Cacchiarelli, ha ammesso le sue responsabilita’, spiegando di essere entrato intorno alle ore 10 a scuola perche’, come rappresentante di istituto, aveva un incontro con il dirigente scolastico. In realta’, secondo la preside, l’alunno sarebbe inserito in una lista elettorale e avrebbe dovuto subentrare a un compagno nell’organismo scolastico. I giudici gli hanno negato la possibilita’ frequentare la scuola durante il periodo di detenzione, come aveva invece chiesto il suo legale. Stamani l’ala dura degli studenti, quelli del Collettivo del Virgilio, si e’ riunita davanti alla scuola in via Giulia, vicino a piazza Farnese. “Vorremmo spiegare alla preside che non stiamo difendendo lo spaccio di droga dentro il Virgilio, che non siamo certo favorevoli – ha detto una 18/enne -, ma che crediamo che queste modalita’, con le forze dell’ordine a scuola, non siano adatte a un luogo di formazione”. “Sono cose che capitano in tante scuole, non si capisce perche’ al Virgilio debba diventare una cosa di cui discutere – ha replicato la preside, Irene Baldriga, che ha incontrato il padre del ragazzo arrestato -. I genitori? Solo un’esigua minoranza sostiene le ragioni degli studenti che protestano, ma d’altronde qui e’ sempre accaduto e non ci stupisce, contestare qui e’ abituale”.

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