Corruzione, 20 arresti e 135 indagati tra Frosinone e Napoli | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Corruzione e patenti false, 20 arresti e 135 indagati tra Frosinone e Napoli

– A finire in carcere, per il presunto giro di mazzette e sesso scoperto dalla polizia di Frosinone e legato al rilascio di patenti, sono stati uno dei due ingegneri della motorizzazione di Frosinone che si alternano tra loro nel ricoprire il ruolo di direttore. In carcere anche il titolare di tre autoscuole della provincia di Frosinone, ritenuto il capo dell’organizzazione, e un esaminatore della motorizzazione di Frosinone. Altre 17 persone sono state sottoposte agli arresti domiciliari: si tratta di altri tre esaminatori della motorizzazione di Frosinone, tra cui la segretaria dell’ingegnere; tre titolari di altrettante agenzie di scuola guida della provincia di Frosinone; due dipendenti delle autoscuole del capo del sodalizio; cinque suoi stretti parenti (fratelli e nipoti) titolari di scuole guida nella provincia di Caserta ed altre quattro persone che, secondo chi indaga, ricoprivano il ruolo di procacciatori dei candidati-clienti o di sostituti degli stessi in occasione delle prove di teoria. – Il meccanismo usato dal gruppo era ormai rodato: l’ingegnere della motorizzazione, dietro compenso, assegnava alle prove d’esame uno dei tre esaminatori corrotti che, a loro volta, remunerati illecitamente, chiudevano letteralmente gli occhi, consentendo ai complici di partecipare fraudolentemente all’esame, sostituendosi ai veri candidati (clienti del sodalizio), che non erano in grado di sostenere la prova teorica anche perché spesso non conoscevano neanche la lingua italiana. A ricoprire il ruolo di ‘sostituti’ erano quattro persone che, grazie alla loro preparazione, erano in grado di compilare correttamente la scheda del candidato di cui prendevano il posto e, contemporaneamente, suggerire le risposte esatte ad almeno altri tre candidati. Era compito dell’esaminatore corrotto quello di predisporre le postazioni affinchè il ‘suggeritore’ sedesse in mezzo agli altri candidati a cui doveva dare le risposte giuste, lontano dagli occhi indiscreti di quei pochi candidati estranei al sistema corruttivo. Secondo gli inquirenti infatti, tra le strategie adottate dall’associazione, rientrava anche la capacità di monopolizzare, con i propri clienti, le sedute d’esame interessate. Con questo metodo, ad ognuna delle due sedute costituenti la sessione d’esame, l’organizzazione era in grado di garantire la promozione di almeno 15 candidati, purché disposti a pagare un cifra che si aggirava intorno ai 4000 euro o che, a volte, comprendeva anche favori sessuali. Nel corso delle indagini tecniche, iniziate nell’ottobre del 2014 e terminate nell’aprile del 2015, è stata ricostruita l’alterazione fraudolenta di cinque sessioni d’esame, tra teoria per la patente B e la revisione, durante le quali sono stati promossi illegittimamente oltre 70 candidati ritenuti clienti dell’associazione.Una sesta seduta d’esame fraudolenta era stata organizzata, per altri 25 clienti, subito dopo le festività di pasqua del 2015; è saltata perché, dopo l’ennesima mazzetta, consegnata dal capo dell’associazione all’ingegnere finito in arresto, il personale della Sezione anticorruzione della squadra mobile, ha fatto irruzione nell’ufficio pubblico e sequestrato le bustarelle contenenti denaro e buoni carburante per un valore di oltre 2500 euro. In quel frangente, scrivono gli inquirenti, “l’ingegnere facente funzioni ha voluto verbalizzare la più puerile delle scuse, ossia che le bustarelle erano state messe nella sua borsa a ‘sua insaputa’”. L’indagine si è avvalsa di intercettazioni e materiali video captati proprio nell’ufficio del direttore facente funzioni, che riprendono i momenti delle varie consegne delle bustarelle, a cui secondo gli inquirenti seguivano gli accordi corruttivi con il capo del sodalizio. In sede d’esame è stato ripreso il comportamento illecito degli esaminatori, che sistemavano i banchi e facevano sedere i candidati ed i suggeritori, in modo da garantire al massimo l”efficienza’ del sistema. Al termine degli esami, sul piazzale della motorizzazione di Frosinone, i sodali riscuotevano le somme dovute dai candidati fatti promuovere e pagavano subito il compenso all’esaminatore corrotto.

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