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Truffatore seriale online: per 249 volte ha affittato case inesistenti incassando la caparra

truffeonlineL’inganno viaggia online. Offresi casa vacanze a La Maddalena a millecinquecento euro per due settimane. Mille per un bilocale a Riccione. Annunci brevi e prezzi low cost. Hanno nascosto per anni un doppio inganno i messaggi promozionali che ha fatto circolare sul web un trentottenne romano divenuto un mago delle truffe online. Una volta intascata la caparra dai cento ai trecento euro – il fantomatico affittuario dava appuntamento all’interessato per la consegna delle chiavi dell’appartamento e da quel momento spariva. Per Danilo G., lavoratore saltuario e a giornata ma in compenso truffatore seriale, la procura ora è prossima firmare la dodicesima chiusura indagine, che a stretto giro potrebbe portare all’apertura di altrettanti processi. A carico dell’imbroglione per ora 249 denunce, dirottate al palazzo di giustizia di Roma da tutta Italia. Impossibile infatti riunire i procedimenti in un maxiprocesso. Ogni volta che il pm Attilio Pisani chiude un filone di indagine, sulla sua scrivania vengono smistate nuove denunce. Che finalmente fanno sperare a un possibile ridimensionamento dell’enorme giro di truffe: le ultime querele, infatti, si riferiscono a casi datati 2015.

Danilo G. si è pentito e da dicembre dello scorso anno ha deciso di non commettere più raggiri online che ogni giorno facevano cadere nella trappola acquirenti in cerca dell’affare per le vacanze estive ma anche di smartphone, pc, iPad, macchine fotografiche, attrezzi da lavoro e persino, in un caso, una motozappa, sottocosto. «Ho cominciato a fare truffe online quattro anni fa per vivere» ha ammesso Danilo G., «Ma da dicembre 2015 ho deciso di astenermi. Ero stanco di raggirare le persone e soprattutto ho ascoltato chi mi stava intorno: Ti arriverà un cumulo di pene pauroso mi avvertivano».

E visto che per l’esiguità del danno cagionato a ogni singolo truffato non è mai stato possibile disporre il carcere preventivo per il truffatore che ora si autodefinisce pentito, sono arrivati i primi paletti della giustizia. Ossia la sorveglianza speciale che gli impone di non uscire dopo le nove e mezza. E anche il divieto di uscire dal Comune di Roma. I sequestri dei pc e dei telefonini infatti si sono rivelati inutili. Danilo G., usciva e si metteva al lavoro negli internet caffé e poi con i soldi racimolati comprava altri strumenti e pagava l’affitto. Tutto ha avuto inizio nel 2012 con l’annuncio della vendita di un iPhone. «La persona c’è cascata» ha raccontato l’indagato «e ho continuato». Per il penalista che lo assiste, l’avvocato Ettore Iacobone, non c’era carica criminale negli imbrogli: «Non ha mai utilizzato i soldi per la droga. Pagava l’affitto e il latte per il figlio».

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